Bruno Vergani
Radiografie appese a un filo. Condivisione di un percorso artistico, davanti al baratro con angoscia parzialmente controllata.
Elogio della ripetizione
“Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose”.
Integrerei:
ma conquistato un soddisfacente cambiamento non possiamo pretendere di goderlo, se smettiamo di fare la stessa cosa.
Bell'Italia
L’imprenditore italiano ha un socio che paga per intralciargli il lavoro con aggiunte superflue e trovate kafkiane, si prende la metà degli utili e se si alza storto sanziona a capocchia chi gli capita a tiro. E’ proprio pazzo ma obbligatorio. Dove potrebbe fare qualcosa di utile il più delle volte è fuori stanza. Il fatto è che metà Italia si alza la mattina per lavorare e l’altra metà per rompergli i coglioni pagata dalla prima.
Una buona soluzione potrebbe essere quella di uscire dalla ‘sta malata giurisdizione per darsi al Tao. Lo faremmo in molti se non fosse che immersi nell’indifferente universo nella semplicità assoluta dell’essere ci annoieremmo di brutto.
L’Acqua benedetta
Si fa presto ad affermare il dogma dell’esperienza veritiera data dalla conoscenza diretta della realtà di fatto, ma a ben vedere la nostra percezione sarà in parte condizionata da preconcetto, illusione, rappresentazione, proiezione, interpretazione, introiezione, fagocitazione dell'oggetto col quale ci rapportiamo o del soggetto altro con il quale ci relazioniamo. Una quota di falsificazione è inevitabile.
Anche l’esperienza personale in presa diretta poggia in parte su un prestabilito “per sentito dire” che diciamo a noi stessi. Peccato originale per il privilegio di essere soggetti che gli oggetti non ereditano. Siccome meglio essere soggetti che oggetti non male se esistesse un qualche battesimo che con efficacia ci purifichi dal filtro del pregiudizio, nel frattempo sprovvisti di acqua benedetta meglio che il personale pregiudizio sia riconosciuto e monitorato. Per prendere reale contatto col fattuale aiuta il diffidare di sé. Almeno un po'.
Il taccuino
La pratica di meditazione del fermare il pensiero è roba New Age che riesce bene solo ai cadaveri. Le filosofie orientali invitano sovente a tutt’altro, a una sorta di pensiero universale tanto focalizzato e istantaneo da risultare onnisciente, ci avevo provato anch'io ma non ne ero stato capace. In ogni caso onniscienti o insipienti, a Oriente come a Occidente, consapevolmente o inconsapevolmente, pensiamo incessantemente. Leibniz definiva i pensieri inconsapevoli "percezioni insensibili" o "piccole percezioni".
Invece di uno stentato contrastare la spontanea e continua attività del pensare, o di ignorarla, forse meglio avere coscienza dei contenuti che esprime nel suo moto naturale e costante per percepirli e comprenderli anche nelle più piccole espressioni. Quando belle e utili meglio catturarle appuntandole sul taccuino perché tendono a scappare sciogliendosi come neve al sole. Gli onniscienti sono esonerati dal prendere appunti.
Apologia dell’obeso
Di tanto in tanto in sogno il corpo vola. Che cosa sia la forza di gravità non si sa per davvero, le teorie arrancano e quelle più argute sostengono che la forza di gravità non esiste.
Gli scienziati dicono che il peso è una cantonata provinciale; lo rileviamo empiricamente per la circostanza che masse, a iniziare da quella terrestre, ci condizionano, trattenendo il nostro stato reale e naturale di libero, fluttuante, movimento.
Universalmente pesiamo niente e stiamo volando.
Bestiario
In una lettera Wittgenstein constatava che più invecchiava e più aveva conferma della differenza tra gli uomini; l'affinità somatica, tutti bipedi senza coda e con lo stesso numero di dita sembra unificarli, ma in realtà divergono quanto un bue da un coccodrillo, un elefante da un girino. Cioran nei suoi quaderni rincarava: «Più facciamo progressi “interiori” più diminuisce il numero di coloro con cui possiamo realmente comunicare.»
Provo a resistere, tento di non cedere all’evidenza, l’imprinting cattolico - quello dell’imperativo “siamo tutti fratelli” - me lo vieta e il buon senso mi suggerisce di non infognarmi in altezzosità autistiche, ma più passa il tempo più vacillo.
«Come, egli stesso non lo sa»
Mappa, matita e punti cardinali, mi son messo competente e gagliardo a progettare un nuovo orto botanico: lì tre terebinti, là cinque elicrisi… Ma più vergavo preciso e meno il risultato mi piaceva.
Il progetto ha preso forma definitiva e soddisfacente dandomi tempo alla larga da baldanze e sforzi. E’ che talvolta l’idea si sviluppa spontanea e una volta attivata meglio togliergli gli occhi da dosso[1], la fisica newtoniana non funziona così, noi talora sì[2],
Dormici sopra, il sonno porta consiglio, vale a dire nel subconscio e nell’inconscio operiamo elaborando input e producendo output? Sicuramente, ma sospetto ci sia di più. Che agisca la stessa forza che fa germogliare il grano sotto la neve?
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1 «Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa.»
2 Nel bene ma anche e nel male quando qualcosa ci rode inconsapevolmente dentro, in tal caso forse meglio disturbare il processo dandogli un’occhiata.
Fraintendimenti
Pronti... Via! Smaniosi d’abbracciarsi scattavano a sincrono, il mistico in direzione lassù e Iddio verso quaggiù e fu così che al traguardo incontrarono il disabitato punto di partenza dell’altro. Rendez-vous cannato[1]. Tutto da rifare.
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1 Nel raffrontare i racconti evangelici con le dottrine mistiche sembra che non si siano neppure incrociati a metà strada, visto che Iddio semita dal senso pratico si incarnava scendendo con l'ascensore (Annunciazione, Natale) mentre i mistici si deificavano platonicamente ascendendo per la scala (metafora onnipresente da quelle parti). Diffidenza reciproca sull'affidabilità del partner.
Imbrigliamento metafisico
La natura è regolare funzionamento e se Dio coincidesse, pari, pari, con essa sarebbe un povero Dio, così impotente da non poter cambiare idea.
Inutile speculazione da medioevo? Aggiorniamo:
la natura è regolare funzionamento e se coincidessi, pari, pari, con essa sarei un povero uomo, così impotente da non poter cambiare idea, raccontare storie, alzarmi storto.
Esercizio
Facile vedere per qualche secondo il mondo come un gatto, basta omettersi e stare in pura presa diretta in ciò che adesso abbiamo davanti.
Stato strano, una sorta di altro regno: non è atto di pensiero, neppure psichico e manco materico.
Non so se faccia bene.