BLOG DI BRUNO VERGANI

Radiografie appese a un filo, condivisione di un percorso artistico

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Martedì, 14 Giugno 2011 10:35

INVITO vacanza filosofica in Puglia

 

Il sito internet “www.ilgiardinodeipensieri.eu” di BolognaIl gruppo editoriale “Il pozzo di Giacobbe”-“Di Girolamo” di Trapaniorganizzano la    SETTIMANA FILOSOFICA  PER… NON FILOSOFI* Per chi:Destinatari della proposta non sono professionisti della filosofia ma tutti coloro che desiderano riflettere criticamente su alcuni temi di grande rilevanza teorica ed esistenziale.* Dove e quando:Cisternino (Brindisi), dal 22 luglio al 28 luglio 2011* Su che tema:Eros o agape? L’amore nel tempo delle ‘passioni tristi’Le "vacanze filosofiche per...non filosofi", avviate sperimentalmente sin dal 1983, si sono svolte regolarmente dal 1998. Per saperne di più si possono leggere: A. Cavadi, Quando ha problemi chi è sano di mente. Breve introduzione al philosophical counseling (Rubbettino, Soveria Mannelli 2002) oppure Autori vari, Filosofia praticata. Su consulenza filosofica e dintorni (Di Girolamo, Trapani 2008) oppure, A. Cavadi, Filosofia di strada. La filosofia-in-pratica e le sue pratiche (Di Girolamo, Trapani 2010). È attivo anche il sito www.vacanzefilosofiche.it curato da Salvatore Fricano (Bagheria).Programma orientativoArrivo nel pomeriggio (possibilmente entro le 19) di venerdì 22 luglio.Primo incontro alle ore 21 presso Agriturismo “Il portico” di Contrada Lama Pellegrino 27, Cisternino.Sono previsti due seminari giornalieri, dalle 9.00 alle 10.30 e dalle 18.00 alle 19.30, sui seguenti temi:* L’amore nel mondo greco, biblico e medievale* L’amore secondo Hegel, Feuerbach e Fromm* L’amore secondo noi: esercizi di filosofia praticaI seminari saranno introdotti a turno da Elio Rindone (Roma), Augusto Cavadi (Palermo), Davide Miccione (Catania).Partenza dopo il pranzo di giovedì 28 luglio.CostoL'iscrizione al corso (comprensiva dei materiali didattici) è di euro 100 a persona.Chi si iscrive entro il 10 giugno ha diritto a uno sconto di 20 euro.Eccezionalmente si può partecipare a uno dei 12 incontri (euro 10).Per l'iscrizione ai seminari inviare l’acclusa scheda d’iscrizione e la copia (anche mediante scanner) del versamento di € 50,00 a persona, a titolo di anticipo sulla quota complessiva, a: prof. Elio Rindone (tel 065835765 - cell. 331.4206991- fax 0623313760 - e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.). In caso di mancata partecipazione alla vacanza-studio, detta somma non verrà restituita. La prenotazione al seminario non è valida finché non è stato effettuato il bonifico!

Pubblicato in Filosofia di strada
Domenica, 12 Giugno 2011 17:12

Madre, testo e sottotesto

 

 <<Chi sei dunque? -Io sono una parte di quella Forza che eternamente vuole il male e eternamente opera il bene-.>> (Goethe, Faust) 

Contenuto manifesto1 (Pietà vaticana di Michelangelo Buonarroti)  

 

Contenuto latente2 (Pietas di Jan Fabre, 54° Biennale di Venezia) 

1-2 nelle immagini possiamo invertire il latente col manifesto e il manifesto col latente. Funziona lo stesso.

Pubblicato in Pensieri Improvvisi
Sabato, 04 Giugno 2011 18:21

Incantesimo infausto

 

"Tutto è dove deve essere e va dove deve andare: al luogo assegnato da una sapienza che (il cielo sia lodato!) non è la nostra." Sentenza finale del Miguel Mañara di Oscar Vladislas de Lubicz Milosz. Invito all’inorganico, dove il fedele brutto e cattivo è opportuno che rimanga pietrificato in quiete assoluta e con l’elettroencefalogramma piatto per non combinare danni, mentre un Dio buono e sapiente fa tutto per lui. La passività è salvezza, l’iniziativa errore. Gesù Cristo, che era uno attivo, non ha mai proferito simili idiozie. Il quietismo è un ascesso che si incista rapido nel cervello, la prognosi è infausta.  

