BLOG DI BRUNO VERGANI

Radiografie appese a un filo, condivisione di un percorso artistico

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Venerdì, 25 Marzo 2016 09:19

Sacra curcuma redentrice

I peccati di un tempo sanati da divini salvatori adesso sono tossine smantellate da antiossidanti.

Pubblicato in Pensieri Improvvisi
Martedì, 22 Marzo 2016 19:34

Varianti d’autore in corso d'opera

Stereotipia e automatismo del moto rettilineo e dell’oscillazione ripetitiva sono, tutto sommato, varianti dell'inerzia: perché accada movimento è necessario originale e imprevedibile fluttuare.

Così più una teologia è apofatica più rendiconta un Soggetto vivo, mentre più celebra fisse e rigorose sistematizzazioni più somiglia alla tanatologia forense.

Pubblicato in Sacro&Profano
Domenica, 20 Marzo 2016 10:31

Primavera

Nel mettere in moto la vecchia Golf occhieggiava nell’incoscienza dell’albero motore in movimento la coscienza del team di crucchi che l’ha voluto, ma il più longevo, il più bello, il più grande e il più complesso macchinario esistente sarebbe l’unico a funzionare preciso sprovvisto d’autore? Davvero strano.

Pubblicato in Frammenti Autobiografici
Mercoledì, 16 Marzo 2016 19:59

Ammanco di cassa

Anche la più completa biografia, o autobiografia, capace di illustrare puntualmente il pensiero del protagonista e il suo temperamento, abile nel periodizzarne l’esistenza descrivendo tutti i personali momenti, fasi e cicli, dettagliando ogni sua azione e accadimento, non dice compiutamente il soggetto. Cosa manca?

Pubblicato in Filosofia di strada
Domenica, 13 Marzo 2016 19:05

legnate

Mica è facile comprendere Nietzsche, così nel suo autobiografico Ecce homo, all’inizio del IV capitolo quando dice del

«perfezionamento dell’umanità, intendendo con ciò anche la distruzione, senza pietà, di tutto ciò che vi è di degenerato e parassitario»,

lenisco la mia repulsione alla frase considerando la sua furente autoesaltazione dicotomica e che, dunque, con quel “tutto ciò”, sicuramente includeva la distruzione, senza pietà, di ciò che vi era di degenerato e parassitario innanzitutto in lui e conseguentemente, ognuno per sé, in ognuno di noi. No mi sbaglio questo è Gesù di Nazareth evocato dal mio imprinting cattolico… Nietzsche era proprio l’altro che intendeva legnare. Però dopotutto non male il mio imprinting, filosoficamente non male.

Pubblicato in Filosofia di strada
Venerdì, 11 Marzo 2016 11:53

In principio

C’è il pensiero reattivo stimolato dal pensiero altrui che è il più facile da iniziare, c’è il pensiero che scaturisce da contingenze indagate e interpretate, c’è anche il pensiero esperienziale autobiografico e poi c’è quello originale che chissà da dove irrompe spontaneo. Dov'è la miniera che lo contiene latente?

Pubblicato in Filosofia di strada
Venerdì, 11 Marzo 2016 10:41

Adolescenza

Nel sogno di stanotte sono ripiombato adolescente, un brutto posto. Imprigionato nell’incantesimo di un’abnorme amplificazione distorta della realtà dove le donne erano dee indispensabili ma irraggiungibili. Un surriscaldamento della personale sensibilità dove la semplice amicizia diventava imperativa necessità vitale, al punto da mendicarla, mentre una vaga idea di Dio mal compensava l’esigenza vitale di voler esserci anch’io. Necessità assoluta dell’accettazione e stima dell’altro che oggi vedo teoria erronea, contraffazione della realtà, ma che lì sembrava tanto vera e potente da fagocitarmi.

Faccenda passata, faccenda diffusa seppur con differenti intensità individuali. La chiamano necessità d’amore, parola ambigua “amore” che oggi perlopiù non dico. Però che strano: i primi dieci anni dediti all’impantanarsi e i restanti per venirne fuori. In fin dei conti più comico che strano.

Pubblicato in Frammenti Autobiografici
Giovedì, 10 Marzo 2016 11:25

Orbite

Tra il genio che si affranca da qualsiasi orbitare (muoversi nello spazio attorno a un altro corpo) così da proclamare l’inaudito e il prillare del pirla che gira su se stesso non c’è che un passo.

Pubblicato in Pensieri Improvvisi
Giovedì, 10 Marzo 2016 09:37

Rigor Mortis

C’è qualcosa di sano nell’amalgamare lo spirito ai piedi e anche alle mani, come mi aveva fatto imparare a memoria -sciaguratamente in contesto cattolico pauperistico- la maestra alle elementari [1] e che oggi mi torna alla mente evocato dalla lettura di ieri sera [2].
Corrispondenza spirito-corpo che andrebbe universalizzata coinvolgendo in presa diretta -se fuori sincrono agita in presa sfasata è feticismo- spirito con duodeni, tibie, vulve e peni.
Detto tra noi il culto delle reliquie e la dottrina che lo giustifica non sono poi tanto sbagliati, il problema è che amalgamano in differita.

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1 Fammi vedere le mani, saprò io se ne sei degno. L'operaio fa vedere le sue mani dure di calli, han toccato tutta la vita ferro, fuoco, metalli. Sono vuote di ogni ricchezza, nere, stanche, pesanti. Dice il Signore: «Che bellezza, così sono le mani dei santi». (Renzo Pezzani)
2 «Lo spirito tedesco è un'indigestione, non arriva mai a fondo di nessuna cosa. Ma anche il regime inglese che confrontato col tedesco e col francese è una specie di «ritorno alla natura», cioè al cannibalismo, ripugna profondamente al mio istinto: mi sembra ch’esso dia allo spirito dei piedi pesanti, piedi da donna inglese...» Ecce Homo (Nietzsche)

Pubblicato in Sacro&Profano
Sabato, 27 Febbraio 2016 09:40

Il mistico depresso

Di tanto in tanto incontravo un depresso che giustificava il suo stato tirando in ballo filosofie e mistiche orientali. Le interpretava a modo suo più o meno così: «Io non esisto, sono un agglomerato di cellule che rispondono a decreti biologici, un paciugo di ricordi, ma io non ci sono.» Aveva tanto insistito col suo rimedio esotico fino al punto di valutare la sua apatia virtuosa, così la depressione era diventata severa e pure cronica.

Quando gli riferivo passaggi del mio cercare, dei miei tentativi di analizzare la realtà, mi guardava altezzoso, buttava le labbra all’infuori, abbassava gli angoli della bocca e sputava un: «E allora?» correlato da spallucce. Mica aveva tutti i torti, quel mio provare era sovente confuso e goffo, ma il punto era un altro: vedeva in qualsiasi elaborazione e iniziativa un mero assemblaggio di fotocopie, come quando mescolando colori differenti creiamo migliaia di altri colori, ma in pratica quelle migliaia di colori possono essere riportate ai sette colori principali presenti in natura, a che pro, dunque, elaborare?

E’ morto ripetendo il suo mantra di “e allora?-spallucce”. Perché mai sarà nato e avrà vissuto uno così? Forse anche per insegnarmi che sarebbe preferibile spirare con un “mi scoccia perché ho ancora molto da fare”, o ancora meglio con un bel “tutto è compiuto”, invece di “e allora?-spallucce”, per ben vivere prima che per ben morire.

Pubblicato in Frammenti Autobiografici

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