Si fa presto ad affermare il dogma dell’esperienza veritiera data dalla conoscenza diretta della realtà di fatto, ma a ben vedere la nostra percezione sarà in parte condizionata da preconcetto, illusione, rappresentazione, proiezione, interpretazione, introiezione, fagocitazione dell'oggetto col quale ci rapportiamo o del soggetto altro con il quale ci relazioniamo. Una quota di falsificazione è inevitabile.
Anche l’esperienza personale in presa diretta poggia in parte su un prestabilito “per sentito dire” che diciamo a noi stessi. Peccato originale per il privilegio di essere soggetti che gli oggetti non ereditano. Siccome meglio essere soggetti che oggetti non male se esistesse un qualche battesimo che con efficacia ci purifichi dal filtro del pregiudizio, nel frattempo sprovvisti di acqua benedetta meglio che il personale pregiudizio sia riconosciuto e monitorato. Per prendere reale contatto col fattuale aiuta il diffidare di sé. Almeno un po'.