BLOG DI BRUNO VERGANI

Radiografie appese a un filo, condivisione di un percorso artistico

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Giovedì, 07 Aprile 2011 20:21

Cristianismo

 

 Siccome numerosi italiani avvertono l’urgenza d’avere un Creatore la Chiesa cattolica risponde loro offrendo un’istituzione che lo manifesti e rappresenti. Istituzione divina e nel contempo umana, un anfibio con una zampa nell'eterno e l'altra nella finitudine che consentirebbe al Creatore nascosto, eterno ed infinito, di manifestarsi nel mondo e nella storia. Per una minoranza dei cattolici italiani il rapporto con l’Istituzione è concreto e preciso. Altri fedeli vivono invece l’istituzione in modo vago, guardano il Papa al telegiornale delle 13 e un paio di volte nella vita si recano in piazza San Pietro per battergli le mani sotto la finestra, in una modalità di relazione con l’istituzione che non determina significativi cambiamenti nel loro vivere. La maggioranza dei fedeli cattolici crede invece in una divinità non ben definita, così indifferenti all’istituzione ecclesiastica si limitano ad appendere la corona del rosario sullo specchietto retrovisore dell’autovettura perché forse porta bene, chiamano il prete in fin di vita perché non si sa mai, e mentre raschiano il biglietto del gratta e vinci implorano un po’ di fortuna a qualche santo del paradiso. Massa di fedeli che le autorità ecclesiastiche accettano di buon grado così l’Eurispes può sentenziare che gli italiani sono quasi tutti cattolici. Oltre ai tiepidi incontriamo le posizioni decise di chi seguendo personalmente Cristo e il suo Vangelo accusa l’istituzione cattolica di tradirne il messaggio, in tal caso l’istituzione se la prende a male e sanziona. Il rapporto dei cattolici con l’istituzione ecclesiastica è dunque complesso e in mutazione, dato certo la tendenza dei fedeli di vivere la fede svincolata dall’istituzione Chiesa, ma c’è una singolare eccezione: cittadini che indifferenti alla fede in Dio e al messaggio di Cristo professano, indifferenti alla logica e al buon senso, fede assoluta nell’istituzione della Chiesa cattolica romana. Si chiamano “Teocon” e sono conservatori, raramente credenti il più delle volte atei, convinti che la libertà e il progresso dell’Occidente siano realizzabili nella tradizione dei valori cristiani. Oriana Fallaci si dichiarava "atea e cristiana", pur non credendo in Dio, vedeva nel cristianesimo un riferimento etico culturale e Giuliano Ferrara affermava: "Io non ho una fede personale, non ho questo dono, questa grazia soprannaturale e non ho una confessione praticata e osservante. Io non sto dentro l'ortodossia della Chiesa cattolica, perché pur essendo stato battezzato io non ho la fede. E pur essendo culturalmente cattolico, non sono parte della Chiesa, del popolo di Dio. Ma la mia è una posizione teista. [...] Io ho una posizione che praticamente è quella richiamata da Ratzinger parafrasando Ugo Grozio: quella di vivere come se Dio esistesse." Da qui il “cristianismo”, un paradossale cristianesimo senza Cristo, fondamentalista, ideologico, monotematico, razzista, xenofobo nella sua islamofobia, così rozzo da interpretare l’Islam come un monoblocco demoniaco invece che un miliardo e mezzo di persone evidentemente molto diverse tra di loro, variegate, al pari dei cristiani, nell’approccio alla religione. Così il cristianismo profetizza in nome di Cristo scontri apocalittici di civiltà e ostenta ossessivamente le radice cristiane europee, scordando che Gesù Cristo era un mediorientale che insegnava innanzitutto l’accoglienza del diverso. Dalle gerarchie istituzionali cattoliche nessuna diffidenza con l’ideologia cristianista, ma consonanza e appoggio.

Pubblicato in Sacro&Profano
Mercoledì, 06 Aprile 2011 10:53

New age

 

Frequentavo mistica esotica, chissà cosa pensava quella gente lì con gli occhi chiusi a meditare? Ascoltavano il respiro? Si sforzavano di non pensare? Quando vedevo qualcuno meditare con gli occhi chiusi e le gambe incrociate, un impulso mi suggeriva di avvicinarmi in silenzio per dargli, a freddo, un calcio nel culo. L’ho pensato più volte ma non l’ho mai fatto, chissà forse qualcuno si sarebbe “illuminato”. Preferivo leggere testi e pensare al meditare, per staccarmi da me stesso eseguivo  lavori semplici, svolti con cura maniacale. Lavavo i piatti e poi il lavandino con l’anticalcare e poi con la varechina, eccellente sbiancante e antisettico, una volta sciacquato il lavandino era più che pulito, ma invece di smettere lo lucidavo, più e più volte, con panno morbido. In quel rito masturbatorio il lavandino diventava di un lucido ultramondano e nel contemplarlo mi scordavo di me, funzionava meglio che ripetere un mantra. Al supermercato andavo in cerca dei migliori detergenti, aspettavo le novità. Mi impegnavo anche a tinteggiare con la calce pareti già bianche e aggiustare porte funzionanti solo un po’ rumorose. Davo a credere agli altri che volessi raggiungere l’eccellenza del risultato, invece ero attratto dall’impegno senza scopo, perché lì mi scordavo di me. Il trascorrere l’esistenza come intrattenimento, la vita come un passatempo, mi faceva sentire un po’ immortale. Il percepirmi persona nello spazio-tempo lo interpretavo come un inganno, un incidente di percorso causato dalla nascita, che aveva momentaneamente interrotto la vita vera, quella incorporea, impersonale, infinita ed eterna dello stato prenatale nella quale sarei tornato con la morte.

