BLOG DI BRUNO VERGANI

Radiografie appese a un filo, condivisione di un percorso artistico

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Lunedì, 18 Gennaio 2021 17:46

Imprimatur, imprimaturissimo

Nel leggere un articolo della teologa brasiliana ecofemminista Ivone Gebara, che individua nel dominio storico del clericalismo cattolico di stampo patriarcale la causa della violenza sulle donne e sulla natura, colgo qua e là qualche passaggio un poco raffazzonato e conclusioni forse troppo frettolose.

Ma nel leggere la sua biografia ogni perplessità si scioglie come neve al sole informato che la Gebara nel 1990, a seguito delle sue posizioni teologiche, era stata condannata dal Vaticano a due anni di silenzio. Vale a dire: “Taci donna e obbedisci !” Ovvero autocontraddizione performativa: noi gerarchia nel comandarla e sanzionarla per averci giudicati dispotici, clericali e maschilisti, diamo sul campo e in presa diretta plateale dimostrazione, inconfutabile prova e definitiva testimonianza che costei dice il vero.

Pubblicato in Sacro&Profano
Venerdì, 15 Gennaio 2021 21:14

Identikit

Davvero un brutto affare la cattiva filosofia, però è facile da riconoscere.

E’ reattiva e piuttosto permalosa, stravaccata sulla retorica sforna sofismi arzigogolati e si attarda altezzosa a metafisicare teoresi che non servono a nessuno. Esorta obbligando e vietando, dispensando a raffica i precetti che si inventa.

Pubblicato in Filosofia di strada
Martedì, 12 Gennaio 2021 15:56

Biochimica e metafisica del metabolismo

Dante Alighieri mangia tagliatelle con ragù di frattaglie di pollo e con l’energia ricevuta da quei carboidrati, proteine e lipidi, scrive:

“Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza.

La frase, in potenza, era già contenuta nelle tagliatelle col ragù?

Pubblicato in Pensieri Improvvisi
Martedì, 12 Gennaio 2021 15:20

Neuroni mobili e versatili

Dio disse: «La terra si copra di erba verde, produca piante con il proprio seme e ogni specie di albero da frutta con il proprio seme!». E così avvenne.

Tra i botanici e gli speziali tanti sono stati religiosi. Studiosi che leggevano la bibbia e la natura senza farsi in due, traducendo dal greco precursori pagani e dall'arabo maestri islamici senza farsi in quattro.

Pubblicato in Erbario
Martedì, 12 Gennaio 2021 13:32

Piccole canaglie

L’acqua dalle nostre parti tutte le volte bolle a cento gradi, poco più, poco meno, invece a parità di condizioni non sempre accadono rivoluzioni francesi. I bambini nei loro giochi di queste cose se ne infischiano, ma vedendo gli adulti poggiare sul dogma di causa-effetto non appena li incontrano iniziano a chiedere a raffica il perché di questo e di quello, ma notiziati della causa ne domandano ancora ragione, riducendola a effetto.

Possibile che insistano perché si divertono nel vederci annaspare nel tentativo di trovare concatenamenti tra le cose, tra tutte le cose, quasi che il mondo smettesse di funzionare se non li troviamo alla svelta. Ho qualche sospetto che le piccole canaglie hanno perfettamente compreso che sforniti dello stratagemma assemblante e ordinante del dogma universale di causa necessaria saremmo noi adulti a collassare, mica il mondo.

Pubblicato in Filosofia di strada
Venerdì, 08 Gennaio 2021 19:12

Alfa e Omega

E mentre mi arrabattavo in vortici di ipotesi cercando le più coerenti e credibili, la verità era in fondo al dirupo tra un lentisco e un orniello, in una ginestra che nessuno vedrà mai.

Pubblicato in Erbario
Mercoledì, 06 Gennaio 2021 12:23

Anatomia

Inghiotto cibi che non ho costruito e inspiro aria che non ho formulato, sorretto da ossa che non ho eretto mi sposto con muscoli che non ho assemblato, da tubazioni che non ho impiantato espello scorie che il corpo ha scartato. Rivestito da pelle che non ho confezionato sento da orecchie che non ho edificato e con occhi che non ho generato vedo il mondo che non ho architettato.

