Bruno Vergani
Radiografie appese a un filo. Condivisione di un percorso artistico, davanti al baratro con angoscia parzialmente controllata.
Dogma d’immacolata concezione
Il filosofo che teorizza la soggettiva capacità d’elaborare un'analisi concettuale pura, rigorosa e assoluta, attraverso un presupposto immacolato pensare logico non filtrato da sé medesimo, non interpretato dal linguaggio che utilizza, non condizionato dall’essere figlio del suo tempo e latitudine, non eccitato o contaminato da dinamiche inconsce, assomiglia al teologo fondamentalisma: dogma differente medesima altezzosità.
La capacità di pluralismo sostenuta dalla consapevolezza dell’inevitabile provvisorietà-parzialità connaturata al soggettivo pensare è qualità dei razionali prima che virtù degli umili.
Spirituale
In ebraico spirito è ruah, vento, respiro; in latino spiritus, spiro, respirare, soffiare; in greco pneuma, respirare, soffiare, aver vita;
Gesù di Nazareth si spinge oltre: « Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito. »
Immagine d’autonomo e sovrano muoversi senza attenersi a uno standard prefissato. Fluttaure disciplinato dall'imprevedibile, più artistico che filosofico.
l’Io non padrone in casa sua
Sostenere la teoria filosofica del rigore teoretico concettuale puro avulso dal soggetto che lo esercita - contesto storico e ambientale, collettivo e personale, conscio e ancor prima inconscio - rischia di produrre astratte nobiltà e concrete nevrosi.
Mica si può procedere, filosofia in primis, come se Freud non fosse accaduto.
La combriccola
Cammina orizzontale il filosofo logico elaborando proposizioni che concatena e memorizza preciso, procede come il giocatore di briscola al circolo ACLI che sapendo le carte già giocate e quelle ancora nel mazzo, butta la carta giusta sul tavolo di quel regolato frammento di mondo, regno di noiosi ragionieri di provincia.
Invece il mistico fugge l’inferenza, prende ciò che in quel frangente gli arriva dall’universo e lì staziona abdicando da soggetto per sciogliersi nell’oggetto, regno contiguo alla follia, faccenda pericolosa.
E che dire di me che incapace di proporre di meglio li frequento entrambi a giorni alterni?
Giurisdizioni
Olistica e universale unità coerente di pensiero? Ci riescono bene i gatti e, nei giorni di festa, un qualche esponente della New Age. L’umano fluttuare - dalla contemplazione del cielo all’ottemperare il codice stradale - necessità dell’abilità di districarsi tra molteplici e differenti regni, parlando, di regno, in regno, i caratteristici linguaggi e dialetti; utilizzando, di volta, in volta, determinati codici e strumenti; osservando, via, via, gli specifici orizzonti da angolazioni stabilite, pur rimanendo, anzi arricchendo, sé stessi.
Mica è facile, ho indizi che un buon ottanta per cento delle driatibe origini da equivoco di giurisdizione.
Inno all’inutile: l’orto filosofico
Forza che muove a risultato in apparenza inutile invece portante il mondo quella che nel circoscritto mezz’ettaro di terra rossa spinge a creare una macchia antica, completa com’era in origine, non degradata dal coltivare intensivo e dal pascolo. Ho messo la Melissa, Terebinto, Cisto bianco, Ginepro rosso e altre quattrocento varietà mediterranee, da una a tre piante per specie, inutile piantarne di più, allo scopo basta e avanza la presenza di un solo elemento.
Perlopiù le osservo senza classificarle con l’arbitrio condiviso del nome, specialmente quello botanico, mica è orto a scopi scientifici: mero effetto collaterale i numerosi e complessi principi farmacologici terapeutici o tossici e le singolarità botaniche. Non è una raccolta di figurine e neppure la ricerca di una biodiversità compiuta, neanche il voler ottenere un’estetica piacevole e neppure la produzione di frutti eduli, tutte espressioni secondarie.
Il punto è che la forza eccita ad individuare, estrarre e celebrare (tale “inutile” operare è evidentemente rito) l’oggetto che non nasce e neppure muore, ciò che Platone avrebbe definito “melissità”, “terebintà”, “cistità” e “gineprità”, Kant Oggetto in sé, Schopenhauer soggetto che si fonde nell'oggetto, posto dove Rilke passeggiandoci dentro avrebbe udito notizie rassicuranti.
Costruzione giuridica
Insoddisfacente, asfittica e anche noiosa l’onnipotenza assoluta, condizione che per trovare emancipazione necessita di urgente iniziativa abile nel creare un ordine che la subordini.
Vale per Dio [1], vale per gli uomini [2].
[1] Tutto sommato i testi sacri e mitologici narrano di questo laborioso implementare giuridico ordinante.
[2] Probabilmente non per tutti ma per me si: nei numerosi, liberi, interminabili - più sono liberi e più risultano interminabili - giorni di festa, se non mi attivo implementando e ottemperando una regola s’insinuano malesseri speciali, verosimilmente metafisici, o qualcosa che gli assomiglia.
L'Ira di Dio
Taranto provincia, Natale. In attesa del megapranzo esco a fumare l’Extravecchio per digerire il cenone di cinquanta portate, dal gulasch ungherese al barracuda pescato da mio cognato così fresco che morsica ancora il duodeno. Tra un tiro e l’altro monìtoro discreto il dialogo di due trentenni, argomento: l’automobile più veloce della città. Uno sostiene che il primato spetta all’“Ira di Dio”, la Delta integrale del suo vicino, l’altro alla “mostruosa” Ferrari di un amico del cugino. Ad assioma delle rispettive asserzioni ostentano e comparano da YouTube le performance d'Ira di Dio e Mostro.
Per il clichè dei percorsi intellettuali classici i due sarebbero stimati esponenti di subcultura, ma ispirato dall’ultimo libro che ho letto, quello che annoverava nei modelli di spiritualità anche il rock, la gastronomia e lo sport, evito giudizi di valore e mi butto sull’antropologico interpretando la coppia esponente di diffusa sottocultura situata all’interno della universale comunità dell’edonismo tecnologico capitalistico. Non del tutto convinto voglio essere più generoso coi due e viro al simbolico: bolidi emblema del desiderio di fuggire da un quotidiano asfittico. Proseguo nel tentativo di giustificarli fino a quasi raggiungere traguardi estremi del pluralismo là dove Checco Zalone e Kant, Beppe Grillo e Shakespeare, seppur nelle differenti e specifiche espressioni, valgono tutti allo stesso grado, ma il pranzo in tavola mi chiama salvandomi dalla deriva.
Cenerentola
Osservo che nell’architettura filosofica degli ideologismi storici spinti d’intellettuali e militanti dogmatici, schematici e intransigenti nella loro fedeltà alla linea, viene affrontata la storia dell’umanità intera e considerate differenti posizioni filosofiche anche agli antipodi,
invece la Natura è estromessa e censurata, esulata dall'impianto filosofico. Probabilmente se entrasse procurerebbe severo cortocircuito nelle fondamenta.
Cronica miopia
Non sa un’acca d’urologia, gastroentorologia, logopedia e neppure di psicologia, eppure urina, digerisce e parla serena. Nell’osservare mia nipote di quattro anni l’accadimento di lei mi rivoluziona più di quello di Gesù bambino.
Ci si è giustamente attardati nello studiare il patologico per porvi rimedio riducendo così il fisiologico (naturale) a simmetrico, scontato, funzionamento; scientistico sistematico ottundimento al portentoso accadimento della normalità.
Trascorrono dieci minuti e quel vedere diventa baluginio che si estingue rapido, la prossima visione forse all’Epifania