Nel profondo Nord “caneda de veder” (cannetta di vetro) sono i fannulloni con la colonna vertebrale di cristallo che non possono piegare la schiena sennò si spezza, così ieri per onorare il brianzolo imprinting ho comprato la motosega per potarmi gli ulivi in diretta e poi la sera leggermi un qualche filosofo. Non male considerare tutt’uno il lavoro manuale e quello intellettuale, eppure constato che comprendere un concetto o edificare una frase precisa può risultare più faticoso dello zappare un terreno pietroso in pieno sole.
Evidentemente da rifiutare l’offensivo caneda de veder se esaltazione del fisico fare contrapposto al pensare, così da innalzare nell’empireo sudati scaricatori di porto sbattendo negli inferi gli intellettuali, viceversa se riferito al lavoro di pensiero sta in piedi e pure bene. Tanti i malriusciti perché caneda de veder dell’intelletto che poco imparano e poco pensano. Ascoltare una parola sconosciuta e non correre a scoprirla è un po’ come non accendere la lampadina del cesso nottetempo e acquisire imput mediatici senza elaborarli è peggio di non tirare l’acqua.
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Frammenti Autobiografici