Senza che prenda iniziativa il sangue mi circola nelle vene e da una strana massa gelatinosa che mi ritrovo nel cranio trabocca il pensiero che esisto.

Non mi son fatto eppure sono, non sarei mai stato capace di fare tanto. Mi affido, fate voi.

Pubblicato in Pensieri Improvvisi
Domenica, 03 Gennaio 2021 22:05

Ghiaccio bollente

Negli ultimi decenni si sono sviluppate nuove teologie, alcune inedite, altre manifestazioni aggiornate di concezioni presenti da tempo nella storia della Chiesa: Teologia della Liberazione, teologie femministe, Gay Theology e teologia Queer, teologia indigenista, eco teologie, abbozzi di teologie scientiste e la Teologia Nera che negli Stati Uniti promuove i diritti civili degli afroamericani. Anche se operano in ambiti differenti, sono in gran parte accumunate dalla volontà di liberare l’oppresso dall’oppressione (e dall’oppressore). Ad esempio per la Teologia della Liberazione l’oppressore è il capitalismo l’oppresso il povero, per quelle femministe l’oppressore è il patriarcalismo e l’oppressa la donna. L’America Latina procede vivace nell’elaborare queste nuove teologie, sia perché dei cattolici impegnati ancora esistenti i più abitano là, sia perché da quelle parti le diseguaglianze sociali gridano davvero vendetta al cospetto di Dio (se considerando quello che succede nel Mediterraneo, non siamo però da meno).

Mentre la maggioranza dei cattolici permane indifferente al nuovo fermento teologico, gruppi di conservatori integralisti si oppongono al suo corso. Frizioni conseguenti a differenti concezioni del cattolicesimo. Per i tradizionalisti Dio si rivelerebbe appieno nelle sacre scritture e nella tradizione della Chiesa guidata dal suo Magistero (anche se adesso si sono ritrovati tra capo e collo un papa "avversario"). Il cattolico tradizionalista considera cessata la Rivelazione pubblica con san Giovanni Evangelista e, chiuso il Deposito, inizia la tradizione della Chiesa che, attigendo dalle sacre scritture, è vivo segno sacramentale di Dio nella storia. Per le nuove teologie invece Dio si rivelerebbe anche -per i più radicali solo- nella storia del mondo, nella natura e nella coscienza personale. Tutto sommato ognuno ha le sue buone ragioni per abbracciare una specifica concezione e non possiamo escludere che a due nemici, uno conservatore l’altro progressista, che pensano poco e litigano tanto, se gli invertiamo genitori, luogo di nascita e esperienze vissute, in apparente libertà invertiranno anche il partito preso.

Ciò che colpisce è che il conflitto fra i due schieramenti risulta il più delle volte insanabile. Caso davvero singolare che due concezioni che poggiano entrambe sul sommo comandamento ama il prossimo tuo come te stesso, sovente non riescano ad andare più in là della reciproca critica distruttiva. Sappiamo dell’insofferenza dei conservatori nei confronti di qualsiasi novità, che spinti da bisogno di protezione contestano qualsiasi cosa non appena inizi a muoversi, invece di starsene lì ferma sempre uguale in eterno. Anche tra gli innovatori non mancano esponenti irrigiditi nelle loro posizioni, con alcuni è difficile dialogare perché si è percepiti infedeli alla linea se si fa sommessamente presente che, talvolta, i poveri sono imputabili del loro stato, o che oltre ai maschi cattivi di tanto in tanto lo è pure qualche femmina. Impasse sintomo che ambedue le concezioni sono virate da visioni personalmente elaborate in onestà di pensiero e buona fede delle quali è possibile darne pacata ragione o revisione, a dogmi universali non negoziabili.

Come accade che un pensiero ritenuto a livello soggettivo ragionevole, formulato in perfetta buona fede, si trasformi in ideologia irremovibile che esige di essere ottemperata, come acqua che trasformata in ghiaccio smette di fluire, precludendo ogni autentica comunicazione interpersonale se la si pensa in modo differente? Probabilmente quando un pensiero personale viene condiviso e accettato da altri diventando sistema, già avviene una sorta di ipostatizzazione che lo ingessa un po’; più un sistema concettuale e interpretativo si diffonde più tende a cristallizzarsi. Altro problema dei nostri tempi è la riduzione spinta di problematiche complesse a elementi semplici, mentre la sempre più complessa realtà fluttua da tutt’altra parte. Sillogismi contratti dove riaffiorano pre-giudizi primigeni che una ideologia monolitica può favorire dandogli casa e protezione.

