Nell’iniziare l’Etica di Spinoza un senso di repellenza s’impossessava rapido di me, facevo finta di niente ma il testo mi respingeva. Anche se capivo poco insistevo con la faccia da sapiente per dare prova a me e al mondo di non essere troppo deficiente, ma esausto avevo riposto il libro nello scaffale come un cadavere nel loculo. Dopo un paio di giorni spinto da una forza ignota l’avevo ripreso come si prende un topo putrefatto. Con ipocrita espressione da saggio avevo iniziato a leggere da pagina 2 ma, estenuato da analisi geometriche, assiomi, proposizioni e scolii, a pagina 7 l’avevo rimesso nello scaffale. Qualche giorno dopo la svolta: aperto e letto solo una riga per ruminarmela nella nottata, la sera dopo altre tre righe. Era buono mangiato a piccolissimi frammenti digeriti nottetempo.
La parte più nutriente nel comprendere che nell’omettere la Natura s’implementa una ideologica antropomorfizzazione di (un ipotizzabile) Dio e del mondo. Tutto sommato dei rischi antropocentrici ci aveva già avvisato, forse in un lapsus freudiano, anche Isaia, il profeta:
«Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie - oracolo del Signore. Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri.»
Eppure, a ripesarci, la magagna antropomorfizzante è tanto ancestrale, incistata e pervadente da riuscire a sfondare e fagocitare l’unico e solido argine di contenimento: la Natura stessa, sovente antropomorfizzata - e in versione religiosa e in versione ideologica - da un Mida che trasforma in lui tutto ciò che guarda. Ho qualche sospetto che angoscia di vita e di morte derivino proprio da questo umano affaccendarsi per espandersi oltremisura. Forse meglio mollare l’osso come avevo fatto con l’urologo di Bari: a lui affidato nel profondo sonno dell'anestesia mi aveva ricostruito l’uretere sinistro a nuovo, un po' come quando digerisco l'insalata di cetrioli con la menta senza conoscere l'ABC della gastroenterologia. Sono passati decenni e l'uretere funziona a meraviglia. Grazie.
Letto 3299 volte
Pubblicato in
Frammenti Autobiografici