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Venerdì, 28 Marzo 2025 15:48

Determinismo spinto, anzi spintissimo

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Nella storia del pensiero non mancano visioni rigidamente deterministiche, e tra queste spicca quella di Spinoza. Egli concepisce l’esistenza come interamente governata da una necessità impersonale, una sostanza eterna e autosufficiente che non persegue alcun fine. Tutto ciò che esiste non può che esistere, tutto ciò che accade non può che accadere. Non vi è spazio per l’iniziativa individuale, per un’autentica libertà personale o per un soggetto autonomo: in questa prospettiva rigorosamente deterministica, il soggetto non è altro che un modo della sostanza universale, senza un’esistenza indipendente.

Nel sistema di Spinoza, gli esseri umani sono parte di un ordine necessario che li determina in ogni aspetto. Di conseguenza, la società non evolve perché qualcuno sceglie liberamente di trasformarla, ma perché emergono, all’interno della concatenazione delle cause necessarie, le condizioni che determinano il cambiamento. Analogamente, nessuno diventa buono o malvagio per scelta autonoma: sono le cause necessarie a orientarlo in una direzione e a mantenerlo in essa. Se tutto accade per necessità, nessuno merita davvero elogi o condanne. Indignarsi per le azioni meschine o crudeli degli altri equivale, in ultima analisi, a indignarsi nei confronti della Natura, della Sostanza, di Dio.

Come si concilia allora questa visione con il titolo dell’opera più celebre di Spinoza, l'"Etica"? Se gli esseri umani sono interamente determinati, che senso ha parlare di etica? In effetti, Spinoza non invita a essere moralmente migliori, ma a raggiungere una consapevolezza razionale dell’ordine naturale. Essere determinati in modo consapevole è più vantaggioso che esserlo inconsapevolmente. Tuttavia, anche questo passaggio è parte del meccanismo necessario della realtà, non un atto di autentica iniziativa personale. La libertà, per Spinoza, coincide con la comprensione della necessità.

Potrebbe sembrare un paradosso, eppure quando provo a guardare il mondo da un’angolazione spinoziana percepisco una libertà intensa.

Forse la nostra opposizione tra necessità e libertà dipende dall’aver introiettato rigidamente il principio di non contraddizione, mentre alcuni aspetti della realtà potrebbero seguire logiche diverse, come suggerisce la scienza quando studia il verificarsi di combinazioni lineari di stati distinti. Oppure, l’apparente conflitto tra necessità e libertà nasce da un equivoco: confondiamo livelli differenti della realtà. La natura esiste in un certo modo, la conoscenza che ne abbiamo segue altre dinamiche, e ancora diversi sono i criteri con cui giudichiamo il bene e il male, il bello e il brutto. I livelli ontologico, gnoseologico, etico ed estetico operano secondo logiche specifiche e non possono essere sovrapposti senza generare contraddizioni insolubili. L’ontologia afferma: il pesce grande mangia il pesce piccolo. Ma la nostra sensibilità morale, su tutt'altro piano, aggiunge: non siamo indifferenti a questo accadere.

Ultima modifica il Venerdì, 28 Marzo 2025 16:38
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2 commenti

  • Link al commento Daniela Moscardini Domenica, 30 Marzo 2025 08:20 inviato da Daniela Moscardini

    Curioso. Mi sto avvicinando a Spinoza e appare il tuo articolo o riflessione o considerazione, chiarificatore, alla mia ignoranza! Approfondirò, leggendo l'Etica dell'autore. Ma, chiedo, l'etica è personale o riguarda l'uomo, in generale? Grazie, per aver chiarito e suscitato riflessioni.

    Daniela

    Rapporto
  • Link al commento Bruno Vergani Domenica, 30 Marzo 2025 11:08 inviato da Bruno Vergani

    Ciao Daniela, probabile che l'etica sia universale nella sua esigenza di fondamento, invece personale nel modo in cui viene vissuta e realizzata. Per Spinoza l'etica non è un sistema di doveri imposti, ma una scienza della vita buona, basata sulla conoscenza della “necessità” (ciò che è così com’è e non potrebbe essere altrimenti) dell’ordine razionale della Natura, o sostanza , o Dio. Personalmente faccio fatica a leggere l’Etica, il metodo geometrico che concatena assiomi e deduzioni mi respinge un po’, così ci giro intorno leggendo e sentendo lezioni di gente che ne capisce, per poi ritornare sopra al testo originale. Se hai tempo puoi seguire la seconda parte di questo intervento di Mignini
    https://www.youtube.com/watch?v=siHTFvnH2nE&t=2646s

    Rapporto

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