BLOG DI BRUNO VERGANI

Radiografie appese a un filo, condivisione di un percorso artistico

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Bruno Vergani

Bruno Vergani

Radiografie appese a un filo. Condivisione di un percorso artistico, davanti al baratro con angoscia parzialmente controllata.

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Venerdì, 19 Settembre 2014 15:24

Le liceali

Crepitio dalla ruota anteriore destra, vado dal meccanico. Nell’attesa che si liberi il ponte per alzare l’auto passeggio nei giardinetti pubblici di faccia all’autofficina. Sulle panchine trionfi di cuoricini e scritte a pennarello nero indelebile; davvero numerose, appiccicaticce nei contenuti. Calligrafie così ben leggibili che implorano l’attenzione del passante. Manco un trivio, tutta roba romantica, faccenda di femmine del liceo contiguo ai giardinetti. Una scritta definisce l’amato: «Sei l’interpretazione dei sogni che al mattino ho dimenticato».

Il meccanico mi chiama, il rumore era procurato da un lamierino allentato. Tutto a posto, nessun pericolo, posso ripartire. A rischio permangono le liceali.

Mercoledì, 17 Settembre 2014 11:27

Il relatore

«Io sono…» e annuncia la professione;
«all’interno di tale disciplina…» e ostenta sistematizzazione;
«mi occupo in particolare di…» e spara la specializzazione.

Poi non lo so più perché sono andato via. Se fosse stato un urologo al simposio di laparoscopia della prostata sarei anche rimasto, il problema è che era un filosofo al convegno filosofico.

Martedì, 16 Settembre 2014 10:53

24H OPEN

La personale alienazione è agilmente misurabile osservando lo scostamento psichico tra il segmento delle ore lavorative e il resto della giornata.
Più scostamento, più alienazione.

Tralasciando la drammatica disoccupazione e la fattispecie di coloro che stanno meglio al lavoro che a casa, sovente - tematica notoria - il trasferimento a altri, o a altro, della personale sovranità è insito nella mansione lavorativa.

Meno approfondita un’altra possibile causa incrementante l’alienante scostamento: personale sterilità nel “tempo libero”; torpore passivo incapace di implementare, costruire, operare. Insomma liberamente lavorare. Tutto sommato costruire un pensiero preciso e ben espresso è lavoro, abbracciare un figlio consapevolmente pure.
24H Open: «Ma Gesù dichiarò: 'Mio Padre opera senza interruzione, e così faccio anch'io'.» Giovanni 5,17. Testo TILC.

Domenica, 14 Settembre 2014 15:20

Tragico assoluto inedito

Insoddisfatto di assemblare fotocopie voleva emanciparsi da tutti i pensieri che già esistono.

Nel voler raggiungere l’inedito assoluto aveva cestinato ogni materiale di partenza cessando di ragionare a tema per improvvisare sul niente, ma nulla era riuscito a dire.

Nella ricerca dell’immacolato mai detto aveva allora tentato la variante spiritualistica, quella mistica che esclude il pensiero per fondarsi sulle sensazioni. Si sa, le sensazioni personali elargiscono parvenza di unicità. Lì è schiattato rapido in beata pietrificazione.

Avrebbe potuto emanciparsi dall’avarizia e remare per tradurre le sensazioni in pensiero dicibile ben lieto di anticipazioni altrui, ma era troppo altezzoso per incontrare amici. Peccato.

Venerdì, 12 Settembre 2014 10:29

Il ragioniere

Alle 23.01 in mezzo al temporale sono apparsi i fari in fondo al binario, il treno che riportava lontano mia figlia stava arrivando. Due minuti e sarebbe partita, dentro quel tempo ho fatto il bilancio complessivo del mio vivere.

Resoconto generale grigiastro: decenni di lavoro e manco so perché esisto. Eppure in questo operare accade, via, via, soddisfazione nel momento presente. Com’è che la somma di tali positività dà come risultato una perdita generale di esercizio?

Com’è diversa l’economia esistenziale da quella aziendale.

Giovedì, 11 Settembre 2014 09:05

Silentium

Notorio, da tempo e da più parti, l’invito religioso o filosofico al silenzio personale.
Proposta insidiosa se non stimolante un rinnovato parlare.

Brutta faccenda il mutismo che strepita, ma anche quello che tace inattivo.

Mercoledì, 10 Settembre 2014 07:39

Percorsi

Osservavo il vecchio pittore disegnare la montagna che aveva davanti. Era uno di valore: a movimento iniziato la matita era rimasta attaccata al foglio in preciso fluire fino a disegno concluso.

Il percorso artistico esige un singolare modo di procedere: non chiede autorizzazione, agisce senza esitazione, sovente risponde senza riflettere.

A guidare così in altre strade si finirebbe male, invece in questa si raggiunge meta.

Lunedì, 08 Settembre 2014 07:37

Universalità somatica

Verso la fine del terzo volume dei quaderni di Valéry, quello che tratta di psicologia, l’autore afferma l’importanza dello sperimentare sensazione completa e istantanea del proprio corpo.

Rapido mi sono attivato. Nonostante al primo tentativo pancreas e uretere destro mi siano sfuggiti è accaduta inedita precisione e stabilità nel percepire il mondo. Mi aspettavo intimità invece ho sperimentato universalità.  

N.B. Nell’omettere numerosi organi o precedendo gradualmente invece che d’un botto l’esercizio non funziona.

Sabato, 06 Settembre 2014 18:15

Il malriuscito?

Osservo una foto di gruppo di venticinque anni fa, li riconosco tutti e dodici. Un paio sono morti, gli altri sono invecchiati nel farlo qualcuno è migliorato, qualcuno è peggiorato e uno, anche se vivo, è finito davvero male. I restanti non hanno implementato variazioni di rilievo.

Si potrebbe misurare l’esito presente di ciascuno come accadimento prodotto di potenzialità relate a eventualità, ma l’algoritmo sopprimendo il fattore libertà produrrebbe risultati fuorvianti. I funzionamenti riguardano i macchinari, per l’uomo forse meglio rassegnarsi all’inestimabile.

Lunedì, 01 Settembre 2014 18:04

Wow!

La scorsa settimana aveva fatto manovra sul piazzale dell’erboristeria per fermarsi col muso dritto, dritto, verso l’uscita. Sul retro del camion c’era scritto:

«TRASPORTO SPECIALE CAVALLI MURGESI».

Era sceso uno un po’ trasandato, alto, sulla trentina coi capelli neri ricci. Abbronzantissimo era entrato deciso:

«Dotto’ faccio sesso sei/sette volte allu jurnu e alla settima calo nu piccu.».

Nell’espormi la problematica aveva ondeggiato il bacino per sette volte e con la mano destra stringeva il pugno mentre muoveva rapido avanti e indietro il braccio simulando ritmica, profondissima, penetrazione.
Stavo per chiedergli se lo facesse con i cavalli o in subordine, nel caso lo facesse con donna, se fosse sempre la stessa, ma zitto gli avevo dato le capsule di Damiana mix, quelle con dentro anche Cola, Muira Puama e Santoreggia. Mi aveva messo sul banco otto euro e poi stretto la mano fino quasi a rompermela per dar prova che l’aveva dura per davvero.

Oggi risento rumore di camion che fa manovra sul piazzale e eccolo rientrare deciso:

«Buonissima dotto’! Dammene un autru boccaccio di pillole!».

Non so perché ma gli ho lanciato il flacone sul banco come si fa coi boccali di birra nei film di Sergio Leone. La mano glie l’ho data strana, col pollice all’insù, come nel braccio di ferro: legittima difesa.

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