Pubblicato in Sacro&Profano
Martedì, 29 Marzo 2011 21:05

Ontologia

 

In termini puramente formali l’ontologia studia l’essere in quanto essere,ipotizza un “quid che è prima” generatore del pensiero, del soggetto e del sapere, origine e causa di ogni e di tutti i soggetti, pensieri e saperi. Così l’ontologia da formale diventa operativa e da un dogmatico primordiale “c’era una volta…”  racconta la storia del mondo poi, come Dio, da il nome alle cose, inventaria l’esistente.Forse non è vero che l'essere racconta storie, sono gli uomini che le inventano.

Pubblicato in Filosofia di strada
Venerdì, 25 Marzo 2011 09:44

Il fascino dell'orrore

 

 Ho un po’ di nostalgia di quando i figli erano piccoli e raccontavo storie, apprezzavano quelle dell’orrore, così ne inventavo ogni sera di nuove. Chiedevo di che grado preferissero l’orrore: “Piccolo, medio o terribile”. Optavano per il terribile. Iniziavo il racconto ignorando la storia, guidato da un suggeritore interno. Prima arrivava il titolo: “La dama bianca”; poi la storia: femmina di mezza età annegata in una cisterna, che la notte sotto forma di spettro, vagava nel giardino di casa nostra ed entrava nel letto di grandi e bambini. Era fredda, di un freddo che non esiste su questo pianeta.“Il Donno di casa” era invece uno spettro gigante, metà uomo metà donna, che al tramonto aspettava i bambini all’ingresso della camera da letto per rapirli. Particolarmente apprezzata era “La matrigna”, femmina di mezz’età che inseriva insetti nelle orecchie di bambini orfani di madre, un classico popolare. I pargoli soffrivano d’emicrania perché formiche, ragni e millepiedi scavavano gallerie nel loro cervello, finché un giorno il padre scopre la malvagità della matrigna, la uccide e salva i bambini. Ero attento anche alla scenografia, di giorno lucidavo mele che nascondevo nei cassetti, così la sera davo prova del passaggio della strega, o mettevo insetti in vasi di vetro, così potevo mimare la matrigna col millepiedi vivo nella mano: “Ecco vedete bambini, la matrigna faceva così…” Se arrivava un temporale facevo entrare tuoni e saette nella storia: “Avete sentito il tuono? Il Donno di casa sta arrivando davvero, attenti arriva!” Talvolta erano lì per spaventarsi più del dovuto, allora in corso d’opera rendevo più rassicurante la trama. La sera dopo chiedevo: “Volete la storia di orrore piccolo, medio o terribile” loro optavano per il terribile, se proponevo “orrore piccolo” frignavano. Così ho imparato che il fascino dell’orrore esiste davvero, innato come il peccato originale.  

Pubblicato in Frammenti Autobiografici
Giovedì, 24 Marzo 2011 11:27

Lo spermatozoo sbronzo

 

 Quando qualcuno viene male, instabile e tormentato, di quelli che senza apparente motivo passano l’esistenza a star male e a far star male gli altri, la tradizione popolare insinua che, la notte del concepimento, il padre e la madre hanno alzato troppo il gomito. Venuto strano perché frutto d’ovuli e spermatozoi sbronzi. Quello invece venuto bene frutto, dunque, d’amore, consapevolezza e sobrietà? Indifferente ai detti popolari per fortuna le cose funzionano spontanee senza necessità d’intenzione, conoscenza e neppure d’ amore, come quando digeriamo le orecchiette con le rape senza conoscere l'abc della gastroenterologia. Se prima di nascere avessi potuto scegliere avrei preferito la prima opzione: frutto di spermatozoo e ovulo sbronzo. Più divertente e meno ipocrita e non è detto che sarei venuto male. Più rassicurante fidarsi del cosmo nel suo funzionamento che dipendere dai sentimenti di una coppietta.

