Non possiamo escludere che l’immagine mitica di un Dio eterno, che ci avrebbe creati a sua immagine, sia una umana invenzione per anestetizzare l’angoscia per la personale finitezza, ma quando realizziamo che per finire bisogna prima essere e proviamo a indagare seriamente l’evento, quando empiricamente osserviamo l’evidenza che siamo senza esserci fatti, in corpi che funzionano con meccanismi autonomi da noi stessi, siamo portati a ipotizzare un punto di partenza, un fondamento, un movimento ordinato, una sostanza originaria, siamo portati a indagare un possibile principio causa dell’evento. Possiamo anche azzardare che sia un principio altro e oltre, ingenerabile e incorruttibile, non mossi da paura ma da una insopprimibile esigenza di pensiero.
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Filosofia di strada