Dante ammoniva: “Fatti non foste per vivere come bruti ma per seguir virtude e conoscenza”, invito ad avvalorare quel desiderio indefinito d’infinito insito negli uomini. Dividere l’alto dal basso e mischiare la virtù alla conoscenza può però confondere. La virtù tende ad uniformarsi, mentre la conoscenza necessita di spregiudicatezza; il conoscere chiede il pensiero originale del singolo, la virtù conformazione. Le Chiese delle religioni e anche quelle ideologiche sono corporazioni dove sovente il singolo individuo viene disconosciuto: elemento insignificante in sé considerato solo in quanto cellula della corporazione, anima collettiva, di gruppo, come le api e le formiche. Omessa la persona vengono monitorati i suoi comportamenti, in quanto quelli classificati bruti apportano danno e quelli virtuosi meriti alla corporazione. Freud invece attento al singolo, sospettoso dell’infinito e allergico all’indefinito, dopo aver analizzato nella fattispecie, caso per caso, quel desiderio nebuloso e “alto” di infinito ci ha informati che le alte sfere, dei più da lui osservati, erano palloni gonfi di merda. Forse quello che chiamiamo superficialità contiene qualcosa di molto vicino alla verità. Profondità e altezze sono invece ingredienti per fiction, materia prima per commedia divina.