BLOG DI BRUNO VERGANI

Radiografie appese a un filo, condivisione di un percorso artistico

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Bruno Vergani

Bruno Vergani

Radiografie appese a un filo. Condivisione di un percorso artistico, davanti al baratro con angoscia parzialmente controllata.

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Venerdì, 13 Marzo 2020 18:05

Trasferimento

“L’inferno sono gli altri” (Jean Paul Sartre) è una spacconata esistenzialistica senza capo né coda, però se trasferita dalla filosofia a particolarissimi contesti della clinica, consapevoli che appena si è in due ognuno è necessariamente l’altro, potrebbe forse acquistare senso.

Giovedì, 12 Marzo 2020 18:17

Analfabeta

Dopo che, piuttosto imbranato, ho potato una decina di ulivi secolari, sono così stanco che se apro un libro mi scopro analfabeta funzionale. Così è, ed è stato, per miliardi di persone che esausti non hanno avuto tempo e neppure benzina per nobilitarsi. Eppure ho appreso tanto in cima alla scala e l’incapacità di concettualizzarlo non sottrae quel sapere.

Concludo osservando che l'affermazione “i limiti del mio linguaggio sono i limiti del mio mondo” (Wittgenstein), è nient’altro che una (bella) boutade.

Giovedì, 12 Marzo 2020 17:21

Handicap

In compagnia coatta con sé stessi per decreto; convivenza forzata 24 ore su 24, 7 giorni su 7.

Ogni tribolazione nell'ottemperare è tutta meritata, così ogni piacere.

Giovedì, 05 Marzo 2020 19:46

Femminismo

Una delle tre compagne militanti del Sessantotto aveva continuato, nei decenni a seguire, ad impegarsi politicamente per l’emancipazione delle donne e un mondo più equo. L’altra era andata in India abbracciando la spiritualità orientale, la terza era diventata psicologa. Ricordo che ormai settantenni si erano ritrovate per scrivere un libro a tre mani, che testimoniasse come quei loro differenti percorsi erano, tutti, espressione dello stesso nucleo rivoluzionario vissuto in gioventù. Il progetto editoriale saltò dopo pochi giorni, avevano litigato così tanto da togliersi il saluto. Nessuno pretende l’avverarsi di quell’utopia che voleva uniti tutti gli abitanti del mondo, ci saremmo accontentati di loro tre.

Martedì, 03 Marzo 2020 23:19

Paradosso

Più si entra e si dice con precisione il dettaglio circoscritto di luoghi geografici e psichici e più si entra e si dice uno spazio universale, planetario, cosmico.

Per certe cose ci dev’essere una qualche strana legge che fa sì che più stringi e più allarghi.

Lunedì, 02 Marzo 2020 19:06

Breve invito all’incoerenza

Bella cosa la coerenza tra ciò che ci si propone e ciò che si fa davvero, a patto che un po' di scostamento permanga, arte complessa di cui le macchine sono incapaci.

Giovedì, 27 Febbraio 2020 00:01

Olea europaea

L'olivo allo stato naturale è uno sporadico cespuglio piuttosto intricato, con qualche minuscola drupa sopra. Quello diffusissimo nel bacino del Mediterraneo con bella estetica e stracarico di olive è un artefatto umano.

Interessante osservare che più l’olivo viene, da noi, coartato e più si afferma sulle altre specie; ci impegniamo noi, in cambio del suo frutto, a favorire le condizioni migliori per il suo sviluppo. Orchestrando la selezione naturale decidiamo e scegliamo la sopravvivenza dell’olivo e la sua conservazione, plasmandolo nelle condizioni date come la specie più adatta rispetto ad altre.

Visto il suo successo difficile determinare se è l’uomo che coarti l’olivo o è l’olivo che coarta l’uomo, comunque stiano le cose la conseguenza è un reciproco vantaggio. In queste cose il confine fra natura e cultura si fa labile.

Martedì, 18 Febbraio 2020 18:29

Pregiudiziali preclusioni

Si è portati pregiudizialmente a pensare che Darwin e Einstein considerassero il teismo nient’altro che una superstizione infondata e che dopo di loro non abbia più senso[1], ma le cose non stanno proprio così. Darwin non accettava, ma neppure escludeva, la possibilità di Dio[2]; Einstein affermava, seppure con taglio più scientifico-eleatico che teista, la possibilità di una vita personale dopo la morte in quanto la realtà sarebbe un eterno-infinito-presente[3].

Con il loro entrare in scena mi sembra che un bello scossone l’abbiano preso più alcuni passi dei corpi dottrinali delle Chiese che il teismo in sé, a quest’ultimo ci ha pensato Freud.

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1 L’altro giorno ho letto un libro di un americano vescovo in pensione della Chiesa episcopale, che glissando sull'autentico pensiero di Darwin e di Einstein affermava, poggiando su di loro in stile UARR, la fine definitiva del teismo. Probabilmente il nostro vescovo ha equivocato l'indubitabile collassare di quattro assurdi precetti della sua Chiesa con tutto il teismo, che è invece cosa differente da una specifica confessione seppur sovente contigua.