Pubblicato in Frammenti Autobiografici
Martedì, 10 Maggio 2011 20:44

Calipso

 

Da tanti anni raccolgo piante e le trasformo. Estraggo i principi attivi, li concentro; i fiori diventano gocce, le foglie capsule, le radici compresse, così i miei amici clienti le ingurgitano agilmente. Nel chiedermi i prodotti i clienti gli cambiano il nome: la Pilosella diventa “pisosella”, il Ginko biloba si trasforma in “Ginko bilboa”, il Capsico vira in “caspico”, l’Eucalipto deraglia in “calipso”, la lecitina di soia in “sollecitina di soia” i primi anni d’attività li correggevo, adesso li chiamo anch’io così. Gli erboristi preparatori sono una razza in via d’estinzione perché oramai i prodotti sono realizzati dall’industria, così gli erboristi diventano negozianti che rivendono quello che acquistano. Ho rifiutato di limitarmi a commercializzare, perché raccogliere e trasformare le piante mi piace, anche se  talvolta il lavoro è appesantito dalla burocrazia, da normative asfittiche. Non do le erbe a tutti, se la faccia del cliente non mi piace dico che non ho nulla per lui. Talvolta nei giorni di scirocco a  qualcuno non faccio pagare i prodotti, ho imparato da Geppino un dentista della provincia di Bari che mi aveva aggiustato un premolare a gratis, così, senza motivo. 

Pubblicato in Frammenti Autobiografici
Sabato, 07 Maggio 2011 23:13

cinquanta, sessanta, novanta

 

Non so se ci sia differenza nel morire a cinquant’anni, sessanta, novanta o in questo momento. Se camperò in buona salute, accetterei di rimanere ancora vivo per un bel po’, negli anni a venire potrei aggiustare la serratura della porta quanto si rompe, lavare l’automobile, tagliare il prato, fare la spesa, seguire la prevedibile cronaca politica, leggere quello che mi piace, stare con chi mi piace, raccontare storie, ma per poterlo fare non sto lì a sottopormi ai dogmi medicali d’occidente; colonscopie per diagnosticare un cancro in fase iniziale dentro le budella e TAC ai polmoni per i fumatori come me. Se la diagnosi precoce mi renderebbe immortale, come il dogma medicale sembra suggerire, potrei anche considerarla. Morire venti anni prima o dopo cosa cambierebbe? Forse avrebbe senso e dignità vivere a lungo per compiere il mio percorso di uomo, di pensiero, di ricerca, artistico, ma è proprio questo percorso che mi invita a guardare ed abbracciare sorella morte. Il pensiero va in quella direzione, in quei territori, lì il percorso mi conduce e m’invita a giocare la partita. Quando penso alle persone care che non sono più considero che, tutto sommato, stanno evitando numerose incombenze fastidiose e anche dolorose. Se mio padre fosse morto dieci anni dopo? Un po’ dopo un po’ prima è poi così rilevante? Non so se ho un Creatore, ma anche senza risposta continuo ad essere, non so cos'è l'essere tuttavia sono. Questo senso d’essere è arrivato da solo e mi sono ritrovato soggetto pensante. E’ l’unico capitale che ho. E' l'unico problema che ho.

Pubblicato in Frammenti Autobiografici
Sabato, 07 Maggio 2011 22:55

Dio?

 

In solitudine  guardo una mia vecchia radiografia. In una radiografia si vede una persona in trasparenza. Si vede dentro, si vede tutto, eppure non c’è niente di particolare da vedere. Potrebbe essere quella di un cadavere. Potrebbe essere quella di un altro. I corpi, mio o tuo, vivo o morto, dentro sono tutti uguali. Anche i respiri sono tutti uguali. Qualcuno continua, qualcuno cessa, qualcuno inizia. Guardo una mia fotografia, avevo due anni, l’occhio era consapevole, come quello di una mia fotografia recente. Negli anni il corpo è cambiato, ma l’occhio è lo stesso; forse l’anima esiste davvero, è quella cosa lì dentro gli occhi che fa dire: “Si, è lui”. In mezzo alle due foto ci sono tanti anni, tante vicende, quel bambino che sembrava disperso oggi è tornato, è rimasto nascosto per poi manifestarsi ancora; ma allora a che serve il percorso se conduce alla partenza? Forse la comprensione non è un processo ma percezione istantanea. Forse non sono un mortale. Cosciente il bambino, cosciente l’uomo, continuo infinito presente? Nelle fotografie entrambi osservano qualcosa. Cosa? Vedono che esistono e comprendono che è atto potente? Sembrano andare oltre l’apparato psicosomatico che li contiene; indizio d’immortalità? Eppure non sono mistici rarefatti, sono invece individui, persone pensanti. Forse nei labirinti della psiche per emanciparsi dall’ego bisogna rafforzarlo. L’io non è solamente un pronome personale, se Dio esiste è quella cosa lì, o qualcosa che gli assomiglia.

