BLOG DI BRUNO VERGANI

Radiografie appese a un filo, condivisione di un percorso artistico

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Martedì, 10 Settembre 2024 19:52

Quota fissa

Nel fare l’erborista mi è capitato che qualche naturopata mi abbia tolto il saluto, perché sostenevo che è saggio far riferimento alla comunità scientifica, o per il fatto che non trovavo differenza qualitativa fra due farmaci con molecola identica, una prodotta artificialmente in laboratorio l’altra estratta da una pianta, giacché il naturopata valutava spazzatura quella sintetica e miracolosa la naturale. Ho anche conosciuto persone, e non poche, che sono morte perché, diffidenti verso la scienza, hanno optato per cure alternative. Per arrivare a tanto deve esserci sotto qualcosa di importante. Constatando le tante persone con concezioni ideologiche esaltate su tematiche non cruciali, mi è venuto d'azzardare una teoria:

quando in massa si andava a messa la domenica mattina, certe posizioni erano rare, ma più Dio moriva più si attivavano concezioni moralistiche e manichee su tematiche minori. Verosimile che siamo costituiti da una quota intrinseca e persistente di sacro, che necessita di continuo alimento e espressione. Se lo scenario disponibile non ci offre circostanze congrue allo svolgersi assoluto e totalizzante che il sacro reclama, le si pompa di valenze simboliche, di sovrappiù di significato, dimodoché affermandole e difendendole l'irriducibile quota di sacro che ci abita possa trovare alimento e espressione.

Pubblicato in Frammenti Autobiografici
Venerdì, 06 Settembre 2024 14:41

Nel frattempo

Più sono gli anni che osserviamo ciò che ci accade intorno più abbiamo prova dell’impermanenza di tutte le cose, Buddha aveva ragione.

Visto che questa consapevolezza di complessiva provvisorietà ci preclude qualsiasi meta, demotivandoci e finanche paralizzandoci, tendiamo per legittima difesa a rimuoverla eternando noi e il mondo, dimodoché da quando nasciamo a quando moriamo possiamo, nel frattempo, muoverci combinando qualcosa. Il problema è che questo rimosso, per sua intrinseca natura, torna e tornando ci rode dentro instillando nichilistiche mestizie, che anestetizziamo con distrazioni ad hoc.

Può essere che funzioni meglio vivere appieno il momento presente insieme alla consapevolezza che niente dura, percepita come dimensione di fondo del nostro esistere. Sfondo che ci libera dal mondo e da noi stessi, dalla ventura del mondo pur avendola a cuore; dagli esiti del nostro vivere pur cercando di vivere al meglio.

Forse esiste una giusta misura fra essere e non essere e si ottiene emulsionandoli.

Pubblicato in Frammenti Autobiografici

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