BLOG DI BRUNO VERGANI

Radiografie appese a un filo, condivisione di un percorso artistico

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Domenica, 27 Gennaio 2019 13:07

Iperbolicità

Nella riflessione teoretica occidentale il concetto dell’io è stato elaborato anche con esiti iperbolici. Proprio com’è accaduto per Dio, l’io è stato talora esaltato a creatore della realtà oppure sminuito fino al punto da giudicarlo una entità inesistente, un mero agglomerato di estemporanee percezioni sprovvisto di un nucleo stabile.

Sulla prima concezione di un io (personale o universale) che fa il mondo lascio il giudizio al lettore, sulla seconda che afferma l’inconsistenza ontologica dell’io, annoto che se interpretata letteralmente e portata fino alle estreme conseguenze, il comandamento morale del non uccidere -olocausti inclusi- perderebbe qualsiasi significato, visto che è impossibile accoppare nessuno.

Bislacco l'impegno teoretico se poggia sulla morale al punto da diventare un tutt’uno con essa, ma un minimo di permeabilità va forse mantenuta, non tanto per essere più buoni ma per non prendere cantonate.

Pubblicato in Filosofia di strada
Venerdì, 25 Gennaio 2019 17:29

Acrobazie

C’è il livello basic dell’adolescente che ascolta musica nell’Ipod mentre digita un messaggio mangiando. C’è il livello più avanzato del cameriere che porta con la mano destra cinque piatti e con l'altra tre boccali di birra, mentre cammina veloce parlando al telefono che tiene fra guancia e spalla.

Ai vertici della classifica Napoleone Bonaparte che dettava ai suoi segretari numerose e differenti lettere contemporaneamente.

Vincitore assoluto Kant, quando nella Critica della ragion pura critica la ragione con la ragione stessa, procedimento più arduo che guardarsi nell’occhio. Beninteso, senza specchio.

Pubblicato in Pensieri Improvvisi
Giovedì, 24 Gennaio 2019 18:17

Simultaneità

«Penso dunque sono», è formula che ci incorona soggetti, ma manco il tempo di esaltarci per la corona in testa e sopraggiunge la questione:

cosa penso e dunque sono?

E la corona di sovrano coincise col rinvio a giudizio dell’imputato, simultaneità necessaria chiamata libertà.

Pubblicato in Pensieri Improvvisi
Mercoledì, 23 Gennaio 2019 14:34

Breve invito ai piaceri extraconiugali

Vuoi mettere il godere del pensiero di San Giovanni della Croce da ateo o il penetrare da cristiano quello di Eraclito, rispetto a frequentare tiritere fedeli alla propria linea?

Pubblicato in Sacro&Profano
Domenica, 20 Gennaio 2019 11:40

A che pro?

Dall’ancestrale arte rupestre all’iperrealismo odierno gli artisti hanno sempre rappresentato il reale, senza rimuginare ad opera conclusa:

« A che pro? Era meglio l’originale. »

Non solo perché l’artefatto esprime la libertà di scegliere uno specifico pezzo di mondo e il rifarlo di conoscerlo molto meglio rispetto al guardarlo, ma perché quel rifacimento esprime un oltre di senso, quasi che quella materia elaborata e riprodotta possa finalmente dire: « So d’esserci » come se liberata da un incantesimo.

 


Pubblicato in Pensieri Improvvisi
Sabato, 19 Gennaio 2019 10:13

Strutture

Ammessa ma non concessa l’assurdità dell’universo naturale, la circostanza che una sua parte (Homo sapiens):

1 s’intrattenga ritagliando dal tutto indifferenziato delle parti;
2 alle quali conferisce degli attributi;
3 assemblandole così da immaginarsi una storia (per lui ) sensata;
4 abituandosi a tale invenzione fino a farla struttura (per lui) valida;
5 così da ripeterla poggiandosi sopra[1]

è processo che conferma l’assurdità dell’universo e insieme evento che la confuta, ed è proprio la naturale possibilità di implementare questo inventivo e immaginante arbitrio -che c'è invece di non esserci, che accade invece di non accadere- che la inficia alla radice.

