Appese alle pareti di qualche negozio o laboratorio artigianale può capitare di leggere la “comunicazione di servizio”: “Prima di azionare la bocca inserire il cervello”; l’artigiano avvisa ed invita i clienti ad essere amici del pensiero per emanciparsi da pretese insensate. Diffusa l’involontaria indifferenza al pensare e qualche cartello che la ricordi potrebbe anche essere utile; meno conosciuta invece la consapevole e perseguita inimicizia al pensiero.
Sappiamo che la differenza tra un corpo cadavere e uno vivo è che il primo non pensa, eppure c’è chi s’impegna ad interrompere il personale pensiero convinto che, invece di ritrovarsi cadavere, raggiungerà una sorta di realizzazione, di illuminazione. La definiscono "meditazione recettiva" e mira proprio alla distruzione del pensiero. Esperienze picco di questa voluta ostilità al pensiero le troviamo in frange spiritualistiche new age che mal riferendosi a tradizioni mistiche, si sforzano di distruggere il pensare attraverso esercizi mirati, appresi da manuali - solitamente di autori americani - proposti in libreria. Seduti a gambe incrociate si rilassano cercando di fermare la mente e quando il pensiero si attiva gli mitragliano addosso mantra ripetitivi per stroncarlo sul nascere. Poi, non ancora soddisfatti, la notte invece di dormire tentano il “sogno lucido”: come sentinelle resistono al sonno e quando il sogno spontaneamente cerca di attivarsi per aggiustare i danni procurati dalle pratiche masochistiche diurne, gli risparano addosso meccanismi di controllo per governarlo. Dopo la notte insonne scesi dal letto finalmente si rilassano digiunando, mentre si sottopongono ad enteroclismi purificatori.
“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero” recita l’inizio dell’articolo 21 della Costituzione, ma a loro non interessa. Preferiscono l’autocensura radicale obbediente a "linee editoriali" misteriose, pericolose, malate.