BLOG DI BRUNO VERGANI

Radiografie appese a un filo, condivisione di un percorso artistico

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Bruno Vergani

Bruno Vergani

Radiografie appese a un filo. Condivisione di un percorso artistico, davanti al baratro con angoscia parzialmente controllata.

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Mercoledì, 10 Settembre 2014 07:39

Percorsi

Osservavo il vecchio pittore disegnare la montagna che aveva davanti. Era uno di valore: a movimento iniziato la matita era rimasta attaccata al foglio in preciso fluire fino a disegno concluso.

Il percorso artistico esige un singolare modo di procedere: non chiede autorizzazione, agisce senza esitazione, sovente risponde senza riflettere.

A guidare così in altre strade si finirebbe male, invece in questa si raggiunge meta.

Lunedì, 08 Settembre 2014 07:37

Universalità somatica

Verso la fine del terzo volume dei quaderni di Valéry, quello che tratta di psicologia, l’autore afferma l’importanza dello sperimentare sensazione completa e istantanea del proprio corpo.

Rapido mi sono attivato. Nonostante al primo tentativo pancreas e uretere destro mi siano sfuggiti è accaduta inedita precisione e stabilità nel percepire il mondo. Mi aspettavo intimità invece ho sperimentato universalità.  

N.B. Nell’omettere numerosi organi o precedendo gradualmente invece che d’un botto l’esercizio non funziona.

Sabato, 06 Settembre 2014 18:15

Il malriuscito?

Osservo una foto di gruppo di venticinque anni fa, li riconosco tutti e dodici. Un paio sono morti, gli altri sono invecchiati nel farlo qualcuno è migliorato, qualcuno è peggiorato e uno, anche se vivo, è finito davvero male. I restanti non hanno implementato variazioni di rilievo.

Si potrebbe misurare l’esito presente di ciascuno come accadimento prodotto di potenzialità relate a eventualità, ma l’algoritmo sopprimendo il fattore libertà produrrebbe risultati fuorvianti. I funzionamenti riguardano i macchinari, per l’uomo forse meglio rassegnarsi all’inestimabile.

Lunedì, 01 Settembre 2014 18:04

Wow!

La scorsa settimana aveva fatto manovra sul piazzale dell’erboristeria per fermarsi col muso dritto, dritto, verso l’uscita. Sul retro del camion c’era scritto:

«TRASPORTO SPECIALE CAVALLI MURGESI».

Era sceso uno un po’ trasandato, alto, sulla trentina coi capelli neri ricci. Abbronzantissimo era entrato deciso:

«Dotto’ faccio sesso sei/sette volte allu jurnu e alla settima calo nu piccu.».

Nell’espormi la problematica aveva ondeggiato il bacino per sette volte e con la mano destra stringeva il pugno mentre muoveva rapido avanti e indietro il braccio simulando ritmica, profondissima, penetrazione.
Stavo per chiedergli se lo facesse con i cavalli o in subordine, nel caso lo facesse con donna, se fosse sempre la stessa, ma zitto gli avevo dato le capsule di Damiana mix, quelle con dentro anche Cola, Muira Puama e Santoreggia. Mi aveva messo sul banco otto euro e poi stretto la mano fino quasi a rompermela per dar prova che l’aveva dura per davvero.

Oggi risento rumore di camion che fa manovra sul piazzale e eccolo rientrare deciso:

«Buonissima dotto’! Dammene un autru boccaccio di pillole!».

Non so perché ma gli ho lanciato il flacone sul banco come si fa coi boccali di birra nei film di Sergio Leone. La mano glie l’ho data strana, col pollice all’insù, come nel braccio di ferro: legittima difesa.

