Amminoacidi e coscienza
Non si è ancora capito se da gas, elettricità e carbonio, sono scaturite identità coscienti d'essere che percepiscono e comunicano, oppure se gas, elettricità e carbonio siano stati fatti da una qualche identità cosciente.
Rassicurazioni
Sprovvisti di conoscenza completa e definitiva non sappiamo il mondo, all’oscuro dell’esatta interconnessione della totalità degli eventi ignoriamo quello che ci accadrà tra mezzo minuto.
Non è piacevole fluttuare a tentoni in un universo probabilistico verso esiti ignoti, oscillando tra speranza e timore. Per anestetizzare il turbamento procurato dall'incertezza urge inventare sistemi di contenimento e coerenza, o abbracciare sistemi già elaborati e collaudati, che procurino la sensazione di conoscere, prevedere e controllare, così illudendoci di sapere ciò che non sappiamo architettiamo pre-giudizi che illuminino e stabilizzino il mondo.
Verifica di efficienza e di validità
Un reparto di oncologia è una piccolissima frazione di mondo eppure giudizio universale, basta farci entrare una concezione del vivere e osservare se si spappola, o regge riuscendo a generare senso anche in situazioni limite, le più ricche di opportunità.
Le scuole di pensiero, le concezioni del mondo e del vivere, i percorsi artistici, le filosofie, che dicono al malato: “Speriamo in bene, quando starai meglio riprenderemo il percorso insieme”, nella loro incapacità di vivere l'evento in presa diretta si rivelano mero intrattenimento, patacche.
Pace e giustizia
Se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l'altra, può anche essere che il pacifismo dogmatico nel suo elevare la pace sopra ogni cosa, giustizia inclusa, spiazzi e sovverta portando frutto.
Si potrebbe anche provare, a patto che a deciderlo sia chi ha ricevuto la sberla.
Velo di Maya
Se il mondo è la “mia” rappresentazione, con quasi otto miliardi di persone sopra che producono a raffica fenomeni soggettivi, ci sta che di tanto in tanto scoppi qualche guerra.
Libertà vigilata
Proporre idee, architettare sistemi, chiarire situazioni, stilare procedure, spiegare fatti, far riflettere, confermare ipotesi, insegnare modi, categorizzare concezioni, giustificare tesi, far guerra a visioni, proporre alternative, dimostrare assiomi, citare gli esperti, narrare tema e trama, interpretare la cronaca…
Raro il libero scrivere, perlopiù si scrive “al fine di”.
Passe-partout
L’ottocentesco termine “panenteismo”, lo si può interpretare sia come una variante del panteismo che del teismo.
Il panenteismo panteista ipotizza, o afferma, il primato di una arché, di un’ápeiron alla Anassimandro; energia vitale che seppur immanente precede, costituisce e onnipervade (panpsichismo) l’universo. Il panenteismo teista include, invece, l’immanenza dell’universo in Dio emanata e animata dalla sua potenza creatrice e trascendente.
Se nelle due varianti sostituiamo i termini Arché e Dio con Logos, scemerà l'eccedenza di Dio sulla natura e il divario fra immanenza e trascendenza, e si potranno entrambe interpretare come differenti punti di vista dello stesso processo, emulsionando così teismo e panteismo come ci aggrada.
Nomi e nomignoli
Considerandoci qualcuno invece che nessuno siamo soliti darci un nome proprio, così da esprimere le specifiche individualità che siamo. Anche agli animali domestici li sentiamo qualcuno e gli affibbiamo nomi e nomignoli, raro invece che chiamiamo una cavalletta Antonella o una mosca Maria e neppure Luciana un cespo di lattuga, o Massimiliano un sasso.
In questa concezione l’architettura del funzionamento naturale esprimerebbe con noi l’apice della sua potenza, gloria che scemerebbe gradualmente nell’allontanarsi da noi, affievolendosi negli animali, depotenziandosi ancor di più nei vegetali, estinguendosi nell’inorganico. Concezione, questa, così auto evidente da risultare ovvia? Mica tanto. Questa concezione è squisitamente monoteistica, ma dallo sciamanesimo alle filosofie orientali si affermano gerarchie affatto diverse, addirittura rovesciate.
Non so se i monoteismi siano stati generati da questa percezione empirica, e forse ingenua, del funzionamento naturale, o viceversa la concezione antropocentrica si è incistata in noi per avere introiettato il racconto dei monoteismi.
Simultaneo
Il sentiero era troppo stretto, serviva una strada larga per raggiungere con un mezzo il fondo del terreno e mi son messo a progettarla. Una parete a secco qui, un’altra lì, un viaggio di pietrisco qui, due altri là a ridosso della prima curva. Abbatto i fichi d’india e gli alaterni che hanno colonizzato l’area e più pulisco e più compare la strada già tutta fatta, perfetta come l’avevo pensata, anzi migliore.
Un centinaio di anni fa, forse più, qualcuno l’aveva già pensata e fatta, poi la vegetazione l’aveva occultata. Ma “un centinaio di anni fa” riguarda la temporalità, ho invece sentito che la strada l’abbiamo costruita insieme in un simultaneo infinito presente.