BLOG DI BRUNO VERGANI

Radiografie appese a un filo, condivisione di un percorso artistico

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Venerdì, 30 Settembre 2011 18:07

Indole e ambiente

Quando frequentavo l’ultimo anno dell’asilo di tanto in tanto veniva a farmi una iniezione “la tedesca”, una vicina di casa originaria della Germania dell’est. Quando vedevo entrare in stanza quel donnone con i capelli biondi cortissimi urlavo e fuggivo, per riuscire a farmi l’iniezione mi dovevano bloccare in tre. Siringhe di vetro enormi e bollenti, aghi dolorosi. Per qualche anno avevo creduto che “i tedeschi” erano quelli che facevano le iniezioni.

Quanto siamo determinati nel nostro pensare e agire dalle vicende della vita? Quanto dall’indole? Karl Marx figlio di un rabbino di Treviri; Bertold Brecht di un fabbricante di carta; Voltaire di un notaio; Berlusconi di un impiegato di banca, se fosse stato figlio di un rabbino, di un fabbricante di carta o di un notaio sarebbe venuto meglio? 

Pubblicato in Pensieri Improvvisi
Mercoledì, 21 Settembre 2011 13:05

Autoeditto bulgaro

Appese alle pareti di qualche negozio o laboratorio artigianale può capitare di leggere la “comunicazione di servizio”: “Prima di azionare la bocca inserire il cervello”; l’artigiano avvisa ed invita i clienti ad essere amici del pensiero per emanciparsi  da pretese insensate. Diffusa l’involontaria indifferenza al pensare e qualche cartello che la ricordi potrebbe anche essere utile; meno conosciuta invece la consapevole e perseguita inimicizia al pensiero.

Sappiamo che la differenza tra un corpo cadavere e uno vivo è che il primo non pensa, eppure c’è chi s’impegna ad interrompere il personale pensiero convinto che, invece di ritrovarsi cadavere, raggiungerà una sorta di realizzazione, di illuminazione. La definiscono "meditazione recettiva" e mira proprio alla distruzione del pensiero. Esperienze picco di questa voluta ostilità al pensiero le troviamo in frange spiritualistiche new age che mal riferendosi a tradizioni mistiche, si sforzano di distruggere il pensare attraverso esercizi mirati, appresi da manuali  - solitamente di autori americani - proposti in libreria. Seduti a gambe incrociate si rilassano cercando di fermare la mente e quando il pensiero si attiva gli mitragliano addosso mantra ripetitivi per stroncarlo sul nascere. Poi, non ancora soddisfatti, la notte invece di dormire tentano il “sogno lucido”: come sentinelle resistono al sonno e quando il sogno spontaneamente cerca di attivarsi per aggiustare i danni procurati dalle pratiche masochistiche diurne, gli risparano addosso meccanismi di controllo per governarlo. Dopo la notte insonne scesi dal letto finalmente si rilassano digiunando, mentre si sottopongono ad enteroclismi purificatori.

“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero” recita l’inizio dell’articolo 21 della Costituzione, ma a loro non interessa. Preferiscono l’autocensura radicale obbediente a "linee editoriali" misteriose, pericolose, malate. 

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Venerdì, 16 Settembre 2011 09:48

Io coobo; tu coobi; lui/lei cooba

COOBARE distillare ripetutamente un liquido versandolo ogni volta sui residui delle precedenti distlillazioni  al fine di arricchirlo di principi attivi (Dizionario Garzanti). Probabilmente da una voce semitica. Verbo da rubare alla chimica perché lemma del percorso artistico e dell'esistenza.

Pubblicato in Pensieri Improvvisi
Giovedì, 15 Settembre 2011 18:15

le tre ferite narcisistiche dell'antropocentrismo

 Uomo:

il suo pianeta è uno dei tanti (Copernico);

deriva dalla scimmia (Darwin);

non è padrone in casa propria (Freud).

Pubblicato in Pensieri Improvvisi
Lunedì, 12 Settembre 2011 12:19

Lavastoviglie virtuose

Amici mi hanno chiesto quanto attraverso la scrittura autobiografica sia riuscito a rischiarare zone oscure della mia vita e quali; se la scrittura sia riuscita a farmi compensare occasioni perse; se mi ha fatto meditare sugli errori e se ho saputo chiedere perdono; quali vizi capitali ho trasceso e quali virtù ho saputo conquistare; e per finire in che cosa sono meglio di prima dopo aver scritto la mia storia.