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1 Gli eredi degli autori si stravaccano sopra perlopiù dimentichi del processo che ha prodotto la struttura, l'antropologia culturale la dipana e analizza.

Pubblicato in Filosofia di strada
Lunedì, 14 Gennaio 2019 10:08

Io, il mondo

Tutta la storia della filosofia dipana la relazione tra Soggetto e Oggetto.

Proprio quello che, ignari o consapevoli, proviamo a fare ogni momento.

Pubblicato in Pensieri Improvvisi
Sabato, 12 Gennaio 2019 18:15

Ars moriendi del ragioniere

Stimano che di Homo sapiens ne siamo vissuti dai 60 ai 100 miliardi di esemplari.

Visto che su questa terra ci stiamo da un po’ e che al momento siamo più di 7 miliardi è un numero non poi enorme nel totale, comunque bastevole per accogliere il personale epilogo con una nota di nonchalance:

mal si addice un eccessivo sussiego per un evento tanto testato da rasentare il dozzinale.

Pubblicato in Pensieri Improvvisi
Sabato, 12 Gennaio 2019 11:18

Moti

Per capire la natura può aiutare il time lapse, tecnica che sostituendo la tele-foto-camera con un buon testo di antologia filosofica possiamo utilizzare per comprendere meglio il pensiero universale.

Leggendolo in celere continuità ci si accorgerà che le numerose e differenti concezioni, anche se opposte, provvisorie e parziali, esprimono tutte una qualche cifra di verità che l'insieme mostra. Insomma dinamici mosaici di saggezze.

Pubblicato in Filosofia di strada
Giovedì, 10 Gennaio 2019 17:53

Neoidealismi

Nel leggere degli stralci estrapolati dagli scritti di Giovanni Gentile, nei quali esponeva i concetti fondamentali dell’attualismo, concezione filosofica neoidealista che riconduce la realtà del mondo all’atto dell’Io pensante in quanto pensa, visione tanto assoluta da affermare che l’umana coscienza contiene lo spazio e il tempo e non viceversa, mi è tornato alla mente un mio risveglio post intervento chirurgico.

Ricordo che avevo più anestesia in corpo che sangue e la coscienza andava e veniva in un istante, come quando si accende e si spegne la lampadina del soggiorno. Quando si spegneva, nello sparire vedevo che con me si dissolveva il mondo, quando si accendeva, prima tornavo io e immediatamente dopo di me tutto quanto. Lì per lì avevo empiricamente indotto che il mondo esisteva grazie a me, ma trascorsa manco mezzora avevo giudicato quell’esperienza un avvincente delirio.

Vista la contiguità -con le debite proporzioni- tra quella mia empirica esperienza naif e la fine teoresi di Gentile, ciò che colpisce è che lui risoluto non indietreggia di un millimetro, anche se basterebbe un vaso di ortensie che gli cade in testa per interrompere la potenza di quell’Io che fa ontologicamente le cose, le quali indifferenti all’incidente continuerebbero gloriose il loro esserci poggiando su se stesse. Per quanto ho compreso Gentile non indietreggia perché, a differenza della mia ingenua esperienza post operatoria, prova a risolvere la dicotomia soggetto/oggetto interpretandoli come un’unica realtà:

«Così, o che si guardi l'oggetto visibile, o che invece si guardi gli occhi a cui esso è visibile, noi abbiamo due oggetti di esperienza: di una esperienza, la quale noi stiamo attualmente realizzando, e rispetto alla quale non solo l'oggetto, ma anche il soggetto dell'esperienza che viene analizzata, fatta termine della nuova presente esperienza, è oggetto. Se non che gli occhi nostri non possiamo guardarli se non nello specchio!» (G. Gentile, Teoria generale dello spirito come atto puro).

Il mondo prenderebbe, di volta, in volta, coscienza di sé nell’Io pensante in azione, e viceversa. Io che non va, dunque, equivocato con un antropocentrico e egotistico solipsismo, ma come coscienza in atto, spirito che comprende e fa l'esistente. Che lo faccia non lo so, ma che gli dia un momentaneo senso mi sembra plausibile.

Pubblicato in Filosofia di strada

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