Ecoappartenenza
Ho osservato vecchi contadini con le mani tanto consumate da non poter più lavorare indifferenti all’imminente personale morte perché impensieriti dalle erbacce che gli soffocavano le fave. Anche in ospedale ho incontrato uno col corpo rinsecchito che pensava tutto il giorno al suo orto coi pomodori da irrigare.
Allora ho implementato un orto botanico con numerose specie mediterranee così da schiattare pensandole invece di farlo guardando Rai 3. Perché sia ben chiaro lo scopo ho evitato qualsiasi specie edule. Solo aromatiche e psicotrope.
Cella di rigore
Più si vuole enunciare un pensiero che risulti vero, razionale e obiettivo, più occorre estesa premeditazione e prolungata costrizione così da dettagliare rigorosamente, convenzionalmente, esaurientemente, ogni particolare dall’inizio. Sarà anche necessario fermarsi a lungo per considerare tutte le connessioni e ogni conseguenza prodotte dal personale pensiero, come pure ciascun corollario e di tutto questo riportare meticolosamente gli autori che hanno affrontato o toccato la tematica, nonché attardarsi per anticipare risposte alle innumerevoli potenziali obiezioni degli interlocutori.
Che strano, in natura l’andare troppo per le lunghe è condizione ottimale per la produzione di muffe, forse anche nel pensiero l’eccessiva composizione può produrre decomposizione.
Misericordia
Mi è capitato di incontrare preti che sono filosofi e filosofi che sono preti.
Il filosofo di solito si distingue dal chierico (ateo, agnostico o religioso che sia) perché invece di censurare o espellere l’interlocutore contestatario e non ossequioso, coglie l’intoppo come opportunità per proporsi e proporgli un riordinamento di pensiero.
Più l’interlocutore si rivelerà cretino, più indigente sarà il suo pensiero e la correlata manifestazione, più si avrà prova del valore del filosofo nel tentativo, per quanto possibile, di ricostituirlo ricapitalizzandolo, più o meno come nelle Spa.
Cosmogonie
«Quest’ordine universale, che è lo stesso per tutti, non lo fece alcuno tra gli dèi o tra gli uomini, ma sempre era, è e sarà fuoco sempre vivente, che si accende e si spegne secondo giusta misura»1
Che strano che questo destituire creatori e creature cagioni una sacra reverenza silente e sottomessa, grave e imponente come quella che procurano le messe cantate glorificanti la trascendenza di un soprannaturale domineddio.
Ignorando soluzione forse meglio, nel frattempo, che alla larga da sempiterni altiforni e messe cantate accenda il fuoco del personale ordine. Vivente, valoroso e universale in misura del mio quotidiano lavoro.
1 Eraclito, frammento 30.
Tranvai
Gli slogan di contestazione scanditi in piazza, i cori urlati da tifoserie e le marcette militari e religiose un po’ si somigliano nell’incedere ripetitivo e le pause minime tra i suoni. Tanto minime e disabitate che, in musica, non si chiamano pause ma fermate come quelle del tram che, nella sua meccanica sintassi, trascura la segmentazione ragionata.
Copyright
Mica s’improvvisa in presa diretta sul niente, mica è possibile e manco sano straniarsi da tutti i pensieri che già esistono. Così chi dice -con la parola o con l’arte- inevitabilmente citerà l’Altro, oppure ne prenderà in prestito il pensiero e talvolta, più o meno consapevolmente, lo ruberà copiandolo.
