Bruno Vergani
Radiografie appese a un filo. Condivisione di un percorso artistico, davanti al baratro con angoscia parzialmente controllata.
Onnipotenza & Impotenza S.p.A.
Da poco in pensione mi sto reinventando come tanti giovani in cerca di un loro posto nel mondo.
Non ho sogni da realizzare ma da accordare ciò che mi piace con ciò che è possibile e vantaggioso, dunque sovranità limitata, grado che ci salva da deliri di onnipotenza ma anche da quelli d’impotenza.
Scatto di livello
Chi frigna per nonnulla e chi permane tosto in eventi funesti, tra i due gradi di tolleranza differenti livelli (e scatti di livello) determinati dal DNA della persona, libertà e volontà, vicissitudini storiche, esistenziali e ambientali.
Come chi ottiene la laurea in un anno col Cepu, qualcuno[1] senza aspettare lezioni elargite da disgrazie preferisce bypassare i gradi intermedi per insediarsi, per così dire preventivamente, al livello più tosto. Nell’optare per la sfera pessimistica e dolorosa non so che laurea ottengano, però è una strategia di vita più che dignitosa: anche se non incapperanno in personali dolori estremi l’opera di preparazione e prevenzione risulterà comunque vantaggiosa universalizzandoli come soggetti, visto l'onnipervadente imperversare della sofferenza in questo mondo[2].
__________________________________
1 Buddha, Leopardi, Schopenhauer…
2 L’uomo più felice del mondo probabilmente è un deficiente.
Basic
C’è pensare logico, estetico, etico, meditativo; pensiero che ricorda, considera, pondera, individua, inventa; pensieri che si mischiano, che si collegano (connettere); pensiero che verifica e pensiero inferenziale, c’è anche il pensiero riflessivo che pensa se stesso, ma prima di tutto questo operare ci sarebbe da indagare l’accadimento spontaneo di ogni mattina quando al risveglio sorge - chissà da dove? - il pensiero primario “Sono”, senza nome, tempo, qualità e attributi, dura un attimo ma accade seguito dal pensiero “Sono io” e da qui tutti gli altri pensieri.
Forse ‘sta strana cosa non è neppure un pensiero; da dove, come e perché si attiva? Dicono che questo evento basic quanto assoluto e necessario, sia prodotto dall’attività cerebrale, ma può anche darsi che, in qualche maniera, non sia il prodotto ma il motore[1].
___________________________________
1 Io sono colui che sono (Esodo); “Percezione immanente” (Husserl); Volontà-impulso-prepotente (Schopenhauer).
Ipostasi
Sono amico di italiani e di una ventina di extracomunitari, conosco bene anche cinque carabinieri e tre preti, ma “Gli italiani”, “Gli extracomunitari”, “I Carabinieri” e “I Preti” non li ho mai visti.
Lode all’imprevisto
Esercizio: riscrivere in mezz’ora Imagine di Lennon ficcandoci dentro ciò che desideriamo per noi e per tutti, certi che si realizzerà appieno e per sempre.
Dopo due minuti e tre desideri ci si sentirà un po’ deficienti (provare per credere) e insistendo (sconsiglio) farà irruzione un senso di stasi, forse di noia, anzi di nausea o meglio di angoscia.
Se fossi un dio, di tanto, in tanto, regalerei ai beati che riposano in eterno nella luce perpetua un qualche imprevisto.
Sulla solitudine
Ci sono eremiti che vivono appieno l’universo, la natura, la storia delle civiltà, il valoroso pensiero di chi li ha preceduti e compagnoni che si ammassano in armadi a muro.
Ascensione
Invece di stare costretto in quell’ufficio con quelle persone avrei preferito trovarmi altrove per fare tutt’altro con altri. Non so perché ma all’improvviso ho dato i numeri: 36, 102* e sono balzato in un altro regno, là ho visto ciò che appena prima mi appariva massiccio e universalmente cupo bega da cortile.
_______________________________________________
* Ruminando mentalmente i Frammenti 36 e 102 di Eraclito:
«La morte per le anime è divenire acqua, la morte per l’acqua divenire terra, e dalla terra si genera l’acqua, e dall’acqua l’anima» (frammento 36).
«Per il dio tutto è bello, buono e giusto, gli uomini invece ritengono giusta una cosa, ingiusta l’altra» (frammento 102).
Fondamenta
Prima che valutazione morale un giudizio è gesto tecnico che individua una realtà; atto che poggia necessariamente su un fondamento dal, e sul, quale interpreta l'ambiente.
