Orizzontale, verticale, diagonale
Basta leggere gli editoriali dei quotidiani per constatare che più la conoscenza si estende e più tende a diventare superficiale; muovendoci in orizzontale sacrifichiamo il verticale e viceversa.
Forse nasciamo con una portata di conoscenza delimitata, o forse più adatta per spaziare obliqui, in diagonale.
Giusto un po’
Francamente non ho mai compreso cosa sia il Sé (quello con la maiuscola); non so se, e quanto, sia davvero possibile percepire e pensare il mondo in una sorta di terza persona superiore, o addirittura impersonalmente.
Però non male provare a relativizzare un po’ se stessi, quel giusto per percepire e pensare ancora il mondo senza però rimanerne impegolati.
Snodi e annodi
Stabilito che il mondo non possiamo intenderlo indipendentemente dal nostro pensiero e non possiamo conoscerlo al di fuori del nostro percepire, gran parte della filosofia moderna conclude che il mondo (ci) è inconoscibile “in sé”.
L’umanità se ne impipa della cosa piuttosto convinta che il mondo possiamo invece conoscerlo per ciò che realmente è, come se possedessimo il potere di bypassarci per carpirlo in presa diretta.
Alcuni filosofi lo chiamano realismo ingenuo ma forse è saggezza popolare.
Manco mezzo minuto
Basta stare anche solo mezzo minuto nella semplice consapevolezza di essere[1], per constatare che trascendiamo la nostra biografia.
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1 Non d’essere questo e quello (genere, età, ruoli, ecc.), ma permanere nella pura consapevolezza di essere priva di predicati: l’Io Sono espresso nella rivelazione biblica e anche nei Veda. E’ uno stato molto potente ma così vicino che risulta difficile sperimentarlo.
Credenze simmetriche
Quanto si somigliano le lapidarie sentenze dell’assodata finitudine d’ogni cosa nell’irrefutabile assenza di senso e quella del “Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, Creatore del cielo e della terra”.
Specularmente apparentate nel metodo e nello stile (un po' margiasso nel presumere di sapere tutto), come se generate da identica matrice.
Teatro dell’assenza
Può anche essere che ciò che chiamiamo io sia nient’altro che una credenza o una convenzione, che sia sprovvisto di unità e identità propria, che non sperimenti alcunché ma che sia invece prodotto delle esperienze:
“fasci o collezioni di differenti percezioni che si susseguono con una inconcepibile rapidità, in un perpetuo flusso e movimento”, perché “la mente è una specie di teatro, dove le diverse percezioni fanno la loro apparizione, passano e ripassano, scivolano e si mescolano con un’infinita varietà di atteggiamenti”, come sosteneva Hume.
Ma come è mai possibile che questo teatro senza regista, che questo indeterminato flusso di percezioni di nessuno, sia consapevole della propria struttura, al punto da poterla dettagliare con tanta precisione come ha fatto Hume? Non appena affermi d’essere nessuno sei subito qualcuno.
Lavoro
Il filosofo mentre snoda l’antinomia, l’idraulico intanto che stura lo scarico, l’asceta impegnato nello staccarsi dal mondo, il chirurgo intento a riattaccare la mano amputata.
La soddisfazione accade quando, tutti intenti a un fine, ci dimentichiamo di noi stessi.
Metaverso
Talvolta accade che in alcune istituzioni religiose pecore e pastori poggino su un tacito patto narrativo, come abitualmente accade tra fruitori e autori di storie che concordano la sospensione delle facoltà critiche per immergersi nel racconto, così da goderselo appieno senza essere disturbati dal principio di realtà.
Differenza sostanziale è che autori e fruitori di storie pattuiscono una cessazione dell’incredulità momentanea, circoscritta al tempo del racconto, mentre nelle istituzioni religiose integraliste pecore e pastori la estendono a oltranza -sorta di realtà virtuale ante litteram- impregnando con il racconto proposto l’esistenza nella sua totalità. Ma pastori e pecore, sotto, sotto, sanno bene che è una fiction, non a caso evadono con frequenza dalla pseudo realtà pattuita.
Tutto sommato facciamo un po’ tutti così, visto che patti narrativi e convenzioni sociali sono un po’ la stessa cosa. Quante volte ottemperiamo procedure e predichiamo principi non validi in sé, ma solo perché ci siamo accordati che lo siano? Utili arbitri condivisi per contenere il mondo e potere funzionare insieme.
Creazione continua
Ho piantato una Paliurus spina-christi, mentre mi allontanavo mi sono voltato di scatto e per un istante mi è parso di vedere il principio che sta sotto e la fa esistere.