BLOG DI BRUNO VERGANI

Radiografie appese a un filo, condivisione di un percorso artistico

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Martedì, 21 Maggio 2013 16:46

Feconda bile nera

Quando il poeta guarisce dalla melanconia cessa  di scrivere,

se si azzardasse nel continuare elaborerebbe, sprovvisto di bile nera, saggi mediocri.

Pubblicato in Pensieri Improvvisi
Domenica, 19 Maggio 2013 10:54

Quando Hyde massacra un gentiluomo

La madre che butta i figli dal balcone sgonfia all’istante sistemi filosofici in apparenza valorosi. Sveglia i filosofi dal sonno delle sistematizzazioni l’uomo che a Niguarda ha picconato a morte i passanti, tutti accoppati a capocchia e gran parte dello scibile filosofico non sa risolvere.
Teorie e racconti di metempsicosi consolano qualche ingenuo, altri sedano un po’ l’angoscia chiedendo pene severe e polizia armata a proteggerli, ma tutti i poliziotti e le carceri del mondo lasciano irrisolto il male, in fondo il vero e unico problema. Se c’è un primato inalienabile è quello del male, a differenza del bene e del vero non concede spazio a giochi interpretativi.

Pubblicato in Filosofia di strada
Martedì, 14 Maggio 2013 15:42

Il dito

Il copyright del dito indice pietrificato all’insù non appartiene al cristianesimo: aveva iniziato Platone e anche Nerone ne soffriva, poi frotte di pii hanno imitato. Meglio diffidare.

Tutto sommato la storia dell’umano pensiero si divide in quelli con l’indice fisso all’insù e quelli che invece lo fanno fluttuare.

 

 

 

 


Pubblicato in Pensieri Improvvisi
Sabato, 04 Maggio 2013 11:05

Il Bollino

Legittimo il marchio di fabbrica per una automobile ma è frode appiccicare il bollino su mele e banane, per essere atto legittimo occorrerebbe perlomeno una prima trasformazione del frutto.

Il marchio lo puoi appiccicare se dalla mela fai un succo, meglio ancora un sidro: operazione un po’ metafisica che trasforma la mela in altro e oltre.

Non so se il titolare del copyright di mele e banane legittimo detentore dell’opera d’ingegno sia il Dio di Genesi, ma se fossi lui sanzionerei tutti quelli che appiccicano bollini sopra i frutti del suo pensiero; selezionatori che si spacciano per creatori.

Pubblicato in Filosofia di strada
Giovedì, 02 Maggio 2013 08:35

Metafisica domestica

Ieri mi era venuta voglia di rileggerlo ma il libro dell’Adelphi con la copertina gialla non c’era più, l’ ho cercato per un quarto d’ora nel terzo scaffale della libreria «Al culmine della disperazione» di E.M. Cioran, quello che rendicontava:


 «L'insonnia è una vertiginosa lucidità che riuscirebbe a trasformare il Paradiso stesso in un luogo di tortura. Qualsiasi cosa è preferibile a questo allerta permanente, a questa criminale assenza di oblio. È durante quelle notti infernali che ho capito la futilità della filosofia. Le ore di veglia sono, in sostanza, un'interminabile ripulsa del pensiero attraverso il pensiero, è la coscienza esasperata da se stessa, una dichiarazione di guerra, un infernale ultimatum della mente a se medesima. Camminare vi impedisce di lambiccarvi con interrogativi senza risposta, mentre a letto si rimugina l'insolubile fino alla vertigine».


D’improvviso mi sono ricordato che l’altro inverno avevo rotto la lettura per buttarlo nella stufa accesa. La legna di ulivo stagionata ardeva sana e l’aveva bruciato in una fiammata. L’avevo gettato nella stufa considerando che non esiste nulla di peggio dell’acciambellarsi su sé stessi come una serpe e frequentare labirinti che ti fanno esausto per morire stanco per niente e senza aver raggiunto niente, eppure ieri mi sarebbe piaciuto rileggerlo.

Chissà se l’Autore, nel vedermi, avrebbe più apprezzato l’incenerimento della sua opera in una stufa domestica, onorato come un mandala di sabbia tibetano, o quando - nell’aver rimosso il gesto - cercavo il suo libro per rileggerlo? Forse entrambi: meglio cercare un libro che si è bruciato che conservarlo chiuso impolverato e defunto nel loculo dello scaffale. Tutto sommato ogni scrittore ha il lettore che si merita.