Nella storia del pensiero c’è chi ha dato valore assoluto al fondamento; in realtà fondamenti differenti, che mutati nel corso del tempo sono stati percepiti, ogni volta, come definitivi e assoluti.
Probabilmente è stato Nietzsche, tra i primi, a contestarli di petto, giudicandoli artefatti reattivi implementati da mezze seghe incapaci di permanere al cospetto del substrato insensato e caotico della realtà. Il problema è che tale confutazione del fondamento poggia anch’essa su un qualche fondamento.
Per come la vedo di fondante permane da una parte l’auto evidente Natura e dall’altra l’umano pensiero che fluttua poggiando, di volta, in volta, su necessari quanto differenti, parziali e provvisori, fondamenti che esso stesso produce per interpretare il mondo.
Esonero dalla stupidità
Nell’acquistare la torta per il compleanno l’occhio mi va sull’etichetta delle pere sciroppate prodotte artigianalmente dal pasticcere, le autorizzazioni e le altre dizioni riportate sono più delle pere nel vasetto. Sintetizzano le centinaia (letteralmente) di norme e prescrizioni richieste oggi in Italia per produrre e commercializzare un vasetto di pere. Il pasticcere ha anche riportato il codice accisa dell’Agenzia delle Dogane che autorizza le pere a un istante di bagna al rum.
So bene che a quell’artigiano rimane un 15 per cento di quello che ricava, l’altro 85 lo spende per fornitori, dipendente (che fa le torte mentre lui fa carte per i burocrati), utenze, tributi e tasse, insomma per la collettività. Gli basterebbe un moto di libertà unito al conto della serva per lasciare perdere tutto quanto, esonerandosi da tanta stupidità imposta. Non perderebbe molto, non più dei suoi clienti che rimasti senza pere ripiegheranno su quelle dozzinali della grande distribuzione, del suo dipendente e dello Stato (tutti noi) che con la sua chiusura vedrebbe diminuire il flusso delle entrate.
Così, al cospetto di quella etichetta, mi è tornato alla mente lo scritto di Mario Cipolla sulle leggi fondamentali della stupidità umana, parafrasandolo così:
«Uno Stato è stupido se causa un danno a un suo cittadino o a un gruppo di suoi cittadini senza realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo un danno»[1]. Mi sembra che questo inibire l'imprendere, specialmente degli artigiani e della micro impresa, sia uno dei problemi più gravi del Paese, forse non il primo ma è ben piazzato.
______________________________________________
1 L'originale recita: «Una persona è stupida se causa un danno a un’altra persona o ad un gruppo di persone senza realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo un danno.» Carlo M. Cipolla, Teoria della stupidità - Terza (e aurea) legge.
Imperfezione insanabile
Consideravo che quando un soggetto vìola una legge dello Stato subisce una correlata sanzione anche se non percepisce l’illiceità del suo atto, o giudica la norma statale contraria al suo modo di vedere le cose[1].
Per trovare una soluzione occorrerebbe che il soggetto invece di nascondere il personale agire per non essere beccato o di ottemperare obtorto collo norme alle quali non crede solo per non incappare in sanzioni, percepisca l’illiceità del suo statuto personale e lo riscriva conformandolo a quello dello Stato. Viceversa che la legge personale di quel soggetto sia riconosciuta valida dallo Stato e la rispetti fino al punto da riscrivere una legge generale conformandola a quella di quel soggetto.
Data la complessità della problematica risulta impossibile un’alleanza perfetta tra i due regni, non ci resta che perseguire di volta, in volta, caso per caso, una sintesi non troppo imperfetta.
___________________________________________________________
1 Evidentemente la considerazione se non declinata in una precisa fattispecie dice tutto e niente, appurato che le leggi possono essere promulgate da Stati democratici o da Governi dittatoriali e che Charles Manson e Nelson Mandela perseguivano entrambi statuti personali. Mi riferisco, dunque, a violazioni compiute in uno Stato democratico da soggetti forniti di un “giudice interiore” non troppo scapestrato, violazioni ideologiche, da “penale bianco”, amministrative, tecniche, “post-epidiche”. Per la teoria d’ "illecito post-epidico” (Albert A. Ehrenzweig), rimando all’interessante articolo di Riccardo Lancellotti: LE RADICI PSICOBIOLOGICHE DEL DIRITTO - Psicoanalisi, psicologia evoluzionistica e neuroscienze: contributi a confronto.