Quando frequentavo l’ultimo anno dell’asilo di tanto in tanto veniva a farmi una iniezione “la tedesca”, una vicina di casa originaria della Germania dell’est. Quando vedevo entrare in stanza quel donnone con i capelli biondi cortissimi urlavo e fuggivo, per riuscire a farmi l’iniezione mi dovevano bloccare in tre. Siringhe di vetro enormi e bollenti, aghi dolorosi. Per qualche anno avevo creduto che “i tedeschi” erano quelli che facevano le iniezioni.
Quanto siamo determinati nel nostro pensare e agire dalle vicende della vita? Quanto dall’indole? Karl Marx figlio di un rabbino di Treviri; Bertold Brecht di un fabbricante di carta; Voltaire di un notaio; Berlusconi di un impiegato di banca, se fosse stato figlio di un rabbino, di un fabbricante di carta o di un notaio sarebbe venuto meglio?