BLOG DI BRUNO VERGANI

Radiografie appese a un filo, condivisione di un percorso artistico

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Sabato, 07 Marzo 2015 17:41

Ingenue, colpevoli, ricette per la vita

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Ambiente, condizione presente e circostanza sono, tutto sommato, sinonimi. L’Io rema nelle circostanze, chi in un pantani, chi in laghi tersi o inquinati, chi in torrenti, chi in tutti e tre magari con estemporanee incursioni oceaniche o improvvisi sprofondamenti in fogne. Nella circostanza ci si trova a capocchia, talvolta di proposito, il più delle volte si è proprio lì per un mix di personale e altrui causalità e imponderabile casualità. Circostanze favorevoli e ostili, modificabili e immodificabili. Nelle immodificabili è sempre possibile emancipazione modificando l’Io invece della condizione: totale sovvertimento della circostanza può essere procurato da suicidio, come pure anestetizzato da rassegnazione o resistenza, come anche da azione che utilizza la condizione, favorevole o ostile, come opportunità.

Leopardi nello Zibaldone scrive:

«Non possiamo sapere, né congetturare di che cosa sia capace la natura umana messa in circostante favorevoli.» (1)

La frase è suggestiva ma mi chiedo "messa" da chi? Dal caso? Da un Dio? Dall’umana natura medesima? Umana impotenza nelle prime due ipotesi, improbabile personale onnipotenza nella terza. Noncuranti di ipotesi più puntuale e saggio:

«Io sono io e la mia circostanza e se non salvo questa non salvo neppure me» (2).

Lavoro complesso e arduo salvare la propria circostanza, compito assolutamente personale e così impegnativo che è meglio diffidare di coloro sempre impegnati nel salvare la circostanza altrui invece della propria con incursioni per indurre gli altri a fare o non fare qualcosa. Le prescrizioni vanno bene per il Viagra e le ricette servono per cucinare, qui inutili e naif le disposizioni di terzi.

1 Sintesi di un brano dello Zibaldone da G.B. Contri, Una Logica chiamata uomo, Sic Edizioni.
2 José Ortega y Gasset , Meditazioni del Chisciotte.

Ultima modifica il Mercoledì, 11 Marzo 2015 09:01
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2 commenti

  • Link al commento Maria DAsaro Mercoledì, 11 Marzo 2015 10:13 inviato da Maria DAsaro

    "Io sono io e la mia circostanza e se non salvo questa non salvo neppure me": ho avuto modo di meditare su questa riflessione da poco, leggendo il saggio di Savater "Il coraggio di scegliere".
    Ottime considerazioni, le tue; che ci richiamano a una "sana centratura" sulle nostre consapevoli responsabilità, senza inopportuni deliri di onnipotenza. Da Palermo, buona giornata!

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  • Link al commento Delia Giovedì, 12 Marzo 2015 14:25 inviato da Delia

    Stiamo continuamente scegliendo le nostre circostanze, soprattutto quando non scegliamo.
    La differenza passa tra il rendersi responsabili e consapevole delle nostre "circostanze", anche se ci recano dolore, anche se ci mettono in situazioni sfavorevoli. Sfavorevoli per cosa poi...?

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