Domande che un po’ evocano lo schema dell’esame di coscienza della confessione sacramentale cattolica. Non comprendendo se gli amici facessero gli spiritosi o sul serio ho comunque risposto:Luce? Tenebre? Rischiarare? A mezz’ombra vegeto meglio.Sto alla larga da valzer compensatori e talvolta ringrazio le occasioni perse.La storia insegna che chi si impegna nel conquistare virtù è pericoloso per tutti e che le sanzioni fanno sovente meglio del perdono.Il mio vizio capitale è stato lo sforzo personale per essere virtuoso, ma ho poi realizzato che “migliori di prima” sono solo i computers e le lavastoviglie ultimo modello. 

Pubblicato in Frammenti Autobiografici
Martedì, 30 Agosto 2011 23:35

Animali complessi

Oggi è nato il figlio di amici cari e ho sorriso e quando qualcuno che conosco muore mi rattristo.

Soddisfatto di cosa? Triste per cosa? Così fan tutti ed io con loro. Bisognerebbe conoscere come si svolgerà una esistenza per sorridere del suo inizio e rattristarsi del suo cessare invece, a prescindere, un qualcosa suggerisce che è proficuo nascere e svantaggioso morire. Forse questo desiderio di essere, noncurante dello svolgimento esistenziale, è faccenda non sacra ma biologica; conservazione della specie: come gli animali preferiamo esserci.

Qualcuno vedeva le cose in modo diverso: Schopenhauer e anche Buddha. Il primo per la sua lucidità nel diagnosticare la  condizione umana intrinseca al dolore e il secondo, d’accordo con il primo, impegnato però ad escogitare una via d’uscita. Qualcun altro di fronte al dolore estremo ha sfidato i decreti biologici per scegliere di non essere più. Un altro aveva detto "Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici" (Gv 15,13). Non tutti sono come animali, siamo molto più complessi e non sono sicuro che sia sempre un vantaggio.

Pubblicato in Pensieri Improvvisi
Lunedì, 29 Agosto 2011 18:01

New generations

Difficile la vita per le nuove generazioni. Oggi chi frequenta l’università, il più delle volte, invece che conferme intravede alla fine del percorso un punto interrogativo che incombe.

Dagli anni Cinquanta ai Settanta il messaggio che la società comunicava ai giovani era invece confortante e motivante. In alcune aree d’Italia c’era lavoro per tutti e chi non trovava il lavoro giusto poteva impegnarsi in qualcosa che gli assomigliava, cadendo comunque sempre in piedi senza farsi male. Ricordo che alle superiori avevo frequentato qualche giorno, non mi piaceva e avevo mollato per andare a lavorare da un meccanico, mio padre non mi dava denari ma mi permetteva di fare quello che preferivo. Avrei ripreso gli studi dopo qualche anno nello stesso istituto tecnico, corso serale, mentre di giorno lavoravo in un ospedale. In pochi anni avevo cambiato numerosi posti di lavoro, era agevole nella Lombardia di quei tempi trovarne di nuovi. Avevo provato la catena di montaggio, ma dopo due giorni mi ero licenziato. Non riuscivo a comprendere come facessero a resistere i miei compagni di lavoro, lì per otto ore a ripetere lo stesso movimento. La serenità di qualcuno l’avvertivo così incomprensibile che mi procurava inquietudine. Atteggiamento che rivisto oggi appare meritevole di sanzione.Se non mi piaceva un lavoro, o mi erano antipatici i compagni cambiavo posto. Una battuta antipatica di un collega, un’alitosi di un datore di lavoro e me n’andavo. Mentre lavoravo in un posto altri datori di lavoro mi proponevano di interrompere per recarmi da loro, offrendomi condizioni migliori, la situazione sembrava precaria perché non trovavo quello che davvero mi piaceva, eppure mi muovevo all’interno di una rete di rassicurazioni sistematiche. Ero un privilegiato ma non lo sapevo.

Pubblicato in Frammenti Autobiografici
Sabato, 27 Agosto 2011 16:10

Perché?

Avevo iniziato la lettura di Freud che conoscevo per sentito dire. Dopo aver letto i "Tre saggi sulla teoria sessuale", che mi ero trovato sullo scaffale della mia libreria quasi a gratis (un euro) allegato al Corriere della Sera; appurato che per così poco avevo avuto così tanto, avevo poi acquistato l' "Interpretazione dei sogni", lettura che mi aveva impegnato per tre mesi.

