Flirt complicato
Col quotidiano "Il Foglio" ho un flirt complicato, ma oggi ringrazio Camillo Langone che a pagina 2 mi cita generoso.
Apologia del “Non lo so”
Constato che le cose reali sono tre:
Io pensiero-corpo, l'Altro, la Natura.
Se indago da dove provengono e perché rischio d’infognarmi nell’irreale, se non me lo chiedo anche.
Bonnie e Clyde
Chissà com’è che la coppia Nulla & Dio mi ricorda un’associazione a delinquere?
Forse perché li vedo sempre accoppiati nella metafisica dei fondamentalismi religiosi istituzionali e anche di quelli che, di tanto in tanto, albergano nella testa degli uomini, compresa la mia.
L’infausta metafisica fondamentalista prende forma in tre mosse:
1 Inventa un “Ente Nulla” assoluto;
2 per implementarlo è necessario che sopprima o perlomeno inibisca di brutto - per l’evidenza che ci sono - l’Io, L’Altro e la Natura;
3 lì erige un qualche dio totalitario che fagociti tutto l'esistente.
Per fortuna tale dio si sgretola rapido se si toglie il presupposto nulla su cui poggia, operazione tutto sommato agevole per il singolo, complessa per i fondamentalismi istituiti, quelli storicamente impegnati nel pompare aria per tenere gonfio il pallone del nulla, così da tenere in piedi la baracca.
The morning
Se fossi partorito in questo momento come percepirei la realtà? Ce ne vuole di straniamento dal mondo e dai ricordi accumulati per rispondere. Forse aiutano i primi due minuti appena dopo il risveglio: assomigliano ad un tornare al mio primo ricordo, quando avevo più o meno un anno e nell’osservare il fuoco di una stufa sapevo di esserci. Fuoco d’essere-pensiero ancora qui immutato sorto spontaneo non so da dove, non conosco il perché, non so come. E’ l’unico capitale che ho? Trascorsi i due primi minuti mi lavo la faccia, se sono di fretta solo gli occhi e siccome ho l’imprinting cattolico commento: «Quando l’occhio è puro tutto il corpo è puro.» Nell’acqua del lavabo incontro la natura, poi leggo le notizie e assurge la cultura, così il capitale primario dell’Io pensante nell’incontrare nuovi evidenti fattori fluttua relazionandosi con essi; così l’Io cerca una sua misura tra natura e cultura.
Per come la vedo vivere è perseguire giusta misura dell’Io: se smisurato è delirio, se omesso irrompe il nichilismo, e in versione diretta, e in versione reattiva difensiva con l’assurgere d’entità immense e sempiterne prodotte e sostenute dal nichilismo medesimo. Se Dio c’è è uno che, come me, tende alla giusta misura e, a differenza di me, pur avendola trovata lavora ancora.
Misteriose anatomie
Aspettavo che interrompesse il suo incessante dire almeno per respirare e dentro quel nanosecondo inserirmi per dire la mia. Attesa vana.
Ma da quale orifizio inspira il logorroico?
Il Ratto salvifico
Nella Top Ten del variegato universo delle bizzarrie dottrinali religiose il primo posto spetta, senza dubbio, al “Ratto salvifico” dove Iddio nella sua infinita misericordia… Zac! A freddo e d’un tratto t’eradica, corporalmente e vegeto, dal mondo per teletrasportarti rapido in altra, sublime, dimensione.
La dottrina vanta innumerevoli, agnostici e atei, tentativi d'imitazione.
Il vaso di Sciacca
Un assiduo cliente dell’erboristeria venne con un amico tanto malato che manco parlava, ma nell’uscire mi disse: «Qui starebbe proprio bene il vaso di Sciacca della mia collezione.» La settimana dopo il cliente abituale tornò con la notizia della morte dell'amico e il vaso in regalo. Adesso è lì a gratis sullo scaffale per - e di - tutti quelli che lo apprezzano.
Conveniente che cominci a considerare tutto quello che ho come quel vaso, al pari del giardino botanico contiguo alla casa venduta anni fa: quando passo mi piace osservare il Ginkgo crescere impipandosi del succedersi dei proprietari.
Mi torna alla mente l’ingegnere meccanico che progettava motori semplici perché convinto che i pezzi davvero affidabili sono quelli che non ci sono. Forse meglio il Mandala di sabbia dei buddhisti, quello costruito con estrema cura e spazzato via al termine del lavoro, così da universalizzarlo.
Inferno - Canto quindicesimo
Nell’esaminarne la biografia simpatia spontanea per Carlo Michelstaedter, forse perchè da giovane gli assomigliavo, non in valore, intelligenza, erudizione e sensibilità, ma perché frequentavo i medesimi territori, così ho letto del giovane scrittore, filosofo e poeta, «La Persuasione e la Rettorica» tesi di laurea a taglio filosofico e ho visto il mondo abitato da dannati danteschi destinati a correre nudi senza sosta verso irraggiungibili mete. Pochissimo citati, ma onnipresenti, Schopenhauer e Nietzsche che Michelstaedter utilizza per predicare una universale irresolubile, atroce, insoddisfazione.
Forte il sospetto che l’insoddisfazione fosse tutta sua e precisi gli indizi che da sé la espandesse al cosmo intero con disprezzo per i soddisfatti che una qualche meta l’avevano invece raggiunta. Li ammazza tutti quanti sparandosi a 23 anni.
Freud, anche se contemporaneo, era lontano. Fosse stato vicino? Forse un sano in più e un poeta in meno.
Salmo 115- 2.0
Hanno microfoni a interfaccia digitale e altoparlanti al plasma e non parlano,
hanno telescopi gamma a raggi X e non vedono,
hanno antenne radioastronomiche e non odono,
hanno gascromatografi a spettrometria di massa e non odorano.
Hanno microscopi a forza atomica e non palpano,
hanno endoreattori e non camminano;
dalla gola non emettono suoni.
I Corvi
Dentro la gravina di Riggio la macchia mediterranea è presente quasi tutta, la classifico preciso: mancano solo ornielli e terebinti probabilmente mangiati dalle capre. Ambiente naturalistico mozzafiato eppure gli affreschi della chiesa rupestre informano che, fin dal X secolo, agli abitanti del luogo non bastavano cielo e terra, acqua e fuoco, animali e piante.
Nel risalire incontro tracce d’insediamenti neolitici, sicuramente anche in quel periodo qualcuno avrà piantato un qualche palo, una qualche pietra dritta e grande, un qualche yupa a simbolo di un regista occulto artefice dell’universo naturale.
Un corvo reale indifferente a classificazioni botaniche, noncurante di me e registi occulti, volteggia in silenzio poi gracchia soddisfatto, forse beffardo. La sanno lunga, i corvi.