L’orto di casa
In ospedale avevo incontrato un vecchio morente che invece di lamentarsi del suo stato pensava tutto il giorno all’orto di casa (ne avevo scritto qui). Il panteismo dovrebbe essere una esperienza diretta, evidente, immediata e semplicissima come quella di quel vecchio, invece è roba da filosofi monismi che con speculazioni attorcigliate armeggiano forma, luogo, spazio, modi e attributi, nel tentativo di superare ogni dualismo e proporre un monismo cosmico che alla fine, dopo una serie di tripli salti mortali, non di rado risulta piuttosto misterico e quasi sacerdotale.
Strano Dio quello del panteismo, è tutto però lo possono vedere solo certi filosofi.
Forse meglio l’orto di casa, si regge da solo senza bisogno di spiegazioni, consola un po', non produce crampi mentali e lo vedono tutti quanti.
24.000
Ogni tre o quattro mesi taglio l’erba nella banchina della strada provinciale che confina col mio fondo e, ogni volta, affiora la spazzatura gettata dalle auto che passano. Questo pomeriggio in trenta metri lineari ho raccolto, oltre all’immancabile plastica, 16 bottiglie vuote di birra da 33 CL. Ogni quattro mesi in quel tratto ne raccolgo dalle 10 alle 20 bottiglie. Calcolando a spanne, se in trenta metri oggi ho raccolto 16 bottiglie, su trecento metri dovrebbero essercene 160 e su un chilometro possiamo prevedere ce ne siamo circa 500, calcolando le due carreggiate 1.000.
Visto che la strada provinciale in oggetto è lunga 24 km è verosimile che sulle carreggiate siano state gettate in quattro mesi 24.000 bottiglie di birra, migliaio più, migliaio meno, tutte perfettamente stracannate e abilmente gettate anche in tempo di Covid. Buon segno, la vita continua.
Genio assoluto
Nell’antico testo ebraico Shi'ur Qomah, Rabbi Yishmael ha la visione di Dio seduto su un altissimo trono attorniato da schiere angeliche. E che fa il Rabbi al cospetto dell'Altissimo? Gli prende le misure.
Rendiconta che l’altezza totale di Dio è di 236.000 parasanghe [una parasanga corrispondente a circa 600 m], la distanza dal braccio destro al braccio sinistro è di 77.000 e l’occhio destro è lontano dal sinistro 30.000.
Più mi guardo intorno e più mi persuado che non esiste entità più strabiliante di Homo sapiens.
Gloria della materia
Siamo fatti di elementi inorganici che vagavano nel cosmo, allo stesso modo le ceneri del defunto disperse al vento contengono, nella loro materialità, la possibilità di produrre qualcuno.
Un po’ di più? Un pelino di meno? Fifty-fifty?
Panteismo, alla lettera Dio è tutto. Il lemma stesso con quel “tutto” porta a interpretare la relazione della sussistenza di Dio nel mondo e del mondo in Dio in termini di quantità; una sorta di calcolo percentuale di mondo/Dio-Dio/mondo che tenta di definire la grandezza di una quantità rispetto all’altra. Ma siccome sono grandezze strane e che non stanno mai ferme, forse meglio evitare misurazioni e viversele fluttuando di spirito.
Comunque, se le percentuali piacciono, ci si può dilettare con numerose possibilità di calcolo:
panteismo ossia Dio è tutto, ovvero tutto quanto è Dio con gloria di tutte le cose e di Dio ma con elisione in agguato. Però è presente anche la versione soft che vede la natura permeata da Dio, una sorta di impregnazione o anche di fluire e sciogliersi di quote di Dio, o di Dio tutto intero, nella natura e della natura in Dio, fino anche a equivalersi. Se Dio è visto come entità impersonale ma immanente è panteismo, invece se Dio è considerata entità astratta si avrà un panteismo con accenti trascendenti da calcolare con specifici algoritmi. Nel caso Dio è visto come persona, cosciente, onnisciente, immanente e insieme trascendente, non è panteismo ma panenteismo. Se nel panenteismo si vuol sottolineare che Iddio è dentro tutte le cose si mette un trattino così: "pan-enteismo", se invece si vuole far risaltare il primato di Dio, che pur albergando nelle cose le trascende, si mette un trattino cosà: “panen-teismo". Se Dio non è considerato persona ma comunque entità razionale non è panteismo e neppure panenteismo bensì pandeismo - che etimologicamente è il contrario di pandemonio. Se il tutto è in Dio, Dio è tutto, dunque se Dio è nel tutto il tutto è (in) Dio, ovvero acosmismo vale a dire siccome il mondo è Dio il mondo non è più il mondo. C’è il panteismo ateista, il monista, il pampsichista, il naturalista, il cosmista New Age. Non possiamo escludere che ci sia pure qualche forma eretica di panteismo teista, però la percentuale non so come si calcola.
Tre lavande
Fa meno freddo e le tre lavande piantumate a ottobre iniziano a vegetare e le sento premere su di me.
Sono un portale di accesso ma se definisco a cosa apre si chiude.
Annunciazione a Maria
I poeti dovetter esser i primi storici delle nazioni (Giambattista Vico)
Il filosofo greco-romano Celso (II secolo) sosteneva che il concepimento di Gesù non fu opera dello Spirito Santo e neppure fu intervento di Giuseppe, ma di un gagliardo soldato romano, tale Panthera.
Antonello da Messina, Beato Angelico, Piero della Francesca, Leonardo e Tiziano, non gli hanno creduto e hanno preferito dipingere l’ipotesi più oscura e inverosimile, cogliendo e facendo emergere da quella irrealtà storica livelli originari e primari di realtà.
Strana cosa i miti. Così falsi, così veri.
Convenienza antropocentrica
Le piante si adattano un po’ a tutto, pensiamo ad esempio ai binari dei treni che senza un diserbo costante sarebbero inutilizzabili in tempi brevi, consideriamo Chernobyl oggi rigoglioso di foreste. Alcuni cisti della Macchia Mediterranea sono così resilienti agli incendi da averci preso gusto al punto che, per favorire la germinazione dei semi, occorre infornarli per un paio di minuti alla temperatura di 120° C. Trattamento che incenerirebbe gli spermatozoi di Homo sapiens e di tutti mammiferi procurandone l’estinzione, mentre i semi di Cisto si sono adattati a quelle temperature al punto da richiederle.
I danni che facciamo alle piante, dalle quali dipendiamo in presa diretta, sono innanzitutto un disastro per noi mica per le piante che, impipandosene di noi, in qualche modo se la cavano. L’emergenza ecologica non è motivata da una serafica devozione naturalistica ma da una praticissima convenienza antropocentrica. Strano regno è l'antropocentrico forse l'unico per che per perdurare deve abdicare. Strana legge che vale anche a livello personale: “Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.”
Fantasy
E guardano con alterigia i metafisici e i religiosi deridendo le consolazioni che si inventano per anestetizzare la paura di morire, inconsapevoli che per stilare il loro catechismo, che chiamano "la realtà dei fatti concreti", occorre una fantasia non meno sfrenata e dagli esiti più tetri.
Ragion pratica
Ho sentito un prete illuminato dichiarare:
“Quando mi dicono che le chiese sono sempre più vuote è buon segno; è segno che lì dentro c’è gente che ragionava.”
Resta solo da capire perché, invece lui, stia ancora lì. Escludendo che ragioni meno di quelli andati via, possiamo ipotizzare che rimanga lì, a elogiare i salpati, trattenuto da misteriosi ormeggi forse simili a un incantesimo, ma è più probabile che resti per ragion pratica e buone ragioni pratiche.