Pubblicato in Sacro&Profano
Giovedì, 31 Dicembre 2020 19:41

Il Dio della Cosmogenesi

Fratello ateo nobilmente pensoso
alla ricerca di un Dio che io non so darti
attraversiamo insieme il deserto.
Di deserto in deserto andiamo
oltre la foresta delle fedi
liberi e nudi verso
il nudo Essere e là
dove la Parola muore
abbia fine il nostro cammino.
(David Maria Turoldo)

Da Gabrielli Editori nell’opera collettanea “Il cosmo come rivelazione”, è pubblicato il breve scritto “Il Dio che sorge nel processo della Cosmogenesi” del brasiliano Leonardo Boff, teologo conosciuto per essere stato tra i padri fondatori della teologia della liberazione e in seguito dell’ecoteologia, dimostrando la stretta e diretta relazione tra degrado della terra e ingiustizia sociale. Ex francescano, ex presbitero. Per comprendere l’incompatibilità delle sue concezioni teologiche con quelle della Chiesa cattolica romana utile leggere la Notificatio de scripto a firma dell’allora Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede Joseph Card. Ratzinger, qui il documento.

Boff nel suo intervento, di una ventina di pagine, coniuga alcune concezioni teologiche alle nuove scoperte cosmologiche, in particolare alla energia cosmica di fondo, quella radiazione elettromagnetica che permea tutto l’universo scoperta lo scorso secolo; radiazione che prova la teoria dell’espansione delle galassie e il modello del Big Bang, del quale la radiazione cosmica di fondo è l’attuale residuo visibile. Energia “potente e amorevole” soggiacente a tutto l’esistente in perenne aperto movimento (cosmogenesi, antropogenesi, in corso d’opera). Energia che le tradizioni religiose hanno denominato Dio e Boff interpreta come “Vuoto gravido”, ossimoro che rimanda all’indicibilità di Dio, “utopia suprema”. Forza ineffabile ma dagli effetti ordinatissimi che rimandano a loro volta all'ordine supremo dal quale provengono, a un “Tutto al di là delle parti” che attraverso il Big Bang (13, 7 miliardi di anni fa) ha prodotto entità interconnesse in moti ordinati e costanti. Boff argomenta che se prima del Big Bang c’era il nulla, trova senso il racconto della creazione, la prova che l’universo abbia avuto un inizio e si stia espandendo è data dallo spostamento verso il rosso dello spettro delle galassie; il viraggio purpureo delle galassie non l’abbiamo forse mai visto, ma se la comunità scientifica lo ha riscontrato e pure il teologo conferma ci fidiamo. Leonardo Boff partendo dalla circostanza che l'universo e le sue leggi sono compatibili con l'esistenza umana, scorge una direzione nel funzionamento cosmico che dall'inorganico passando all'organico ha prodotto (e produce) vita sempre più complessa, fino alla formazione dell’essere umano. In effetti sarebbe bastato un nonnulla perché non fossimo mai esistiti (principio antropico). Siamo frutto della terra che rende la terra cosciente del suo esserci. Poggiando su questa interconnessione, su questa “Relatio Matrix” divenuta cosciente di sé, Boff propone l’etica di una fraternità cordiale, “ragione sensibile e cordiale” con tutto, in quanto una ecologia profonda vede dimorare nel nostro cuore e in quello del cosmo lo stesso Dio, cuore universale testimoniato da Cristo. “Abbracciare il mondo significa abbracciare Dio, il quale si nasconde ed emerge in ogni essere”.

