Nuovi cieli e nuova terra
Approfondire, comprendere, relazionarsi, muoversi, indagare, rinnovarsi…
Ma irrompe improvviso il desiderio d'essere non più io ma altro in inediti scenari.
E’ l’erotico Tanato che chiama.
Professione di fede 2.0
Genetica e neurologia sembrano confermare alcune concezioni delle spiritualità orientali, quelle che affermano che l’Io non c’è ma è un fantasioso artefatto, perché in realtà siamo un agglomerato di cellule che obbediscono a decreti biologici e flussi casuali, in un mero funzionamento meccanicistico.
Per tali speculazioni, scientifiche e mistiche, individualità, soggetto, libero arbitrio e correlata imputabilità personale, sarebbero nient’altro che una arbitraria narrazione di continuità, direzione e unitarietà di cellule, circuiti elettrici e memorie. Favola che ci raccontiamo assemblando materiale sparso, così da immaginare un nucleo ontologico e metafisico autocosciente che di fatto non esiste.
Plausibile che nel prossimo futuro la ricerca su Dio coinciderà con l’indagine della coscienza personale. Mi dichiaro da subito moderatamente credente all’io pensante, moderatamente perché è innegabile che una quota di ereditarietà e casualità ci costituiscono; credente perché la circostanza che ci sia un punto della natura tanto autocosciente e libero da affermare “Io non esisto” è roba da dio e dintorni
Costruzioni
Storie d’invisibili verità assolute alle quali conformarsi o narrazioni del dio nulla così da recitare nel teatro dell’assurdo.
Forse meglio rilevare che io adesso ci sono, tu pure e anche il mondo, e iniziare da qui.
Il dio amorale
Ho pulito la roverella dalla fillirea che la soffocava e mi ha mostrato l’intreccio del suo tronco progettato per resistere al vento, più bello ed efficiente del ponte di Genova.
Non male il dio che l’ha fatto, peccato che con la stessa precisione realizza metastasi pediatriche.
Il peccato originale
Possiamo osservare la natura, esplorarla e contemplarla ed è proprio per questo che la sua realtà ci permane preclusa:
ci vorrebbe un occhio naturale che vede invece di culturale che interpreta, ma non l’abbiamo più.
Epifania rurale
Trascorsi pochi minuti ci si abitua e non ci si accorge più, ma appena svegli aprendo la finestra dopo il reset notturno quel tiglio ancora fermo nel suo movimento ci spiega tutto.
Moment Act !
Se non raggiungiamo una sintesi tra una tesi e la sua antitesi perché entrambe plausibili, invece di lacerarci nella contemporanea accettazione di proposizioni contraddittorie basta sdoppiarci e tutto torna.
L’umano mistero
Per semplificare e accelerare il processo ecumenico un modo efficace potrebbe essere quello di esaminare le biografie degli appartenenti alle differenti confessioni cristiane. Si osserverà che nessuno, ad eccezione di qualche scompensato, si è munito di un catalogo delle chiese cristiane optando a tavolino per questa o per quella, piuttosto l’appartenenza a una particolare confessione si sarà delineata per la contingenza di essere nati in un certo tempo e posto ed aver incontrato delle specifiche persone. E’ come se, a monte, è presente nell’individuo un comune desiderio di sacro e di fede che si declina biograficamente nelle forme che i tempi e i luoghi offrono a ciascuno. Se le cose stanno così la figura del pastore valdese e del monsignore cattolico differiscono quanto un torinese da un perugino, differenza davvero irrilevante. Che li fa simili o diversi è il soggetto che sono, non la confessione di appartenenza e relato milieu.
Il soggetto che sono? Che significa? Qual è il rapporto tra libertà e condizione? Per indagare la faccenda potremmo azzardare la suesposta visione empirica sulle differenti chiese cristiane espandendola a tutti gli uomini credenti, atei e diversamente credenti. Plausibile che «la vera differenza non è fra credenti e non credenti, ma fra pensanti e non pensanti» -cito una frase di Mancuso che citava Martini che citava Bobbio-, tuttavia DNA, famiglia di origine, luogo di nascita e residenza, determinano non poco ogni persona, pensiero personale incluso.
Quanto incidono in percentuale questi prefissati, quanto casuali, algoritmi sul soggetto? Se determinassero la persona per il 100% (qualche genetista arriva ad affermarlo) uno che nasce a Scampia da genitori camorristi nel caso commettesse reato non sarebbe imputabile perché la colpa è del DNA e dell'ambiente, qualcosa non torna la resilienza di Peppino Impastato docet. Se incidessero per l’1% sarebbe davvero ingeneroso per gli svantaggiati e così il rapporto tra umana libertà e contingenze permane un mistero, il mistero.
Conoscenza corporale
Spollono l’ulivo secolare e l’occhio mi va sull’eucalipto di venti metri mosso dalla tramontana che avevo piantato trent’anni fa alto una spanna, forse un monaco del medioevo mi sta osservando soddisfatto per la manutenzione che sto eseguendo all’ulivo che aveva piantato.
Il regime degli algoritmi
Senza riflessione procediamo eseguendo algoritmi, come un foglio Excel programmato dal DNA e dall’ambiente.