Bruno Vergani
Radiografie appese a un filo. Condivisione di un percorso artistico, davanti al baratro con angoscia parzialmente controllata.
Il Motore immobile
Nel tardo pomeriggio di mezza estate un uomo di mezza età entra in erboristeria, si piazza in mezzo al locale, fissa immobile l'erborista e dice:
Sono Vito Malagnino, senti ammè! Io voglio sapere. Perché ammia moglie tutti gli anni ci viene l’herpes alla vocca il 15 agosto?
Erborista. L’herpes alla bocca - Herpes simplex labiale - è un problema infettivo virale; contratta l’infezione si insedia e rimane latente, ma può manifestarsi quando “cala” la risposta immunitaria.
Malagnino. Ma perché ammia moglie tutti gli anni il 15 agosto preciso ci viene l’herpes alla vocca?
Erborista. Probabilmente per stress.
Malagnino. Ma perché il 15 agosto?
Erborista. Forse per bruschi sbalzi di temperatura o per prolungata esposizione al sole.
Malagnino. Ma perché ammia moglie tutti gli anni il 15 agosto?
Erborista. In quei giorni sarà sicuramente più stressata o si esporrà di più al sole. L’anno prossimo, a iniziare da giugno, potrà assumere Echinacea e Uncaria tomentosa, le preparo in capsule, prevengono il problema.
Entrano altre quattro person, zitte in attesa del loro turno.
Malagnino. Senti ammè! Io voglio sapere! Ma perché ammia moglie tutti gli anni il 15 agosto ci viene l’herpes alla vocca?
Erborista. Sarà per stress.
Malagnino. Il fatto speciale è che ammia moglie viene tutti gli anni il 15 agosto.
Erborista. L’anno prossimo da giugno potrà assumere Echinacea e Uncaria. Ci vediamo l'anno prossimo a giugno. Buonasera.
Malagnino. Ma ammia moglie viene tutti gli anni l’herpes alla vocca. Gli viene preciso, preciso, il 15 agosto...
Erborista. Ci vediamo a giugno. Buonasera...
Gli spaghetti
Tutto sommato il pensare, a maggior ragione il dire e lo scrivere, sono direttamente correlati a dinamiche fisiche e posture corporee. Il pensiero si modifica con l’immobilità fisica, col camminare e ancor più col correre. Nel nuotare prende forme inedite, muta nell’ascoltare musica e nel digiunare, nel mangiare e anche nel fumare e bere, basta e avanza semplice tabacco e acqua per avvertire l’istantaneo cambiamento.
Il pensiero dell’anacoreta che si raccoglie in sé viene rapido destabilizzato - si paralizza o rivoluziona - quando un umano corpo vivente entra improvviso nella sua stanza, anche quelli di bestia procurano effetti precisi all’eremita.
Pensiero e corpo sono così interconnessi da non escludere che siano la stessa cosa. Ogni percorso teoretico, qualsiasi metafisica, dovrebbero partire e fondarsi sull’esserci corporeo qui presente nel suo evidente interagire: Natura-Io-l’Altro, nell’ometterli solo fumo.
Consegna del testimone?
C’è e ci sarà sempre qualcuno abile nel progettare aerei, costruirne di migliori e capace di pilotarli. Eppure tra - più o meno - cento anni manco uno dei competenti vivi ci sarà ancora e l’intero scibile umano verrà traghettato a nuovi nati, tutti con livello di conoscenza zero. Tabula rasa e si riparte.
Anche se a ogni passaggio non si riparte dalla preistoria; anche se siamo numerosi; anche se mentre qualcuno muore più di qualcun altro nasce senza soluzione di continuità e la consegna del testimone avviene gradualmente e non d’un botto, c’è tuttavia da meravigliarsi che un certo progresso riesca, tutto sommato, a perpetuarsi e a “tenere”.
In tale funzionamento ci deve essere qualcosa che va oltre la mera consegna di testimone. Forse abbiamo l’anima di gruppo come le formiche e il sapere raggiunto in qualche modo si espande osmotico, onnipervadente, a tutta la specie.
Metafisica del vino bianco
Catturava il potere che alberga nelle piante, il rizoma di Aconitum napellus fluttuava esausto nel vino bianco, macerava da dodici giorni e il principio di morte era tutto digerito e migrato nel vino. Agitava il macerato verdastro con un ramo di olmo, odorava le note metalliche dell’alcaloide.
