BLOG DI BRUNO VERGANI

Radiografie appese a un filo, condivisione di un percorso artistico

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Domenica, 21 Giugno 2020 15:59

Torre eburnea

A chi le piante piacciono assai potrebbe non gradire la frecciata che Costanzo Preve, filosofo di ispirazione marxiana ed hegeliana, faceva nella sua storia della filosofia all’ultimo Jean-Jacques Rousseau, che dopo aver combattuto valorosamente ineguaglianze e ingiustizie sociali, era poi finito in giardino a contemplare piante selvatiche invece di fare la rivoluzione. Un posto facile il giardino, nessuno parla e non ci sono nemici.

Anche Jung, seppure in seguito interessato alle piante addirittura in prospettiva alchemica, osservava che una particolare passione per le piante potrebbe essere indizio di una strategia introversa, che distogliendo per timidezza, timore, o orgoglio, la libido dai suoi simili fa sì che si convogli nell’inconscio, dove ritorna a lui in forme arcaiche e infantili, talora producendo nevrosi.

In effetti non possiamo escludere che un bel puttaniere estroverso sia più sano di un botanofilo introverso, immobile eremita sulla cima di una torre eburnea al centro di un hortus conclusus; giardino recintato al mondo. Ma anche l’estroverso ha i suoi seri problemi, tutto preso nel seguire le cronache del mondo potrebbe disperdersi in esse; misera signoria quella che ha continuamente bisogno dell’oggetto per riconoscersi soggetto. Ognuno ha le sue strategie e il suo carattere e va bene così a patto che non si esageri. L’introverso deve un po’ combattere le sue tendenze aprendosi all’altro e l’estroverso lavorare per individuarsi. Ognuno ha da imparare dall’altro tipo più che da litigare.

Pubblicato in Erbario
Sabato, 20 Giugno 2020 11:02

Lapsus vegetale

Delle piante colpisce la pornografia di portamento e fiori, ma è invece la potenza dell’invisibile principio attivo, che cura o uccide, a determinarle.

Principi nascosti ma determinanti che assomigliano al contenuto del nostro inconscio. Talora, forse per un lapsus, affiorano dalle foglie o dai fiori e percepiamo l’esalazione dell’alcaloide azotato dello Stramonio o l’effluvio del citrale della Verbena.

Pubblicato in Erbario
Domenica, 14 Giugno 2020 18:17

Canoni estranei

Quanto Darwin, Einstein e Freud hanno demolito il racconto di Genesi? Ad occhio e croce tanto quanto Edison ha inficiato Dio che disse: “Sia fatta la luce”, inventando la lampadina.

Pubblicato in Pensieri Improvvisi
Venerdì, 12 Giugno 2020 17:47

Innata obbedienza

Sembra che l’io dei preistorici coincidesse col noi del gruppo di appartenenza. Un livello evolutivo pre-personale e pre-individuale, stile girasoli che ruotano necessariamente assieme. Anima di gruppo che lo studioso delle religioni Lévy-Bruhl definiva con la formula "participation mystique". In seguito con la concezione filosofica e poi cristiana di anima personale e immortale, l’io acquisì sempre più consistenza e autonomia differenziandosi dal tutto e dal gruppo.

Due osservazioni, la prima è che le spiritualità che tendono a una rarefazione dell'io e a una impersonale fusione nell'oceano del sommo Uno -dal neoplatonismo, all'induismo fino alla New Age- sono probabilmente attivate da una latente nostalgia per quel primigenio livello. La seconda per annotare come nel cristianesimo, specie nel monachesimo, si sia realizzata una sinergica coabitazione -non so se geniale o diabolica- dei due livelli evolutivi, quello culturale dell’individuo e quello naturale-ancestrale dell’appartenenza al gruppo. Infatti per la dottrina cattolica l’anima individuale trova realizzazione annegando nell’anima di gruppo dell’istituzione ecclesiastica: “Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo.” (San Paolo, prima lettera ai Corinzi). Artefatto, sì, dottrinale e culturale che, però, poggia su poderose dinamiche ancestrali che ci costituiscono; non a caso il modello si è rivelato fortunato sia per diffusione che per durata.