Nel contraddittorio voler esprimere l’inedito assoluto assemblando fotocopie Montaigne, nei suoi Saggi (libro primo, capitolo XXV Pedagogia), indica un’efficace soluzione osservando le api:
«… Infatti, se abbraccia le opinioni di Senofonte e di Platone per suo proprio ragionamento, non saranno più le loro, saranno le sue. Chi segue un altro, non segue nulla. Non trova nulla, anzi non cerca nulla … bisogna che assorba i loro umori, non che impari i loro precetti. E, se vuole, che dimentichi pure arditamente da dove li ha presi, ma che sappia appropriarseli. La verità e la ragione sono proprietà comuni a ognuno, e non sono di chi le ha dette prima a maggior ragione di che le ha dette poi. Non è secondo il parere di Platone più che secondo il mio, dal momento che lui ed io l’intendiamo e la vediamo allo stesso modo. Le api saccheggiano i fiori qua e là, ma poi ne fanno il miele che è solo loro; non è più timo né maggiorana: così i passi presi da altri, egli li trasformerà e li fonderà per farne un’opera tutta sua, ossia il suo giudizio. La sua istruzione, il suo lavoro e il suo studio non mirano che a formarlo».
Insomma originale e inedito pensiero frutto di personale interconnessa elaborazione. Tutto sommato anche Dio per fare Adamo ha preso un po’ di polvere da terra.
Il gatto
Strano evento è il gatto.
Anima e corpo, aldilà e al di qua, coincidono in lui. Comunica preciso senza necessità di linguaggio e di procedimento dimostrativo, senza ricorso alla metafora e neppure all’artificio artistico. Non è un simbolo e neppure un’immagine, non allude all'infinito ma lo manifesta, non rappresenta ma s'impone.
Noncurante dei riti gli basta l’immagine del suo corpo soddisfatto che dorme profondo sulle tue ginocchia lì, più potente di un film di Tarkovsky, cela e rivela spontaneo la struttura della Realtà.
Iniziati, sacerdoti e sciamani, tentano di emularlo impantanandosi in occulte energie e entità misteriose di mondi paralleli mentre lui sentenzia in presa diretta: «Or niente è coperto, che non abbia a scoprirsi; né occulto, che non abbia a venire a notizia.»1
Forse meglio diffidare di chi è indifferente ai gatti.
1Vangelo di Luca12:2
Filosofia politica
Ho vagheggiato il compimento di tutte le istanze di Immagine, quella di Lennon, ma nel banchetto conviviale che festeggiava la raggiunta libera fraterna uguaglianza non mi vedevo soddisfatto. Sentivo il mio corpo vecchio e un po’ malato e intorno gli accidenti accadevano daccapo, rigorosamente a capocchia, come prima. In un mondo non più globalizzato, nella democrazia perfetta, nei diritti finalmente raggiunti, nelle riforme conquistate, nella concordata planetaria bioetica, nell’ambiente pulito e in pace, nell’assenza di povertà, si soffriva e si moriva ancora. Anche noia e angoscia erano ancora lì e con Dio permaneva un flirt intricato.
La filosofia politica è tra le discipline più urgenti e necessarie ma forse, nel contempo, tra le più parziali.
Totem e tabù
Fatto salvo lo specifico DNA caratterizzante ogni filosofo, in che misura il pensiero degli esponenti dell’idealismo è stato influenzato da fortuiti accadimenti fausti? E quelli del nichilismo da avversi?
Quanto le tesi filosofiche sono state determinate da eventi epocali come pure condizionate da incontri casuali, reazioni umorali contingenti, gruppi d’appartenenza o avversi con correlati scambi di cortesie, pregiudizi, piccole vendette?
E in ogni biografia di filosofi, e di tutti quanti, quanta regia procurata da fuorvianti suggestioni nel pensiero per personali -consce, ma ancor più inconsapevoli- dinamiche?
Se la misura risultasse rilevante occorrerebbe riscrive dall’inizio l’intera storia della filosofia in chiave storico sociale e anche psicoanalitica.
La prima è stata più volte svolta, la seconda non mi risulta sia stata ancora scritta.
Corpi cavernosi
Non avevo le prove però l’avevo scritto che gli antichi patriarchi avevano falli enormi. Adesso le prove ci sono e un po’ confermano, insieme smentiscono, la mia ipotesi:
le dimensioni erano sì maggiori ma non enormi, semplicemente a norma.