BLOG DI BRUNO VERGANI

Radiografie appese a un filo, condivisione di un percorso artistico

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Sabato, 11 Gennaio 2020 19:32

Il nessuno eterno

Averroè (1126 –1198) nel solco di Aristotele sosteneva che l’intelletto umano fosse esterno al nostro corpo e universale. Seppur intimamente allacciato al nostro temporaneo transito di soggetti pensanti, l’intelletto ci preesisterebbe perdurando oltre la nostra personale individualità.

Davvero consolatoria l’ipotesi che l’intelligere che oggi viviamo continuerà vivace anche dopo schiattati, peccato che lo attueremo impersonalmente. Ma se nessuno saprà di farlo che gusto ci sarà mai? Per goderne ci vorrebbe un’anima incorporea personale ed eterna.

Forse meglio emanciparci da cosmiche manie di protagonismo considerando che, in fin dei conti, anche ora nelle nostre transitorie esistenze corporee è plausibile che già siamo immersi in potenze, universi e dimensioni altre, inconsapevoli di esserlo senza farcene problema.

Pubblicato in Filosofia di strada
Giovedì, 09 Gennaio 2020 16:37

Il buono, il brutto, il cattivo

“La Giustizia” spoglia di concreti casi di specie; “Il Triangolo” sprovvisto degli oggetti triangolari che conosciamo; “La Madre” privata delle madri in carne e ossa; “L’Uomo” senza specifiche persone… Ci sono per davvero o sono mere fantasie?

La problematica ha caratterizzato il medioevo -disputa sugli universali- ma in qualche modo era già iniziata molto prima della scolastica con Socrate-Platone, che mica ti chiedevano pareri su circostanze contingenti bensì definizioni della Pietà, della Saggezza, del Coraggio… Tutta roba che consideravano sussistente di per sé e che abbiamo già dentro e che, dunque, possiamo partorire. Anche ai nostri giorni l’epistemologia indaga, con risultati non tanto migliori rispetto ai classici, se sussista o non sussista e se alberghi prima, in, o post le cose, un concreto status ontologico dei generi e delle specie che applichiamo alle molteplici singolarità del mondo reale.

Tutto sommato l’affermazione di universali preesistenti là in un iperuranio che nel loro procedere fanno le cose di questo mondo, è un modo sofisticato per affermare l’esistenza di Dio, sia quello rivelato dei monoteismi che di quelli pagani. Alfred North Whitehead annotava che “tutta la storia della filosofia occidentale non è che una serie di note a margine su Platone”, tuttavia nel monitorare la disputa sugli universali possiamo osservare che si tratta di note sempre più correttive. Abelardo (1079 – 1142, ma moderno assai) interpretava gli universali -lo espongo grossolanamente- frutto della razionalità umana capace di cogliere e tirar fuori dagli oggetti esistenti categorie che li accomunano, è dunque l’intelletto umano che fa gli universali estraendoli e astraendoli dal molteplice ed eterogeneo tangibile per ipostatizzarli codificandoli in un linguaggio condiviso.

Il punto è che, sia creati da Dio -«Dio disse: "Sia la luce!". E la luce fu.»- che prodotti dall'umana ratio, una volta fatti gli universali ci sono per davvero, e che ci sia un punto della natura (Homo sapiens) capace di tanto qualcosa vorrà pur significare.

Pubblicato in Filosofia di strada
Domenica, 05 Gennaio 2020 17:12

La poiana

Il pensiero degli uomini produce il contesto storico sociale e lo svolgersi storico-sociale determina il pensiero degli uomini, ma questa mattina nell’incontro ravvicinato con una poiana la strana certezza che la mia esistenza avesse tutt'altro significato.

Il rapace catturato uno stornello per il troppo peso mi era atterrato, stile Spirito Santo, un metro (letteralmente) davanti. Mollata la preda tramortita si era posizionato su un ramo nell’attesa che me ne andassi per riprendersela. Felice d’esistere avevo ottemperato.

Pubblicato in Erbario
Giovedì, 02 Gennaio 2020 13:34

Prudenza

Solitamente si associa la prudenza all’andar piano -piedi di piombo- mentre è quel virtuoso optare per un fine ultimo il più possibile proficuo, scegliendo nella condizione data e nel tempo disponibile la mossa migliore.

Tre le opzioni disponibili: non farlo!; fallo!; fai altro, ma in questo scegliere se frenare, accelerare o svoltare, è l'intelletto che agisce e anche la più perfetta prudenza può toppare di brutto se l’intelletto è bislacco.[1]

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1 Non così nella interpretazione cattolica dove la prudenza dirigerebbe (virtù cardinale) l’intelletto. Una sorta di ipostatizzazione della virtù a realtà di per sé sussistente e determinante, tale da permettere la scelta migliore anche all’idiota conclamato se ne è infuso.

