Sistema filosofico
Kant negli ultimi anni del suo percorso affermava e dimostrava che bisogna sempre dire la verità. Non stiamo parlando della verità assoluta, metafisica (e chi mai la sa?), ma morale, riferendoci dunque alle verità contingenti che consapevolemente affermiamo o neghiamo nelle circostanze quotidiane. Anche nel caso estremo -presente nell’immaginario di noi tutti- di nazisti che per trucidarli cercano dei bambini innocenti che abbiamo nascosto nel fienile, alla richiesta dei carnefici: “Dove sono i bambini ?”, Kant accetta come moralmente giusta anche la possibilità di non rispondere, ma se si risponde l’imperativo morale sentenzia che dobbiamo rispondere: “Sono nel fienile”. Per Kant una qualsiasi risposta differente se universalizzata giustificherebbe una falsità generalizzata che inquinerebbe le relazioni e la società, inoltre, a suo dire, il dichiarare sempre la verità ci libererebbe da ogni imputabilità personale, perché delle possibili conseguenze del nostro dire, che peraltro come essere limitati non possiamo conoscere in anticipo con certezza nella loro totalità, è responsabile la verità che abbiamo proferito e non noi, mentre l'artificio della bugia è sempre farina del nostro sacco. Un concettualizzare ineccepibile quello di Kant anche se questo indiscutibile comando della verità evoca per contiguità il sinistro imperativo: “Sono innocente perché ho obbedito agli ordini”. Possiamo provvisoriamente concludere che la vita è un po’ più complessa e molto più fluttuante di un sistema filosofico.
Questione ermeneutica
Scriveva Manzoni: “Venir su tra i segni, o perire, è l’alternativa imposta all’uomo”.
Forse siamo a buon punto e non periremo, fatti due conti sono rimasti solo quattro gatti (tecnicamente subcultura) ad interpretare ancora i libri della rivelazione alla lettera : gli irriducibili conservatori tradizionalisti fanatici per esaltarli e i post-teisti per demolirli.
Sprovvisti di Manzoni e di capacità di astrazione, i più spudorati e performanti nel prendere alla lettera i testi sacri sono gli americani. Seguono due esempi, il primo di un tradizionalista conservatore che conferma "tecnicamente", stile Apollo 13, l'Assunzione della Madonna in cielo e il secondo di un post-teista che, (purtroppo) sullo stesso terreno del primo, demolisce l'Ascensione al cielo di Gesù. C'è da dire, a loro merito, che entrambi eguagliano la comicità di Woody Allen... Forse la oltrepassano:
“Se Dio esercita una forza di attrazione su tutte le anime, dato l’intenso Amore discendente di Nostro Signore Gesù per Maria, la Sua Madre Benedetta, e dato l’intenso Amore ascendente di Maria per il Suo Signore, si può ben sospettare che a questo stadio l’Amore fosse tanto grande da “trarre a sé il corpo”. Data poi l’immunità dal peccato originale, nel Corpo della Madonna non c’era la dicotomia, né la tensione, né l’opposizione che esiste in noi tra anima e corpo. Se la luna, pur così distante, produce tutte le alte maree del nostro mondo, allora l’Amore di Maria per Gesù e quello di Gesù per Maria possono bene aver prodotto un’estasi tale da sollevarla al di sopra di questo mondo". (Fulton John Sheen, arcivescovo della Chiesa cattolica). C’è da ricordare, a sua attenuante, che è roba degli anni ’50 dello scorso secolo.
Veniamo al post-teista:
“Il racconto dell'Ascensione presume un universo a tre livelli e non è quindi interpretabile in concetti post-copernicani dell'era spaziale.” (John Shelby Spong, già vescovo della Chiesa episcopale). Verrebbe da dirgli: WOW e chi l'avrebbe mai sospettato !
Senza fare gli spiritosi risulta evidente che il racconto dell'Ascensione non può essere inficiato dalle scoperte scientifiche post-copernicane dell'era spaziale, come proclama Spong, visto che anche in un universo (sia concettuale che fisico) pre-copernicano, perfettamente geocentrico, non è ipotizzabile una ascesa corporale al cielo di chicchessia. Non sono, dunque, né possono, le nuove conoscenze dell'era spaziale inficiare il racconto evangelico in quanto si dipana, e regge, in tutt'altro paradigma rispetto a quello scientifico. Ovvietà probabilmente sconosciuta dai tradizionalisti americani e da chi gli risponde confutandoli allo stesso livello, ma invece ormai accettata dai conservatori nostrani. Un esempio tra numerosi Giovanni Paolo II che “parlò del rapporto tra scienza e fede, dichiarando che la Bibbia parla dell'origine dell'universo non nella forma di un trattato scientifico ma per far emergere la relazione tra l'uomo e Dio. La Scrittura «non intende insegnare come sono stati fatti i cieli ma che va guardato il cielo». (I papi e la scienza nell'epoca contemporanea, a cura di Marcelo Sánchez Sorondo, Jaca Book). Insomma questione datata.
