Guardo il telegiornale della sera con vicino la vecchia gatta, da due giorni rifiuta di mangiare ed è fredda, scende dal divano ma le zampe anteriori non reggono e va giù di testa. La raddrizzo, lenta ma determinata va verso la porta, apro e la osservo allontanarsi verso la macchia di terebinti dove senza frignare vuole andare a morire.
Avverto in me dispiacere mischiato a un’altra sensazione che fatico a precisare, d’un botto la riconosco: è stima.