Appetito
Mentre dalle mie parti si frigna per niente quel bambino circondato da miseria etica, estetica, economica, affettiva, politica, morale, materiale, spirituale, ride soddisfatto mentre gioca col cannone del carro armato.
Per comportarsi così disporrà di un cospicuo capitale, non ho ben chiaro quale sia ma lo voglio anch’io.
Epifanico spiazzamento
Se con effetto sorpresa più di cento gru ci irrompono sopra la testa, l'evento rompe faccende e apre al trascendente (trascendente tutto immanente e per nulla soprannaturale).
Basterebbe vedere, ma per davvero, un solo passero per emanciparci dalle beghe e dalle tiritere del secolo.
La mappa
Timeline dell’evoluzione umana: 55 milioni di anni fa i primi primati, 195.000 anni fa Homo sapiens e 5.000 anni fa il primo scritto conosciuto.
«Tieni questo precetto oggi impresso nel tuo cuore. Insegnalo ai tuoi figli parlandone con essi, stando in casa e andando per la via, coricandoti e alzandoti. Legalo come segno sulla mano, e fra gli occhi, perché vedano. Scrivilo sugli stipiti delle porte di casa e sulle porte della città.»
Perché se rapportiamo la timeline a una giornata delle nostre è come se avessimo imparato a scrivere da mezzo secondo, implementato filosofie qualche decimo prima e monoteismi appena dopo.
Non esaltiamoci più del giusto per l'accelerazione, l’intera giornata, in apparenza latente, opera ancora e con più efficienza dell’ultimo secondo.
Cose ed enti
Che cosa c'è?
Che cos'è ogni cosa che c’è?
Come (in che modo) è?
Perché è?
Forse l’ultimo quesito è malato, ma per confermare la diagnosi prima bisogna rispondere ai primi tre.
Visione epifanica
Improvviso stridere, inedito, intenso. Corro fuori immaginando il trattore del vicino ribaltato nella neve, invece sono cento gru che migrano in perfetta V, ognuna grida libera e ordinata mentre ostenta due metri di apertura alare.
Insomma Dio.
La fallocrate
Per mestiere doveva impartire imperativi a dei maschi subordinati. Incardinata dal ruolo gerarchico in cima alla piramide dissimulava l’ansia da prestazione e le vertigini con una protesi psichica rigida e smisurata, trapanando chi le capitava a tiro.
Che granchio emulare il maschio alfa nell'esercitare le sue funzioni! Nature avrebbe fatto di meglio e di più.
Pragmatismo dell’inesistente
Pensi, disegni, scrivi o dici una cosa e quel pensiero, immagine, segno o suono, la esprime[1].
Il processo funziona con le cose che esistono e - più interessante - con quelle che non esistono: dici “sasso” e il sasso c’è, dici “elfo” e c’è pure quello[2].
Grande, insidiosissima, opportunità.
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1 Segno: «Sostituto significante di qualcosa d’altro» (U. Eco, Trattato di semiotica generale, Bompiani).
2 Se tutto ciò che è pensato ed espresso in qualche misura accade efficientemente è forse ingenuo diagnosticare, troppo frettolosamente, deliri canonici, per la circostanza che il delirante poggia su qualcosa in qualche modo esistente. Plausibile che il delirio sia anche faccenda determinata da paradigmi storici e sociologici: se il delirante è uno viene considerato pazzo, ma se numerosi e concordi nel delirare sono visti come appartenenti a una cultura o a una fede, addirittura a una civiltà, se un po' di meno a una subcultura o a una setta.
Etica del discorso
All’ultimo giorno rinvieremo Iddio a giudizio, ai già numerosi capi d’imputazione glie ne appiopperemo un altro:
nel proprio argomentare ha preteso l’assoluta validità universale della sua parola, ma omettendo di esprimerla con significati univoci intersoggettivamente comprensibili a tutti quanti.
Vita natural durante
Mi capita di percepire gli antichi proprietari di casa, appaiono di notte riflessi sul soffitto convinti da un atto notarile del tempo di possedere in perpetuo quelle mura.
Anch’io schiatterò e arriveranno altri che forse mi capteranno sul soffitto illudendomi di possederlo.
E le mura sempre lì, gloria dell'inorganico.
Elegia del E = MC2
La fisica teorica afferma che, in assoluto, non c’è qui e non c’è là, non c’è prima, adesso, dopo, perché lo spazio-tempo appare come fenomeno attivato da masse che fluttuano granulari relativamente a chi le guarda.
Poeti, filosofi e mistici arrancano nell’esprimere tale realtà, sprovvisti di parole congrue possono solo indicarla ed evocarla. Più attrezzati i matematici se non fossero penalizzati da un certo gap estetico, mica è facile cogliere la bellezza di una formula o l’erotismo di un’equazione.
Cercasi nuovo linguaggio comprensibile e puntuale per tutti.