Pubblicato in Pensieri Improvvisi
Mercoledì, 23 Marzo 2011 18:58

Ordinamento normativo

 

In adolescenza quello che a scuola chiamavano cultura era per me una entità rarefatta, inutile, nemica.  Detestavo i professori, li avvertivo estranei. In prima media una preside di ferro dirigeva la scuola. Nella mia classe i bidelli avevano trovato un paio di banchi rotti,  la preside,  era venuta ad interrogarci: “Chi è stato? Chi sa e non parla farà andare di mezzo tutta la classe, metterò una nota collettiva!”Tutti zitti. Ho sentito una voce uscire dallo stomaco che gli ha risposto: “Non so chi sia stato, ma anche se lo sapessi non lo direi”. Gelo, pausa di tre secondi, latrato della preside a me rivolto: “Come ti permetti!” Anche se timido mi sentivo a mio agio, rilassato e mentre fissavo negli occhi quella donnina ossessa ho sentito una voce che ha detto: “Vaffanculo”, era la mia. Immediata convocazione scritta ai genitori per comunicargli la sospensione del figlio. Era andato mio padre nell’ufficio della preside, mi aveva difeso alla “democristiana” anche se votava partito liberale: “Sa il ragazzo era imbarazzato davanti alla classe e per darsi un contegno è andato sopra le righe per timidezza…” Così la sospensione era stata revocata ed io avevo un po’ imparato che il sollevarsi procura sanzione e il prostrarsi la condona.

Pubblicato in Frammenti Autobiografici
Martedì, 22 Marzo 2011 13:15

Il suggeritore interno

 

Ho chiuso il negozio in anticipo per andare alla fiera del paese. L’incasso della giornata l’ho messo nella tasca del cappotto arrotolato con un elastico, 375 euro. Nella ressa ho intravisto oppresso dalla folla, uno storpio, ma proprio storpio, con le mani  alzate che implorava carità. Una voce interiore mi ha detto: “Dagli tutto!” Ho messo la mano nella tasca e gli ho dato il malloppo. L’operazione è stata fulminea, il mendicante non mi ha visto in faccia. Rapido mi sono allontanato da lui e ho sentito un’altra voce interna che mi ha detto: “Ma che ca… hai fatto?”  Meglio essere prudente con i suggeritori interni, però per un paio di secondi mi sono sentito Gesù; alzati e cammina non mi sono permesso di dirlo, però ho fatto qualcosa che gli assomiglia un po’, 375 euro per sentirmi Messia un paio di secondi è, a ben vedere, importo congruo.

Pubblicato in Frammenti Autobiografici
Domenica, 20 Marzo 2011 18:58

Iddio inflaconato

 

 Siccome faccio l’erborista, di tanto in tanto, conduco dei corsi di fitoterapia. Nel mio ambiente è frequente incontrare alternativi della “new age” che, sicuri di cosa dicono, parlano di “energia” delle piante. Chiedo: “Quanti watt?” e nessuno risponde. Nel lavoro seguo un approccio scientifico, quello appreso a scuola, so di alcaloidi, eterosidi, saponine e iridoidi niente di magico e neppure di trascendente, sono loro che fanno guarire o avvelenano, tutto qui. Anch’io da adolescente mi ero illuso di catturare l’energia delle piante, quella che da e fa la vita, ci avevo provato a chiudere Dio dentro un flacone, peccati di gioventù. Un po’ ci provo ancora, il vizio non l’ho perso, ma lascio perdere Dio e anche i flaconi, meglio il silenzio.

                                     Passiflora Herbarium Mediterraneum brunovergani©  

Pubblicato in Sacro&Profano
Sabato, 19 Marzo 2011 12:09

Crocifisso, Stato italiano assolto

 

Correzione di rotta della Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo che con sentenza definitiva assolve lo Stato italiano. Occorrerà leggere le motivazioni della sentenza, ma qualcosa si può anticipare. A ben vedere nella sentenza di condanna di primo grado del 2009 il crocifisso non poteva essere esposto il luogo pubblico e scolastico, perché  giudicato dalla Corte tanto pregno e potente di significato da condizionare l’educazione e violare il diritto di libertà. I “pro” crocifisso, invece di ringraziare, erano rimasti sconcertati alla notizia che l’amato simbolo valesse assai per la Corte di Strasburgo, mentre gli “anti”, invece di preoccuparsi, esultavano.Nella recente sentenza di assoluzione della Grande Chambre si afferma invece che il crocifisso non discrimina perché simbolo di niente, quanto un soprammobile. I sedicenti vincitori dovrebbero rimanere un po’ sconcertati invece di trionfare e gli avversari non hanno congruo motivo di frignare. Invece i primi esultano  e i secondi frignano. Ma non è che i diritti dell’uomo siano cosa più seria di questo carnevale?

Pubblicato in Sacro&Profano
Mercoledì, 16 Marzo 2011 11:39

Mangiapreti

 Contestare dottrine è insidioso perché il dogma resta lì immobile, indifferente a qualsiasi confutazione,così chi tenta un approccio dialettico per invalidarlo attraverso il movimento dimostrativo, non avendo riscontro, rischia di perdere la pazienza. Nel momento preciso che perderà la testa, abbandonando il pensiero per abbracciare la reazione avrà perso: verrà, suo malgrado, legato, inghiottito proprio da quella dottrina che intendeva refutare;  diventerà un apostata, piccolo satellite che esiste per contrapposizione, che gira intorno alla stella madre da lei illuminato. Ci sono solo due vie d'uscita dalla dottrina: l'eresia per chi con astio contrattacca, oppure il pensiero propositivo di chi, indifferente ai postulati dogmatici che non condivide, propone qualcosa di meglio. Vale per i dogmi delle ideologie, delle chiese e per quelli dei potenti. 

Pubblicato in Sacro&Profano

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