Pubblicato in Sacro&Profano
Lunedì, 25 Aprile 2011 21:12

Deriva ontologica

 

“Quando ci si mette insieme, perché lo facciamo? Per strappare agli amici – e se fosse possibile a tutto il mondo – il nulla in cui ogni uomo si trova.”Incipit del messaggio di Mons. Luigi Giussani per il XXV Pellegrinaggio a Loreto.Ad Amsterdam avevo incontrato un vecchio misantropo che viveva su un battello con dodici gatti. Preferiva i gatti agli uomini perché, a suo dire, gli volevano bene e non parlavano male di lui alle spalle. Quand’era giovane aveva scarsa opinione degli uomini, poi invecchiando non gli è bastato più considerarli vermi e li ha giudicati nulla. Non era sano ma neppure pericoloso, non si era messo in testa di strappare l’umanità tutta dal nulla nel quale l’aveva relegata. 

Pubblicato in Sacro&Profano
Giovedì, 14 Aprile 2011 16:20

Adolescenza pagana

 

Con la moto nel fine settimana partivo  con la manetta del gas al massimo in direzione nord, verso le montagne, il posto degli déi. Costeggiavo il lago di Como e in tre ore ero in cima al passo dello Spluga. Rimanevo là solo a contemplare la natura un po’deluso, gli dèi che dalla pianura intravedevo sulla vetta raggiunta la cima erano spariti, allora li cercavo ancora sulla strada del ritorno, nel brivido di rifare il passo in discesa a velocità folle. Forse la verità si può indicare ma non svelare, se la nomini scompare, forse gli déi si divertivano come gatti selvatici a rimanere nascosti, sempre un po’ più in là. Mi stavo convincendo che per avere un incontro ravvicinato con il divino necessitavo di altri portolani e non dovevo fare il motociclista ma l’entronauta. Più interessante delle montagne era diventato il cimitero monumentale di Milano, oltrepassato il portale entravo in un altro regno, lì le divinità si percepivano, si intravedevano, dèi minori confinati in una specie di serra, di zoo, forse da un Dio supremo più potente di loro, messe lì per essere guardate dai mortali.

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Mercoledì, 13 Aprile 2011 10:18

Infanzia pagana bis

 

 Avevo forse sei annie in un giorno ventoso mi portarono a casa dei vicini. Stoffe nere attaccate alle pareti, sul letto una vecchia ferma con gli occhi chiusi e la faccia strana, faccia da donna che dorme da sempre. Qualcuno col pollice gli ha tirato all'insù una palpebra: l’occhio era fisso e biancastro. Non mi piaceva rimanere lì, ero sceso solo per la strada il cielo era terso e arrivava il vento freddo dalle montagne. Forse era quel vento che immobilizzava la vecchia, la faceva diventare una cosa fredda e ferma. Strana cosa la morte, se il vento delle montagne era così forte da far diventare “cose” le vecchie andava rispettato, ma più potente della morte erano i gatti. In casa c’era il gatto Stefano, nero, enorme. Pelo morbido, caldo, pancia molle che al tatto faceva uscire un qualcosa di potente, più forte del vento delle montagne che faceva morire le vecchie. La vecchia nel letto era strana, aveva l’aspetto di una persona ma si comportava come una pietra. Ci sarebbe voluta una donna metà gatto metà donna, faccia da gatto corpo da donna, lei forse sarebbe immortale.

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Martedì, 12 Aprile 2011 13:00

Infanzia pagana

 

Boschetti di robinie, lucertole, grilli, bande con le fionde. A cinque anni non mi piaceva tirare sassi ai nemici preferivo fare lo stregone, avevo un paio di assistenti il più capace l’avevo soprannominato “Ciulino”, l’avevo scelto perché catturava orbettini, piccole serpi lisce e quasi cieche, che infilava nel naso per farle uscire dalla bocca. Inseriva la testa nella narice, rapido il rettile penetrava l’orifizio equivocandolo per tana, Ciulino spalancava la bocca, si ficcava l’indice e il pollice in gola, faceva una specie di gargarismo, afferrava da dentro la gola la testa della biscia e mentre tirava diceva con voce nasale: “C’è, c’è”. Ammiravo la coda della biscia scomparire dentro il naso di Ciulino mentre la testa usciva dalla bocca. Io mi limitavo a mangiare qualche zampa di cavalletta e formiche. Quando la banda catturava un nemico ordinavo agli assistenti di tenerlo fermo, così potevo pungerlo con le ortiche e poi impiastrarlo con l’intruglio d’acetosella; mi dava soddisfazione vedere il corpo del nemico diventare verde, un piacere intimo di una qualità precisa. Le montagne là in fondo mi ammonivano che anche se capace di colorare i nemici non ero Dio, Lui era a nord sulle montagne da lì faceva arrivare il vento.

Pubblicato in Frammenti Autobiografici

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