Tre gocce del preparato non gli avrebbero procurato alcun effetto, dieci lenito un po’ i dolori dell’artrite, quindici elargito un inutile eccesso di salivazione, sedici intorpidimento della mani e formicolio. Venti sarebbe morto.
Lui ne ingurgitava diciotto: gli piaceva quel territorio di confine tra l’azione curativa e la mortale, tra sé e sé la chiamava “terra del diavolo” il luogo dove cercava Dio.
Metronomo
Aveva la coda ma non si vedeva come quella dei cani perché psichica.
Di tanto in tanto la dimenava a 208 battiti per minuto per sfogare l’energia compressa dal rassegnato brancolare.
Il corridoio
La statua della Madonna era là in fondo al corridoio dell’ospedale, con dodici lampadine accese intorno alla testa schiacciava la testa al diavolo. Il faccino della Madonna faceva una espressione autistica, un mix di sofferenza e ebbrezza. Il diavolo col tallone sulla tempia tirava fuori la lingua e esausto ghignava eccitato. Non capivo se piaceva di più alla Madonna schiacciare la testa al diavolo o a lui l’essere calpestato.
La caposala sulla colonna vicina aveva appiccicato, col cerotto, un manifesto del Ministero della Salute a prevenzione delle patologie ossee:
«POSSIBILI CAUSE DELLO SPERONE CALCANEARE:
1 problemi posturali;
2 lavori pesanti e nei quali si mantiene sempre la stessa posizione;
3 sport come il basket e la corsa;
4 soprappeso».
“5 Calcare la testa al diavolo” però sul manifesto non l’avevano scritto.
Chissà? Forse il Ministero della Salute ha appurato che la testa del diavolo è gommosa come membro d'asino e nel pestarla non procura traumi.
Il gelso
settembre 2013. Osservo il vecchio gelso in mezzo al piazzale. Ho visto amici morire e l’albero perdurare loro. Lo avverto nella sua sacralità, apatica all’epilogo altrui, un po’ crudele: continuerà esserci quando io non ci sarò più.
agosto 2014. Annoto - da vivo - che il gelso in mezzo al piazzale è seccato. Morto stecchito.
Sciroppo al Mirto
Ho letto Sarte prima di dormire, giusto una mezzora. L'essere e il nulla parte centrale quella un po’ più comprensibile agli erboristi, non filosofi, come me. Quella parte del libro che dettaglia il peccato originale della personale maledizione di essere, ognuno, inevitabilmente "altro" per gli altri e viceversa; insanabile mancanza dove è preclusa qualsiasi positiva edificazione e appagamento con l’altro e tramite l’altro.
Osservazione teoretica valorosa e complessa quella di Sartre che stimola il pensiero e la ricerca, eppure stamattina alla riapertura dell’erboristeria un flacone di sciroppo lo ha smentito in due minuti: avevo raccolto il mirto e realizzato lo sciroppo per la tosse a regola d’arte, l’ho venduto a prezzo giusto mentre la cliente mi ringraziava per il pezzo che aveva acquistato l’anno scorso risolvendogli il problema. Lei contenta di me e io di lei, io contento di me tramite lei e viceversa, precisa reciproca personale soddisfazione per mezzo di un altro1. Se accade con gli estranei a maggior ragione coi prossimi.
Non so se uno sciroppo al mirto ha potere di lenire la tosse stizzosa dell’esistenzialismo filosofico. Può bastare così poco? Mi torna alla mente una citazione del filosofo Orlando Franceschelli, ri-cito a memoria: «Basta un cane che muove la coda per far collassare il nichilismo.»
1 G.B. Contri: «Allattandomi mia madre mi ha eccitato al bisogno di essere soddisfatto per mezzo di un altro.»
Professioni
Spinoza tornitore di lenti;
Melville ispettore doganale;
Kafka assicuratore contro gli infortuni;
Pessoa corrispondente commerciale;
Sgarbi storico dell'arte, scrittore.
Similitudini
I cataloghi di libri un po’ somigliano ai menu dei ristoranti: elenchi di carburanti pesanti o leggeri, prelibati o dozzinali, proposti ai nostri metabolismi.
Se il leggere assomiglia al mangiare l’Istat segnala che più della metà degli italiani soffre di anoressia.