Che problematizza la possibilità del libero arbitrio è l'ordine delle leggi fisiche che nel funzionamento naturale determinano immodificabili concatenazioni di causa ed effetto, forza che fa ruotare parallelamente coatti tutti i girasoli nella stessa programmata direzione. Anche noi, seppur enormemente più complessi, siamo costituiti dalle stesse particelle dei girasoli e obbediamo alle medesime leggi[1].
Ma non è finita qui, un altro scossone destabilizza le fondamenta del libero arbitrio, pensiamo all'ontologia parmenidea dell’Essere uno-eterno-ingenerato-indivisibile; immobilità blindata all'insorgere di qualsivoglia divenire: continuo-infinito-presente tutto e sempre compiutamente qui, che ci preclude il potere e la possibilità di scegliere[2].
Nonostante i due scossoni il buon senso ci suggerisce che anche oggi ci sono state cose che per nostra libera scelta sono accadute altrimenti proprio così, invece che cosà, perché lo abbiamo coscientemente voluto e scelto. A ben osservare già gli animali di una stessa specie non si comportano, a differenza dei girasoli, tutti allo stesso modo e non solo per differenze genetiche e ambientali. Chi li frequenta da vicino sa che a parità di condizioni eriditate e contingenti ogni esemplare esprime caratteristiche quote di manifestazioni individuali anarchiche a funzionamenti programmati, singolarità che evidenziamo affibbiando agli animali domestici un nome proprio; coi girasoli perlopiù evitiamo.
Per risolvere l’antinomia tra un sommo meccanicistico funzionamento affermabile logicamente e la libertà individuale che constatiamo empiricamente, si potrebbe ipotizzare che tale libertà preesista in nuce, o in un qualche modo, nella natura stessa. Se un po' libertà di scelta l'abbiamo da qualche parte ci sarà pur arrivata.
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1 Anche il teismo non è immune dalla problematica, basti considerare il percorso di una certa teologia fra XIII e XIV Secolo, che tentava di conciliare la divina Potentia absoluta (Dio sovrano e onnipotente) con la divina Potentia ordinata della creazione, ordinamento che pure l'Onnipotente era costretto a ottemperare.
2 Anche con questo il teismo ha dovuto fare i conti -al momento non del tutto risolti- a seguito del neoplatonismo migrato nel corpo dottrinale della Chiesa nascente, l’ingarbugliata dottrina della predestinazione è la logica conseguenza.