Un amico mi aveva suggerito d’evitare quelli che, nel dire e nello scrivere, utilizzano le parole:
“Dovizia” e anche “Apostrofe”.
L’apostrofo che segnala elisione di vocale diceva che era lemma innocuo, invece l’apostrofe figura retorica no: «Chi sei tu? L’apostrofò» e tutto quell’universo lì, diceva era roba da uomo vecchio, da soggetto conservatore potenzialmente pericoloso.
Aggiungeva altresì che è possibile giudicare gli uomini e anche le donne dalla montatura degli occhiali. Invitava a diffidare di chi inforcava lenti sovradimensionate, aste spesse colorate con brillantini o loghi sopra.
Senza accorgermi ho scritto “altresì”. Non credo sia cosa buona. Gli chiederò quando lo incontro.