Pubblicato in Sacro&Profano
Martedì, 31 Dicembre 2019 20:10

Anacoluto

L'anacoluto può annebbiare il significato complicando la comprensione, ma anche stimolare il lettore a colmare il tema sospeso integrandolo, aggiustandolo, ricapitolandolo, cosicchè raggiunga coesione e fuoco di significato.

Metterci del nostro è un buon modo per comprendere.

Pubblicato in Pensieri Improvvisi
Martedì, 31 Dicembre 2019 19:20

Predestinazioni

1 Il fanatico teista predistinato da Dio;
2 l'ateo materialista predeterminato da meccanicistici decreti biologici.

Pre-potenze antitetiche stesso risultato.

Pubblicato in Pensieri Improvvisi
Lunedì, 30 Dicembre 2019 19:23

Biella-manovella

Il moto circolare appare agli antipodi da quello rettilineo alternato, ma basta osservare il funzionamento di una  biella-manovella per constatare che entrambi i movimenti sono prodotti dallo stesso motore.

Miopi le considerazioni assiologiche che guardano il comportamento invece del motore.

 

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By UtzOnBike (3D-model & animation: Autodesk Inventor) - Own work, CC BY-SA 3.0, Link" alt="" />

Pubblicato in Pensieri Improvvisi
Sabato, 28 Dicembre 2019 18:16

Spiriti religiosi

Tutti riconosciamo la validità del raziocinio tecnico-scientifico che indaga, spiega e misura il funzionamento della materia che fa il mondo, Homo sapiens incluso. Ma se osserviamo il vissuto degli uomini[1] constatiamo che nuotano in tutt’altri paradigmi.

Il punto è che ci annoiamo se non contempliamo (ognuno a modo suo).

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1 Il termine tedesco Erlebnis indica la personale esperienza vissuta (vivente); più evento che mero fenomeno riducibile a un meccanicistico funzionamento biochimico e sociale.

Pubblicato in Sacro&Profano
Venerdì, 27 Dicembre 2019 12:30

Giocare di anticipo

Gli stoici avevano costruito una cosmogonia dove le circostanze che interpretiamo negative e gli accadimenti che crediamo sfortunati sarebbero invece, nel loro inopinato piombarci addosso, il perfetto risultato e la completa espressione dell’ordine provvidenziale dell'universo, quindi del nostro più autentico desiderio.

Anche i cinici, diffidando della fortuna, mettevano in conto le avversità accettandole di buon grado, Diogene aveva fatto testamento attraverso un esecutore inserendo una particolare disposizione: “Se mio figlio sarà riuscito a diventare un filosofo, lo distribuirai tutto [somma di denaro assai cospicua] ai poveri perché lui non ne avrà bisogno. Ma se non sarà riuscito a diventare un filosofo, allora consegnalo tutto a mio figlio, perché non possederà altro che questo".

Anche Gesù di Nazareth proclamava strane beatitudini: "Beati gli afflitti…" Seppur in differente paradigma Boezio non era da meno: “Penso dunque che agli uomini giovi la sorte avversa più di quella prospera: questa, infatti, mostrandosi lusinghiera, inganna sempre con la parvenza della felicità, l'altra è sempre veritiera, mostrando la sua instabilità e la sua mutevolezza.”

E’ un po’ come giocare d’anticipo nella partita dell’esserci, lo si fa anche nel calcio, nel tennis e pure nel jazz. Strategia un po’ contigua al barare ma potrebbe funzionare.

Pubblicato in Filosofia di strada
Giovedì, 26 Dicembre 2019 17:39

Congettura

Interpretava sé e l’umanità costituiti da miseria mortale ereditata dal primo uomo che superbo si era separato dal suo Creatore; in effetti un qualche motivo dell'imperversante sofferenza deve pur esserci ed il mito di Adamo è un dignitoso tentativo per capirci qualcosa.

Aveva tentato di lenire quell’insostenibile indegnità ontologica con sforzi volontaristici, un arrabattarsi che gli aveva procurato solo tormenti; come dargli torto tutti sperimentiamo l’impotenza personale.

Esausto si era persuaso che solo la grazia di Dio poteva salvarlo dalla sciagurata condizione umana; viste le premesse conclusione più che ragionevole.

Innegabile il genio vastissimo di Agostino d'Ippona anche se non possiamo escludere che se si fosse fatto vedere da uno bravo la storia occidentale avrebbe preso tutt’altra piega.

Pubblicato in Sacro&Profano

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