Vedo tre modi di pensare. Nel primo -che più che un modo è un modulo- riceviamo, memorizziamo ed esponiamo l’appreso; catechismo dello scibile prevedibile come un’eclissi, e qui le macchine già ci superano.
Nel secondo ragioniamo su questo materiale elaborandolo, anche le macchine lo fanno con esecuzioni più precise ma meno sorprendenti delle nostre.
Il terzo modo è l’articolare dei poeti e degli artisti che attingono chissà da dove, e qui non c’è partita.