Pubblicato in Frammenti Autobiografici
Martedì, 23 Aprile 2013 08:45

Lapsus

Ieri appuntamento dall’igienista dentale, ma al ritorno ho riferito di essere stato dall’igienista mentale.

Vista la mia serietà nel considerare il lapsus l’interlocutore mi suggeriva di lasciar perdere per interpretarlo come mera assonanza di nomi. Non mi ha convinto.
E’ tempo di pulire antiche e stratificate incrostazioni, siccome non sono sui denti nessuno potrà farlo al posto mio.

Pubblicato in Frammenti Autobiografici
Venerdì, 19 Aprile 2013 08:59

Tutta colpa dello Stato?

In questo periodo dai minareti delle news italiche si sentono puntuali le orazioni del mattino: «Tutta colpa dello Stato. Amen.» Eppure ce ne sono persone che, indifferenti alla provvidenza divina, al governo, al Gratta e Vinci e alle giaculatorie dei media, scelgono quotidianamente di imprendere governandosi da soli, invece di attardarsi in bibliche lamentazioni.

Ho 56 anni e sono quarantuno anni che lavoro. Avevo iniziato a quindici frequentando le scuole serali. A gennaio scorso - dopo aver versato per quaranta anni contributi - avrei avuto diritto alla pensione che mi è stata tolta senza preavviso, da un governo che io, e nessuno degli italiani, ha mai votato. Per un paio di giorni mi sono lamentato, il terzo ho implementato soluzioni come fa la stragrande maggioranza dei miei connazionali. Tutta colpa dello Stato? Un po’, ma non di più. Senza imputabilità personale abbiamo già perso libertà e profitto ancor prima di cominciare.

Quella della pensione inopinatamente procrastinata è l’ultimo capitolo di una lunga storia. Dopo aver conseguito il diploma universtitario in erboristeria ho scelto di non commercializzare prodotti industriali ma di realizzare un piccolo laboratorio artigianale per produrre personalmente rimedi da piante medicinali spontanee. Per questo da Milano mi sono trasferito in Puglia, in un trullo nel territorio di Ostuni.
Qui ho implementato un piccolo laboratorio artigianale di produzione con attigua erboristeria per commercializzare quanto produco.

Oltre alle decine dei consueti adempimenti amministrativi e fiscali e al diploma di erborista, per poter raccogliere e trasformare le piante sono richiesti ulteriori e molteplici autorizzazioni e adempimenti, dall’ autorizzazione sanitaria Legge 283  30/4/1962, per ottenere la quale avevo speso oltre cinquanta milioni delle vecchie lire per rifare il soffitto, perché l’altezza dell’immobile era di m 1,55 invece di m 1,60 come invece richiesto dalla normativa, all’HACCP "Hazard Analysis and Critical Control Point" ovvero analisi dei rischi e controllo dei punti critici per la contaminazione del prodotto  nella filiera produttiva, con registri dettagliati sui lotti produzione e sul controllo delle zanzariere alle finestre e poi ancora la Licenza di Esercizio Opificio di Trasformazione Alcolici U.T.F che comporta un rigoroso rendiconto, su registri vidimati, dell’alcool trasformato con controllo diretto e tempestivo della Guardia di Finanza. Al riguardo ho una ventina di verbali, sempre positivi, di decine di pagine perché di tanto in tanto arrivano i finanzieri, sempre in quattro, per controllare meno di dieci litri di alcool. I finanzieri fanno il loro mestiere. Ti mettono i sigilli e controllano meticolosamente i registri, contano le venti bottigliette di Melissa sullo scaffale e le quindici di Ginseng, e ti fanno compagnia dall’alba al tramonto e poi la Valutazione dei rischi e prevenzione-protezione per gli infortuni sul lavoro DL 626/94  DL242/96
      