Qualche amico si era accorto che mi attardavo in un testo inconsueto.Un cattolico mi aveva detto: "Oddio!". Un induista mi aveva raccontato una novella: "Freud è come quel tale che entrato in una casa sconosciuta e buia, accende casualmente la candela nel cesso e da lì studia e interpreta tutta l'abitazione." Un paio di psicologi mi avevano guardato storto; uno perché: "Stavo a perdere tempo in minchiate superate" l'altro denunciava la fissazione patologica dell'Autore, a suo dire noto cocainomane, sulla sessualità.

Siccome stavo leggendo un libro e non commettendo un reato ero rimasto meravigliato da quelle reazioni non richieste, sopra le righe e ostili, a maggior ragione perché nella lettura riconoscevo nel merito pietre angolari di me stesso e della società tutta; nel metodo un'umiltà intelligente - che osserva, pensa e solo poi dice- invece che minchiate di un drogato. Così avevo chiesto motivo della smodata avversione. Nessuno mi aveva risposto nel merito, così avevo constatato che l'ostilità era generata, oltre che da ignoranza, da impulso privo di pensiero. Rimozione viscerale dell'Autore sospetta proprio per la mancanza di ragioni. Forse un inconsapevole contestare per difendere concetti acquisiti parziali e falsi nel definire sé stessi, che Freud, in qualche modo, smascherava. Veritas odium parit.

Pubblicato in Filosofia di strada
Lunedì, 15 Agosto 2011 12:39

Memorie frammenti, Il divin pargoletto

Chissà se erano maleodoranti gli escrementi del divin pargolo? E chissà quante volte avrà riso Gesù nei trentatré anni di transito terrestre? Forse una volta. Proprio da bambino, quando aveva succhiato il latte per la prima volta. Ma come aveva fatto la Madonna ad avere il latte se era vergine? Non è plausibile che l’ipofisi immacolata avesse prodotto prolattina a sufficienza. Forse si era prodotto un latte scrematissimo, verginale. E il bambino? Aveva corso il rischio di morire di fame? Forse no perché aveva un corpo di costituzione angelica? Davvero un pasticcio essere figli di Dio e nascere da una donna.

Gesù Cristo era un uomo che diceva la sua. Dio era il nome di una malattia pericolosa e la Chiesa cattolica veicolava eresie mortali che diceva di combattere: il docetismo che affermava che Gesù aveva un corpo angelico e il quietismo che ordinava di interrompere il pensare per affidarsi alla grazia divina; merda di Cappuccetto rosso, peto della bella addormentata.

Pubblicato in Frammenti Autobiografici
Venerdì, 12 Agosto 2011 10:57

Mentuccia

“Cos’hai mangiato ieri a mezzogiorno?” Chiede la moglie al marito, che il giorno prima era rimasto fuori casa per lavoro. Anche a me talvolta lo chiedono, anche se quello che ho ingurgitato il giorno prima è già nella fogna, eppure per chi pone la domanda l’argomento sembra meritevole d’attenzione e interesse.

La domanda è insensata ma il sottotesto ha una sua logica: siccome ti voglio bene, desidero che tu abbia mangiato qualcosa che  ti abbia procurato piacere nell’ingurgitarlo, affinché ben nutrito tu possa vivere sano e felice a lungo. Tipico sottotesto di matriarca italica, tutto sommato accettabile, se circoscritto. Nell’arco dell’esistenza anche a me è capitato di chiedere a chi volevo bene: “Cos’hai mangiato a mezzogiorno?” E talvolta mi è anche scappato: “Domani piove, ma dopodomani c’è il sole” poi, un po’ preoccupato per me stesso, dicevo altro. La bocca parla della pienezza del cuore e qualcuno è pieno di pasta al ragù e zucchine con la menta: “Meglio la piperita della mentuccia selvatica” ed io esausto mi allontano per accendermi un sigaro e pensare alle parole di Gesù di Nazareth, l’antico predicatore ebreo che ho ripreso a frequentare:“Non ciò che entra nella bocca contamina l’uomo, ma ciò che ne esce”Pensiero in azione e da lì l’atto linguistico prima che a ogni altro atto. Quello è saper parlare. Intanto in poltrona le donne insistono a dire di lasagne al forno e gli uomini di calcio e di portafogli vuoti, mentre i potenti del mondo li dominano.

Pubblicato in Frammenti Autobiografici

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