Notorio che tra i tanti dirigenti scolastici, guardie venatorie, insegnanti, alti burocrati, funzionari di pubblica sicurezza, appartenenti alle forze armate, impiegati della pubblica amministrazione e assistenti sociali, sia possibile imbatterci in persone ammirevoli quanto in cretinoidi patentati, questione di fortuna.
Pur riuscendo a sradicare la raccomandazione che innalza immeritatamente il cretinoide ad autorità dello Stato, la questione permarrebbe irrisolta. Il problema è che, giustamente, si diventa comandante di nave o veterinario pubblico per titolo di studio e concorsi che misurano e verificano specifiche (circoscritte, decentrate, cristallizzate) competenze. Strumenti congrui per valutare l'idoneità allo svolgimento di particolari mansioni, quanto inabili per cogliere l’eventuale stupidità strutturale del soggetto candidato e la sua capacità di autentica (autorale) comprensione del mondo, per dirla alla Gadamer: «Originario modo di attuarsi dell’esserci, che è essere nel mondo», quella attitudine di permanere sul pezzo attenti e aperti alla totalità di tutto il resto.
Evento incommensurabile questo buon senso e per certi versi inapprendibile.