Lunedì, 01 Settembre 2014 11:54

Fabbro ferraio

Ammirevole il lavoro di pensiero di tutti quelli che hanno affrontato l’esistere producendo, inevitabilmente, parziali verità filosofiche, artistiche, psicologiche. Non potrebbe essere diversamente, la verità assoluta e fissa è faccenda di zio mediorientale che clitoridectomizza le nipoti col coltello arrugginito. Vi sono, dunque, più ragioni perché i pensatori si percepiscano, nelle loro peculiari differenze, alleati invece che rivali.

L’apprezzamento generalizzato - a eccezione dei citati zii e consimili - non deriva solo per i risultati che hanno ottenuto, ma dal loro personale quotidiano implementare in vivo e perenne fluire e divenire.
Tutto sommato la soddisfazione, e personale e collettiva, è elargita dall’industrioso percorso del Soggetto.

Se Dio esiste è uno che lavora.

Domenica, 31 Agosto 2014 15:04

Attività ludiche

I partecipanti di rave party un po' assomigliano ai giocatori di briscola negli ospizi, lì nell'attesa del personale epilogo in infruttuoso intrattenimento.

Venerdì, 29 Agosto 2014 08:51

L’essenza dell’ente

Ehi, tu! Che occhieggi dal balcone dell’inquietudine metafisica, che sbirci nascosto dietro la finestra del desiderio indefinito d’infinito.

Smetti di fare lo scemo e vieni fuori che ho da fare!

Mercoledì, 27 Agosto 2014 12:42

La Vespa

Agosto, Taranto centro. Per non pestare le merde dei cani cammino a testa bassa, riconosco la taglia degli autori dalla dimensione dei prodotti. Lo scirocco muove sul marciapiede una locandina caduta dall’edicola, pubblicizza i cinque suicidi in provincia nell’ultimo mese. All’incrocio con viale Magna Grecia rialzo la testa per non essere pestato dall’autobus, il puzzo di gasolio si fonde a quello di merda di cane e sul muro un manifesto:

«FESTEGGIAMENTI POPOLARI DI SANTA RITA:
COM’E’ BELLO IL MONDO. COM’ E’ GRANDE DIO!»

Sopra una Vespa uno che somiglia a Primo Levi passa. Forse è Dio.

Lunedì, 25 Agosto 2014 07:46

Gli insaziabili

Il professore aveva fatto scrivere nella cartella clinica:

«Si sospendono gli oppiacei in qualsiasi forma e dosaggio e si prosegue la terapia antalgica con non steroidei: Naprossene sodico mg 550; 4 capsule due volte al dì dopo i pasti».

Dopo pranzo n’avevo ingurgitate due ma il dolore alla gamba imperversava ancora. Un’infermiera si era accorta che nessuno veniva a trovarmi, mi si era avvicinata per sussurrarmi che nell’ospedale c’erano due gruppi di volontari che aiutavano i malati: la “Pia Associazione Dame della Misericordia” e la “Legione di Maria”. Muto gli avevo dato il pigiama sporco e cinque euro in offerta. Passate manco due ore era lavato, non so se dalle Dame o dalla Legione. Me l’aveva consegnato quello che vendeva i giornali nel reparto, confezionato in una busta di carta ben piegato. Era un po’ umido e con un odore strano. Molto strano. Odore di calla, di giglio, di secrezione femminea mista ad ammorbidente. Nella busta c’era un volantino giallastro come quelli che ti mettono sotto il tergicristallo quando posteggi in periferia, quelli che pubblicizzano cucine kitsch a prezzi stracciati. C’erano scritte poche parole ma belle grandi:

«CARO AMMALATO, OGGI LA TUA CROCE PUO’ DIVENTARE GIOIA. OFFRI LA TUA SOFFERENZA PER LE VOCAZIONI SACERDOTALI!!!»

Cazzo avevo già dato cinque euro! Insaziabili.

Venerdì, 22 Agosto 2014 10:44

Estate occidentale

Grassottello e esausto dopo 15 party, 1 ricevimento, e 12 cene consecutive.

E’ il lavorare con l’Altro che regala energia e soddisfazione mica l’intrattenersi.

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