Fantasy
L’ultima versione del credere in Gesù asceso al cielo e nella Madonna colà corporalmente assunta, benevoli ad aspettarci, rifiuta madonne e cristi, rivelazione e dogma dottrinale, per prendere atto del dato scientifico dell’interconnesso tutt’uno spazio-tempo-massa e concludere che l’universo, in quanto costituito da relazione, sarebbe coeso e mosso dall’amore.
Conclusione un tantino forzata[1], forse era meglio la vecchia versione[2].
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1 Per l’ingenua pretesa New Age di entrare come uno schiacciasassi nel paradigma della conoscenza scientifica e dei correlati metodi senza però osservarli; paciugo di pseudoscienza -accenni arrangiati di psiche, religione e scienza- che interpreta senza alcuna dimostrazione dei meri rapporti di connessione naturale (funzionamento) come relazioni coscienti, liberamente voluti da un presupposto soggetto artefice, appioppando (proiezione antropocentrica) alla natura etiche, aggettivi e sentimenti che le sono avulsi.
2 Il linguaggio allegorico, se utilizzato in modo proprio, ovvero non letteralmente (come fanno i tradizionalisti integralisti) e senza avanzare pretese scientifiche (come debordano quelli della New Age), può esprimere o evocare un aperto (non prefissato, ma in progress) significato riposto, che restituisce la profondità delle cose.
Ragazza madre
Dopo un mese di monitoraggio serrato di gatta e gattini in mezzo a tanto mistero finalmente una inconfutabile certezza:
per essi il maschio padre è entità del tutto insussistente.
Svincolamento
Per svincolarsi dalla sua natura mortale aveva inventato entità immortali e con queste si era alleato per trascendersi.
Ingenuo affidarsi a un racconto, eppure l’operazione è più solida di quel che sembra: mica puoi concepire e raccontare l’immortalità se non l’hai già dentro.
Screening
Giovevole scandagliare nelle biografie dei grandi artisti l’interazione tra sofferenza e genio creativo.
Nesso che riguarda l’arte di vivere di ognuno, anche se non tutti siamo artisti in qualcosa.
Opera di genio
Artisticamente geniale nonostante, mediante, subendo, rappresentando, ri-presentando, o reinterpretando la sofferenza? Reagendo, grazie, oppure resistendo alla sofferenza?
Forse la sofferenza è irrilevante e pure la gioa, così l'età e le contingenze, è tutta questione di vocazione, di potenza del personale daimon.
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Interessante confrontare lo stesso assolo di chitarra di Mark Knopfler suonato a 34 anni [qui] e a 66 [qui], il pezzo è lungo e l'assolo inizia dopo un dieci minuti; corpo giovane o anzianotto si vede lo stesso daimon in azione del tutto indifferente a quel corpo che invecchia, anzi a 66 nonostante le mani un po’ anchilosate ha suonato meglio: forse l’artista gli ha dato più spazio (al daimon).
Vette d’ovvietà
Nessun grecista sarà mai tanto fesso da specificare che non dobbiamo invocare Ermes affinché ci fornisca sandali alati e falcetto di Zeus per uccidere Medusa, spiegando che queste cose non si interpretano alla lettera, ovvietà che risulterebbe insopportabile.
Unica figura al mondo che può permettersi tali vette di ovvietà, con danni contenuti e talvolta anche acquisendo stima e consenso, è il teologo sovversivo che demolisce la concezione tradizionale di Dio. Anche se, a differenza del grecista, il suo operare è più che legittimato dai tanti che per troppo tempo hanno interpretato il Libro alla lettera, un po' d'odore di banalità permane lo stesso.
Simulazione di miracolo
Da Nazareth alla Svezia, da Ismaele a san Francesco, l’acqua che sgorga miracolosamente dalla terra è un mito universale.
Così approfittando della giornata arida e del sistema di irrigazione con invisibili tubi interrati, ho attivato il marchingegno simulando il miracolo a un bambino di quattro anni.
Non c’è cascato. Forse ai nostri giorni nascono già col pensiero cartesiano ? Bella cosa quel suo non essere credulone, però il piacere di crederci… Vuoi mettere !
Chi?
Se non si è Nietzsche e si tenta di accoppare Dio sovente si gravita nella spiritualità New Age di stampo neoplatonico naïf, caratterizzata da ascetismo spersonalizzante; l'imperativo recita più o meno così:
realizza che sei Il grande Tutto e Il sommo Uno e finiscila una buona volta di essere qualcuno.
Fatti due conti non mi sembra un buon affare.