2 Riporto a riguardo una lettera di Darwin ad Asa Gray, altre sulla stessa tematica si possono leggere qui.

 Lettera 2814 – C.R. Darwin ad Asa Gray, 22 Maggio 1860

Mio caro Gray,
[…] In merito all’aspetto teologico della domanda; è sempre doloroso per me.— sono sconcertato— non avevo alcun’intenzione di dare un’impronta atea al mio scritto. Ma confesso che non riesco a vedere, chiaramente come altri e come desidererei, prove di un progetto e di benevolenza tutto attorno a noi. Mi sembra ci sia troppa miseria nel mondo. Non riesco a convincermi che un Dio benevolo e onnipotente avrebbe creato di proposito le Ichneumonidæ con l’espressa intenzione che si alimentassero all’interno dei corpi vivi dei vermi, o che un gatto dovesse giocare con i topi. Non credendoci, non vedo alcuna necessità nel credere che l’ideazione dell’occhio sia stata mirata. D’altra parte, non riesco comunque ad accontentarmi di guardare questo meraviglioso universo e specialmente la natura dell’uomo, e di concludere che tutto sia l’esito della forza bruta. Sono incline a guardare tutto come risultante da leggi mirate, con i dettagli, vuoi buoni vuoi cattivi, lasciati all’elaborazione di quello che noi potremmo chiamare caso. Non che questa concezione mi soddisfi affatto. Nel più intimo di me stesso, sento che l’intera materia è troppo profonda per l’intelletto umano. Un cane potrebbe ugualmente speculare sulla mente di Newton. — Lasciamo che ogni uomo speri e creda quel che può. —Concordo certamente con Lei che le mie vedute non sono affatto necessariamente atee. Il fulmine uccide un uomo, che sia un buono o un cattivo, a causa dell’azione esageratamente complessa delle leggi naturali - un bimbo (che potrebbe risultare un idiota) nasce per effetto di leggi ancor più complesse; e non riesco a concepire alcun ragione per cui un uomo, o altro animale, non potrebbe essere stato prodotto ab origine da altre leggi e che tutte queste leggi potrebbero essere state ideate da un Creatore onnisciente, che prevedesse ogni evento e conseguenza futuri. Ma più penso più mi sento sconcertato; come in effetti ho probabilmente palesato in questa lettera. 

Sono profondamente colpito dalla Sua gentilezza e dal Suo interesse.— Sinceramente e cordialmente Suo,

Charles Darwin

3 Albert Einstein così conclude la celebre lettera di condoglianze alla famiglia di Michele Besso, suo fraterno amico: “Ora ha lasciato questo strano mondo un po’ prima di me. Non significa niente. Per noi fisici credenti [credenti nella fisica], la distinzione tra presente, passato e futuro non è che un'illusione cocciuta e persistente."

Sabato, 15 Febbraio 2020 11:43

I girasoli

Che problematizza la possibilità del libero arbitrio è l'ordine delle leggi fisiche che nel funzionamento naturale determinano immodificabili concatenazioni di causa ed effetto, forza che fa ruotare parallelamente coatti tutti i girasoli nella stessa programmata direzione. Anche noi, seppur enormemente più complessi, siamo costituiti dalle stesse particelle dei girasoli e obbediamo alle medesime leggi[1].

Ma non è finita qui, un altro scossone destabilizza le fondamenta del libero arbitrio, pensiamo all'ontologia parmenidea dell’Essere uno-eterno-ingenerato-indivisibile; immobilità blindata all'insorgere di qualsivoglia divenire: continuo-infinito-presente tutto e sempre compiutamente qui, che ci preclude il potere e la possibilità di scegliere[2].

Nonostante i due scossoni il buon senso ci suggerisce che anche oggi ci sono state cose che per nostra libera scelta sono accadute altrimenti proprio così, invece che cosà, perché lo abbiamo coscientemente voluto e scelto. A ben osservare già gli animali di una stessa specie non si comportano, a differenza dei girasoli, tutti allo stesso modo e non solo per differenze genetiche e ambientali. Chi li frequenta da vicino sa che a parità di condizioni eriditate e contingenti ogni esemplare esprime caratteristiche quote di manifestazioni individuali anarchiche a funzionamenti programmati, singolarità che evidenziamo affibbiando agli animali domestici un nome proprio; coi girasoli perlopiù evitiamo.

Per risolvere l’antinomia tra un sommo meccanicistico funzionamento affermabile logicamente e la libertà individuale che constatiamo empiricamente, si potrebbe ipotizzare che tale libertà preesista in nuce, o in un qualche modo, nella natura stessa. Se un po' libertà di scelta l'abbiamo da qualche parte ci sarà pur arrivata. 

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1 Anche il teismo non è immune dalla problematica, basti considerare il percorso di una certa teologia fra XIII e XIV Secolo, che tentava di conciliare la divina Potentia absoluta (Dio sovrano e onnipotente) con la divina Potentia ordinata della creazione, ordinamento che pure l'Onnipotente era costretto a ottemperare.

2 Anche con questo il teismo ha dovuto fare i conti -al momento non del tutto risolti- a seguito del neoplatonismo migrato nel corpo dottrinale della Chiesa nascente, l’ingarbugliata dottrina della predestinazione è la logica conseguenza.

Venerdì, 14 Febbraio 2020 12:37

Agent causation

Sono decine le differenti opzioni teoriche che la filosofia ci offre per risolvere il problema del libero arbitrio, ma mica è semplice abbracciarne una. Il problema è che considerando, da una parte, l’evidente possibilità che abbiamo di scegliere questo invece di quello e, dall’altra, l’osservazione che tutti i fenomeni e gli eventi naturali sono necessariamente e meccanicisticamente determinati da altri precedenti eventi, non vedo ragione per cui gli umani dovrebbero fare eccezione.

Nella confusione è un po' da invidiare la soddisfazione della madre che prende a ciabattate il figlio che mal si comporta. Sembra atto istintivo e reattivo, invece ce ne vuole di impegno per riconoscere nel figlio -e, dunque, nell’evento Homo sapiens- l’assoluta autodeterminazione di ognuno; soggetto agent causation dicono oggi alcuni filosofi, vale a dire potere attivo effettivo in capo all’agente, ovvero libertà e per questo responsabilità e personale imputabilità.

Che percorso teoretico avrà svolto la signora per raggiungere una così indubitabile certezza?

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