BLOG DI BRUNO VERGANI

Radiografie appese a un filo, condivisione di un percorso artistico

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Martedì, 02 Luglio 2013 11:10

Disumano

Scritto da 

Articolo importante quello sulla critica del pensiero di Platone titolato «Ogni idea assoluta è assolutamente falsa» pubblicato nel sito Homolaicus. L’articolo commenta - enucleandone assurdità e annotandone insidie – il seguente stralcio del manuale di filosofia “Il nuovo pensiero plurale” di E. Ruffaldi, P. Carelli, U. Nicola (ed. Loescher, Torino 2012):

 «Socrate aveva cercato di superare il relativismo sofistico giungendo alla "definizione universale" mediante la ragione. Ciò che possiamo dimostrare razionalmente, mediante argomentazioni condivise, deve essere valido per tutti. Si tratta, però, di un fondamento fragile, perché fa comunque riferimento all'uomo, che potrebbe sbagliarsi nei suoi ragionamenti o comunque potrebbe considerare validi argomenti che non sono tali per tutti ma soltanto all'interno di una determinata comunità. Perché i valori siano davvero universali, devono esistere indipendentemente dagli uomini, in modo cioè oggettivo. Identificare i valori con le idee, considerandoli quindi come esistenti di per sé, indipendentemente dagli uomini, sembra conferire loro un fondamento veramente universale, perché non dipendono più in nessun modo dal soggetto conoscente.»

Per Platone, dunque, ogni valore giudicato parziale e potenzialmente fazioso se frutto di pensiero del soggetto, invece universale e oggettivo quando alberga per forza propria lassù, avulso dal soggetto conoscente.

Integrerei, le puntuali e condivisibili critiche dell’articolo di Homolaicus, invitando gli autori del manuale filosofico a uso didattico a evitare l’implicito beneplacito e l'esasperazione di tale concezione platonica integrando, perlomeno, con un avviso di pericolo:

«ATTENZIONE LETTORE! l’applicazione esasperata e acritica di tale concezione platonica ha storicamente concepito e implementato - diretta, precisa, sistematica - Auschwitz.»

Ultima modifica il Martedì, 02 Luglio 2013 11:45

5 commenti

  • Link al commento Augusto Cavadi Martedì, 02 Luglio 2013 15:00 inviato da Augusto Cavadi

    Caro Bruno, sai quante volte mi trovo d'accordo con i tuoi post (praticamente sempre). Non sai, e te lo aggiungo adesso, che conosco personalmente due dei tre autori del manuale e di uno dei due non ho un grande concetto. Ciò premesso, dichiaro che questa volta non mi sento proprio di condividere la tua preoccupazione. Per ragioni di merito: proprio perché la verità non è prodotta da nessun mortale, nessun mortale (secondo Platone) può sostenere di possederla (almeno in questa vita). Dunque la teoria delle idee non è - o non è necessariamente - dogmatica: e quando così viene interpretata, si tratta di un'interpretazione di platonici 'contra' Platone. Per ragioni di metodo: ammesso, e non concesso, che Platone fosse l'antesignano di Hitler (e pensatori non trascurabili come Karl Popper sarebbero d'accordo con te), l'avviso di pericolo andrebbe ripetuto per molti altri filosofi; forse per tutti. Non sempre lo stesso, ovviamente, perché ogni filosofo è pericoloso a modo suo...!

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  • Link al commento Bruno Vergani Martedì, 02 Luglio 2013 18:00 inviato da Bruno Vergani

    Caro Augusto che abbondino le tue, per me proficue, non condivisioni: ignoravo nel pensiero di Platone la ricerca di principi della verità senza la presunzione di possederla.
    Siccome un confine labile separa le due posizioni sarebbe forse necessario che ogni autore esponga tali tematiche con la maggior precisione possibile.

    Nell’aver equivocato il mandante osservo, tuttavia, che il più cattivo pensiero personale difficilmente procura crimini contro l’umanità, i genocidi necessitano di idee di Enti sommi e assoluti.

    Convinto di differenti livelli di pericolosità avverto la tematica cruciale. Mi interesserebbe conoscere autori che hanno affrontato nello specifico il problema, graditissimi tuoi pensieri e indicazioni.

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  • Link al commento Peter Speedwell Martedì, 02 Luglio 2013 20:41 inviato da Peter Speedwell

    Caro Bruno,
    che bello... Secondo me Platone rovinò il pensiero di Socrate. Socrate cercava di rivelare la falsità per dialogo, sapendo che sapeva molto poco. Platone utilizzava il dialogo per illuminare le verità eterne. E suppongo che era un modello di verità senza contraddizioni, un preludio a molte falsità non solo il peggiore citato da te.

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  • Link al commento Bruno Vergani Mercoledì, 03 Luglio 2013 07:53 inviato da Bruno Vergani

    Caro Peter, il mio interesse per l’argomento è motivato da esperienza personale, nello scrivere la mia autobiografia ho preso consapevolezza di aver trascorso gran parte della mia esistenza senza mai riferirmi a me e all’Uomo. La “verità” erano per me solo idee assolute, “alte”: in una prima parte dell’esistenza Dio, poi il Nulla. L’idea di Dio che mi procurava stupore e poi l’idea del “Nulla” che mi dava angoscia. In entrambi i casi immobile. Di pietra. Nulla che angoscia, Dio che stupisce, oggi li percepisco gemelli e gli dico: intrattenetevi ancora nella vostra partita, io non gioco più, devo andare per dire “la mia” pacatamente orgoglioso di quello che sono. Partita a tre: Dio, il Nulla e, finalmente, Io. Il disagio che mi ha procurato lo stralcio del manuale di filosofia è dunque personale, un Auschwitz interiore dal quale sono uscito, che nel post ho universalizzato. Quanto Platone c’entra? Dopo le annotazioni di Augusto Cavadi avverto l’esigenza di approfondirlo prima di rispondere.

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  • Link al commento Bruno Vergani Mercoledì, 17 Luglio 2013 11:35 inviato da Bruno Vergani

    Ho letto, in parte riletto, «La Repubblica» e sono giunto alla conclusione che tutto si può dire ma non che sia una dottrina. Dunque fragile e affrettato il giudizio che avevo espresso nel post.

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