Il tentativo di Boff di armonizzare le nuove scoperte scientifiche con la teologia genera una visione rassicurante, nel solco di papa Francesco addirittura festosa, che rende il cosmo amico e libera tratti della rivelazione cristiana da interpretazioni dottrinali asfittiche. Operazione questa che, seppur tortuosa e intermittente, affiora nella storia della Chiesa, consideriamo tra i numerosi esempi la “causa prima del movimento” indagata da Tommaso d'Aquino, ex parte motus che oggi potremmo chiamare energia cosmica di fondo. Lecito questo processo di accordamento tra scienza e teologia, oppure sono strumenti del tutto inadatti per suonare insieme? Per quanto ho letto l’accordamento è possibile a patto che non si snaturino gli strumenti per farli suonare insieme, forzatura che mi sembra Boff rischi talvolta di fare. Si fa presto a dire scienza, ma non va dimenticato che prestigiosi scienziati rabbrividirebbero di fronte alle elaborazioni di Boff. Deleterio quando scienza e teologia si azzerano vicendevolmente, proficuo invece il dialogo, ma dialogo non significa compenetrazione omogeneizzante. Una certa autonomia dei saperi è forse conveniente conservarla, evitando appropriazioni indebite con espropriazioni spinte dal campo altrui per fertilizzare, con anabolizzanti impropri, il nostro terreno. Peraltro un conto sono gli specifici modelli cosmologici, altra cosa è il parere unanime della comunità scientifica, la scienza per di più procede con scoperte tanto rapide e numerose, quanto provvisorie, da rendere affannoso ogni rincorrerla. Negli ultimi settanta anni la cosmologia ha teorizzato decine di modelli differenti di universo, se fossi Dio ad ogni nuova conformazione della mia persona all’ultimo modello latrerei dall’alto: “Ma per chi cavolo m’avete preso !”

Pubblicato in Recensioni
Domenica, 27 Dicembre 2020 13:17

Liturgie americane

Miriam Therese McGillis, suora domenicana statunitense, ha ideato un rituale che narra e proclama la timeline dell’universo, dal big bang a noi. Ritualità interessante anche se marginale quella della suora, perché procede contemplando e concelebrando l’evoluzione cosmica senza far riferimento a rivelazioni divine o a tradizioni sapienziali, ma proclamando -con non poca prolissità- dati scientifici. In seguito sono nate diverse e più aggiornate versioni del rituale, un esempio lo possiamo vedere qui. I partecipanti concelebranti si immergono nella sacralità dell'universo naturale, un po’ come in una cerimonia sciamanica, sostituendo però i racconti produttori di cosmogonie, tipiche dello sciamanesimo, con dati scientifici.

Celebrazione che si regge, quindi, su una singolare miscela di aspetti scientifici e sciamanici, così da rendicontare l’evoluzione naturale dell’universo con dati certi (anche se provvisori, come la scienza ci insegna), provando nel contempo a scorgere la forza spirituale che sostiene e dirige l'universo. Partendo da dati scientifici dimostrabili si tende a cogliere nel visibile, organico e inorganico, un segno dell’invisibile. Per questo la suora ha imbastito una liturgia che, seppur minimalista, favorisca la personale e intima esperienza con quel mistero che regge e muove le cose. Minimalismo da apprezzare, in fondo più le coreografie sono pirotecniche, gli abiti di scena vistosi, le allegorie gagliarde e più la messinscena dice l’inconsistenza ontologica di ciò che intende evocare. L’inesistente per apparire reale necessita d’essere tenuto artificiosamente e forsennatamente su attraverso stratagemmi spinti, invece un corpo, un vulcano, un albero, una galassia e forse anche una brava persona, stanno in piedi da soli senza necessità di simboli e concelebrazioni.

Finalmente liberato l’universo da dimensioni mitiche alla suora doveva bastare la pura evidenza della natura che si impone per forza propria; un amminoacido si giustifica da solo per ciò che è, senza necessità di liturgie e concelebrazioni, ma il semplice fatto che la suora avverta invece il bisogno di celebrarlo “liturgizzandolo” (seppur in versione minimal), significa che la natura in sé non le basta. Nonostante l’originalità degli ingredienti utilizzati nel rituale la suora ha, dunque, semplicemente architettato strategie per connettere realtà e mistero, proprio facendo ricorso agli stessi anabolizzanti che da sempre si utilizzano in tutte le tribù e in ogni tempio e cattedrale. Non poteva essere che così, gli antropologi sostengono che il successo planetario di Homo sapiens risieda proprio in questa sua irriducibile capacità di andare oltre il rendicontare per rappresentare.

Pubblicato in Sacro&Profano

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