Sarebbe possibile evitare tutto questo? Certo. E’ sufficiente cessare la produzione artigianale per mettersi a commercializzare prodotti industriali. Se fai così non necessiti più di autorizzazione alcuna e puoi vendere i prodotti preconfezionati delle multinazionali e dell’industria anche se non sei erborista e non sai distinguere la salvia dal rosmarino. Ho resistito e sugli scaffali ci sono solo i prodotti che faccio io, ma non ho fatto in tempo a rilassarmi che è arrivata la disposizione del Ministero della Salute concernente gli integratori contenenti solo erbe in esecuzione a quanto previsto dalla circolare 18 luglio 2002, n. 3 e dal telegramma del 25 ottobre 2002 recante note esplicative per l’ottemperanza della prescrizione della circolare recante “Disposizioni circa la procedura di notifica relativa ai prodotti caratterizzati esclusivamente da ingredienti erboristici e aventi finalità salutistiche", con riferimento alle disposizioni recate dal D.lgs. 27 gennaio 1992 n. 111 e alla Circolare 17 luglio 2000.
Traduco. Per poter continuare a raccogliere il Mirto nella macchia mediterranea per preparare lo sciroppo per la tosse, non bastano tutte le autorizzazioni di cui dispongo, gli oneri a cui sono costretto, i controlli ai quali sono oggetto e neppure i titoli che ho ottenuto, mi manca ancora di trasmettere l’etichetta di ogni prodotto al Ministero della Salute perché sia notificata analizzando e titolando a mie spese, presso un laboratorio abilitato, il lotto di produzione. Il che significa che su venti flaconi di sciroppo che produco per volta e che mi costano sessanta euro, dai quali ricavo cento euro, guadagnando quaranta euro sulle quali devo pagare le tasse, dovrei pagare duecento euro, oltre a un versamento, non da poco, perché lo sciroppino sia notificato al Ministero della Salute e così per tutti gli altri prodotti che realizzo, inoltre condizione per farmi approvare il prodotto è quella di operare in un laboratorio molto più grande del mio, con caratteristiche igienico sanitarie a livello farmaceutico. Un adeguamento da cinquecentomila euro.
Insomma, o chiudo o metto sugli scaffali i prodotti preconfezionati industriali. Resisto. L’associazione degli erboristi mi informa che il Ministero della Salute ha comunicato che la produzione artigianale è permessa a condizione che il prodotto non sia preconfezionato, abbia caratteristiche di prodotto estemporaneo e sia ceduto direttamente al consumatore finale nell’erboristeria attigua al laboratorio.
Da un giorno all’altro cesso di fornire le erboristerie, con l’immediata conseguenza che dovrei licenziare l’unica dipendente, strano aiuto alle imprese dalle Istituzioni in una area dove la disoccupazione è del venticinque per cento.
Resisto. Non licenzio la collaboratrice e tengo il prodotto sfuso per confezionarlo davanti ai pochi clienti rimasti, quelli non ancora condizionati dalla pubblicità dei prodotti industriali, ma devo stare all’erta non passa settimana che qualche erba non la posso più trattare perchè il Ministero della Salute comunica che è vietato. Peccato funzionava così bene lo sciroppo con il Mirto e Farfara, ma il Ministero intima che la Farfara non si può più utilizzare. Resisto e imprendo: butto via tutta la Farfara che ho in laboratorio e metto nello sciroppo i fiori di Malva. Lo sciroppo è ancora in produzione. Non male i fiori di Malva.

Pubblicato in Frammenti Autobiografici
Mercoledì, 10 Aprile 2013 09:19

Individui e soggetti

I media mostrano masse di italiani che di fronte alle personali situazioni lavorative asfittiche e alla conseguente diffusa penuria vogliono e sperano in una soluzione risolutiva a cura del Governo.

Sono invece convinto che la stragrande maggioranza degli italiani non equivoca la realtà con la fantasia e preferisce ogni giorno imprendere personalmente con pacata indifferenza alle ultime dichiarazioni del politico di turno.

Non fanno notizia ma salvano tutti.

Pubblicato in Pensieri Improvvisi
Lunedì, 08 Aprile 2013 07:59

Responsabilità

Disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita.»
Ognuno autorizzato a affermarlo per sé stesso?

Perché no. Se non io chi?
Tutti in grado di intendere e volere.

Pubblicato in Pensieri Improvvisi
Martedì, 02 Aprile 2013 19:16

E’ cambiato il paradigma

L’ uomo della nuova era non vota più i partiti ma sé stesso.

Gira in autobus come il Papa, da lì col suo tablet governa il mondo con un click.

Se lo contesti se la prende a male, immacolato per cittadinanza non è imputabile.

Pubblicato in Pensieri Improvvisi

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