Monoteismo 2.0
Annichilente qualsiasi scelta personale e più dispotica del Dio veterotestamentario quando si alza storto, è la teoria necessaristica, deterministico-meccanicistica[1].
Manco la libertà di bestemmiarla.
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1 Meccanico concatenamento di moti e accadimenti senza intenzione e finalità prodotti da cause anch'esse effetti per lo stesso automatismo.
Vincolante ordine primigenio
Due persone intelligenti e intellettualmente oneste che, seguendo la logica e i suoi statuti, permangono su posizioni opposte riguardo tematiche cruciali, come ad esempio l'esistenza o l'inesistenza di Dio, sono forse prova che le concezioni che consideriamo giuste non sono determinate soltanto da scelte logiche ma anche da quote di prerazionale: DNA e primissimi anni di vita nei quali abbiamo appreso il mondo attraverso specifiche circostanze.
Accade, e non di rado, che soggetti arguti ed eruditi utilizzino queste loro qualità per riaffermare e giustificare inconsapevolmente[1] quel pre-giudizio primigenio.
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1 «Così come un popolo sceglie i propri governanti, la teoria conferisce autorità all’osservazione, affinché governi la giustificazione delle teorie» (P. Kosso).
Gabbamento
Opporsi al nichilismo proclamando verità assolute è processo che appartiene allo stesso nichilismo, anzi lo catalizza traslando il «Niente è vero, tutto è permesso»[1] al voilà la Verità, (in nome della quale) tutto è permesso[2]. Un esempio, tra i tanti possibili, che dimostra quanto nei processi storici le cose vadano semplicemente dove devono andare, non solo indifferenti al nostro attivo resistere ma utilizzandolo.
L’ho vista in faccia questa onnivora e furbissima entità che determina il mondo, si aggirava nel parcheggio del centro commerciale nel vegetare del Centocchio in una spaccatura nell’asfalto e nei figli che scendevano e salivano dalle auto di coppie scoppiate, quanto procreanti.
È la natura, è la specie, che abbindola il singolo e vince.
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1 Nietzsche - Così parlò Zarathustra.
2 In ogni esaltato, sotto, sotto, c'è un disperato. Trasponendo la metafora di Mao Tse-tung quando scriveva che i guerriglieri devono «nuotare in mezzo al popolo come i pesci nell'acqua», possiamo osservare che nichilista e fanatico nuotano nello stesso lago.
Capienze
Apprendo[1] che alcuni storici della filosofia avevano romanticamente individuato la causa della follia di Nietzsche nell’inevitabile deflagrare della mente individuale se invasa dalla potenza dell’Assoluto. Diagnosi che ricorda la leggenda di Agostino, quando nell'incontare un bambino che provava a travasare il mare in una buca l'aveva avvisato dell’impossibilità dell’operazione, sentendosi replicare che lui faceva lo stesso nel pretendere di far entrare gli immensi misteri di Dio nella sua piccola testa di uomo.
Allegorie utili se tali restano, visto che di fatto coscienza e pensiero non ottemperano le stessi leggi di una bottiglia di birra, ma fluttuanti e flessuosi non hanno misura fissa e, perlopiù, non esplodono per il troppo contenuto ma per perdita di moto e elasticità.
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1 Sossio Giametta, I PAZZI DI DIO, CROCE, HEIDEGGER, SCHOPENHAUER, NIETZSCHE E ALTRI, saggi e recensioni, La Città del Sole.
Indizi di grandezza
Siamo un disastro nelle relazioni amorose? Ambivalenti e conflittuali in quelle amicali?
Ci troviamo a un buon punto per diventare dei grandi, al pari di Nietzsche e Schopenhauer che in queste cose producevano macerie a raffica, solo un ultimo sforzetto per implementare una teoresi dell'esistente originale e valorosa quanto la loro ed è fatta.
Il miracolo dell’imputabilità
Ogni agente (o azione) produce eventi, ma consideriamo imputabile solo quell’agente che liberamente intende, vuole, sceglie e può, causare responsabilmente uno specifico evento invece che un altro. Passando in rassegna l’inventario del mondo, metafisico incluso, diciamo che imputabile è solo l’uomo, mentre il resto è funzionamento governato da leggi di necessità.
Se tale imputabilità è un antropocentrico artefatto culturale estraneo all'oggettività della natura, una teoria non dimostrata, una narrazione che abbiamo costruito perché non possiamo assumere l’operato di un Hitler al pari di un fiume che gravita necessariamente al mare, tutto torna, tragicamente ma torna, e rimossa l'anomalia del libero arbitrio ogni parte del cosmo permane al suo posto senza forzature[1].
Ma se questa umana imputabilità esiste realmente e universalmente, ed io la vedo esserci, andrebbe enucleata chirurgicamente per cogliere il suo giusto posto nell’economia cosmica, non è escluso che potrebbe valicare l'intra-umano e spiegare l’universo.
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1 In parti del pensiero orientale il libero arbitrio è considerato sabbia negli ingranaggi del funzionamento naturale. Nella Bhagavad Gita si narra che Arjuna un momento prima della battaglia scorgendo tra i nemici parenti e amici intende ritirarsi per non ucciderli, ma il dio Krishna giudica illusorio quel sentire e lo sprona a combattere con totale distacco, ottemperando il suo ruolo nell’Uno del sommo funzionamento cosmico.
Il mondo delle idee
Diciamo cinghiale se uno, cinghiali se di più. Tutto qui.
Ma se diciamo padre enunciamo un principio eterno e universale, mentre nel dire padri riportiamo notizie di cronaca provinciale o al massimo storiche.
Miti e archetipi come le figure dei tarocchi ardono solo nella forma singolare -talora anabolizzati dall'articolo determinativo e dalla maiuscola- ma al plurale si estinguono.
Portali
Sto realizzando il terzo orto botanico ed è il migliore: questa volta raffrontando la mia aspettativa di vita col tempo necessario affinché le nuove piantine raggiungano gloria, risulta che non farò in tempo a goderle.
Eppure proprio in questa misura che fa e cura senza possesso s'aprono strani portali di rassicuranti regni.
Pensiero artificiale?
Vedo tre modi di pensare. Nel primo -che più che un modo è un modulo- riceviamo, memorizziamo ed esponiamo l’appreso; catechismo dello scibile prevedibile come un’eclissi, e qui le macchine già ci superano.
Nel secondo ragioniamo su questo materiale elaborandolo, anche le macchine lo fanno con esecuzioni più precise ma meno sorprendenti delle nostre.
Il terzo modo è l’articolare dei poeti e degli artisti che attingono chissà da dove, e qui non c’è partita.
Laicità in filosofia
Tra le caratteristiche di un filosofo valoroso (e di chi opera col pensiero), includerei la laicità di interloquire alla pari con la gente normale, quella che segue il buon senso, che profana ignora statuti e non possiede erudizione specifica, evitando di fare il sacerdote preconciliare che celebra la messa in latino rivolto all’altare.
Non tanto per essere più buono, umile e semplice rischiando l'ingenuità, ma perché l’altezzosità è indizio di fragilità.