Metaverso
Talvolta accade che in alcune istituzioni religiose pecore e pastori poggino su un tacito patto narrativo, come abitualmente accade tra fruitori e autori di storie che concordano la sospensione delle facoltà critiche per immergersi nel racconto, così da goderselo appieno senza essere disturbati dal principio di realtà.
Differenza sostanziale è che autori e fruitori di storie pattuiscono una cessazione dell’incredulità momentanea, circoscritta al tempo del racconto, mentre nelle istituzioni religiose integraliste pecore e pastori la estendono a oltranza -sorta di realtà virtuale ante litteram- impregnando con il racconto proposto l’esistenza nella sua totalità. Ma pastori e pecore, sotto, sotto, sanno bene che è una fiction, non a caso evadono con frequenza dalla pseudo realtà pattuita.
Tutto sommato facciamo un po’ tutti così, visto che patti narrativi e convenzioni sociali sono un po’ la stessa cosa. Quante volte ottemperiamo procedure e predichiamo principi non validi in sé, ma solo perché ci siamo accordati che lo siano? Utili arbitri condivisi per contenere il mondo e potere funzionare insieme.
Creazione continua
Ho piantato una Paliurus spina-christi, mentre mi allontanavo mi sono voltato di scatto e per un istante mi è parso di vedere il principio che sta sotto e la fa esistere.
Rinneghi se stesso
Amminoacidi e coscienza
Non si è ancora capito se da gas, elettricità e carbonio, sono scaturite identità coscienti d'essere che percepiscono e comunicano, oppure se gas, elettricità e carbonio siano stati fatti da una qualche identità cosciente.
Rassicurazioni
Sprovvisti di conoscenza completa e definitiva non sappiamo il mondo, all’oscuro dell’esatta interconnessione della totalità degli eventi ignoriamo quello che ci accadrà tra mezzo minuto.
Non è piacevole fluttuare a tentoni in un universo probabilistico verso esiti ignoti, oscillando tra speranza e timore. Per anestetizzare il turbamento procurato dall'incertezza urge inventare sistemi di contenimento e coerenza, o abbracciare sistemi già elaborati e collaudati, che procurino la sensazione di conoscere, prevedere e controllare, così illudendoci di sapere ciò che non sappiamo architettiamo pre-giudizi che illuminino e stabilizzino il mondo.
Verifica di efficienza e di validità
Un reparto di oncologia è una piccolissima frazione di mondo eppure giudizio universale, basta farci entrare una concezione del vivere e osservare se si spappola, o regge riuscendo a generare senso anche in situazioni limite, le più ricche di opportunità.
Le scuole di pensiero, le concezioni del mondo e del vivere, i percorsi artistici, le filosofie, che dicono al malato: “Speriamo in bene, quando starai meglio riprenderemo il percorso insieme”, nella loro incapacità di vivere l'evento in presa diretta si rivelano mero intrattenimento, patacche.
Pace e giustizia
Se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l'altra, può anche essere che il pacifismo dogmatico nel suo elevare la pace sopra ogni cosa, giustizia inclusa, spiazzi e sovverta portando frutto.
Si potrebbe anche provare, a patto che a deciderlo sia chi ha ricevuto la sberla.
Velo di Maya
Se il mondo è la “mia” rappresentazione, con quasi otto miliardi di persone sopra che producono a raffica fenomeni soggettivi, ci sta che di tanto in tanto scoppi qualche guerra.
Libertà vigilata
Proporre idee, architettare sistemi, chiarire situazioni, stilare procedure, spiegare fatti, far riflettere, confermare ipotesi, insegnare modi, categorizzare concezioni, giustificare tesi, far guerra a visioni, proporre alternative, dimostrare assiomi, citare gli esperti, narrare tema e trama, interpretare la cronaca…
Raro il libero scrivere, perlopiù si scrive “al fine di”.
Passe-partout
L’ottocentesco termine “panenteismo”, lo si può interpretare sia come una variante del panteismo che del teismo.
Il panenteismo panteista ipotizza, o afferma, il primato di una arché, di un’ápeiron alla Anassimandro; energia vitale che seppur immanente precede, costituisce e onnipervade (panpsichismo) l’universo. Il panenteismo teista include, invece, l’immanenza dell’universo in Dio emanata e animata dalla sua potenza creatrice e trascendente.
Se nelle due varianti sostituiamo i termini Arché e Dio con Logos, scemerà l'eccedenza di Dio sulla natura e il divario fra immanenza e trascendenza, e si potranno entrambe interpretare come differenti punti di vista dello stesso processo, emulsionando così teismo e panteismo come ci aggrada.