Strascichi e aspetti di questo annegamento individuale in un noi collettivo salvifico lo troviamo negli apparati gerarchizzati - dalla Polizia di Stato alle multinazionali- e ovunque la personale realizzazione si attui appartenendo e obbedendo. Dopotutto anche il conformarsi alle mode del momento attinge da quella preistorica potentissima radice.

Pubblicato in Filosofia di strada
Giovedì, 11 Giugno 2020 11:41

Civilizzazione e civiltà

Un funzionario nel suo ruolo -lo è anche l’idraulico, lo studente e ogni lavoratore- cosa fa funzionare? Fa funzionare il Noi sociale come fanno le api e le formiche. Per certi aspetti il processo di civilizzazione è molto più naturale di quel che sembra. Poi c’è la civiltà che è altra cosa.

Pubblicato in Pensieri Improvvisi
Domenica, 07 Giugno 2020 21:07

Pluralismo

Carl Gustav Jung nella sua opera “Tipi psicologici” (1921), esaminando la medievale (quanto attuale) disputa sugli universali[1], vedeva quote di verità in entrambe le concezioni[2], aggiungendo che, di fatto, è la psicologia di ogni individuo a optare per l’una o per l’altra concezione, o a mediare realizzando una sintesi di entrambe. Dunque per certe cose[3] non esistono verità fisse, ma processi dinamici che ognuno svolge a modo suo.

Se così è -a me sembra che lo sia- per queste cose un onesto pluralismo dovrebbe accettare come lecite 7.789.813.508 differenti concezioni -quanti siamo al momento al mondo-, adeguandosi in tempo reale a tutti quelli che cambiano idea.

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1 Alberga prima, in, o post le cose, un concreto status ontologico dei generi e delle specie che applichiamo alle molteplici singolarità del mondo reale? Vale a dire “La Bellezza” spoglia di concreti casi di specie, oppure “Il Triangolo” senza gli oggetti triangolari che conosciamo, ci sono per davvero o sono mere fantasie? C’era chi affermava che sono essenze trascendenti reali che se ne infischiano del nostro pensarle per sussistere, mentre altri sostenevano, all'opposto, che sono nient’altro che nomi che noi pronunciamo.

2 Quella del realismo che afferma i generi e le specie essenze trascendenti con realtà oggettiva indipendenti dal nostro pensare, all’opposto quella del nominalismo che invece li interpreta mere emissioni vocali di nomi prodotti dalla nostra mente.

3 Questioni cruciali dato che l'indagine sugli universali coincide con quella su Dio, sull'uomo e sul mondo.

Pubblicato in Filosofia di strada
Sabato, 06 Giugno 2020 11:02

Ruolo sociale

Ehi ! C’è qualcuno dentro quella bella divisa?

Pubblicato in Pensieri Improvvisi
Lunedì, 01 Giugno 2020 16:22

Piccolo mondo antico

Anche se a volte si rivelano inadeguate, controproducenti o false, non è facile staccarsi da concezioni radicate e condivise. Acquisite architetture di paradigmi più o meno buoni che riguardano tutti, dato che la civiltà poggia su concezioni e narrazioni condivise, nelle quali siamo così immersi da non riuscire a vederle.

Nei gruppi ideologizzati, nelle comunità spirituali regolarizzate, nelle unioni familiari, in quelle sociali tradizionali e ovunque si costituiscano aggregazioni di persone coese da ideali e teorie codificate, sovente, quanto inconsapevolmente, siamo portati a precluderci (tabù) differenti concezioni e ulteriori azioni che minino la pre-accettata linea costitutiva strutturante; parte di mondo provvisoria nella quale nuotiamo, ma che ci appare come un tutto definitivo e indiscutibile.

In questo incantesimo anche l’indagine più spregiudicata approderà a risposte e conclusioni conformi al perimetro prefissato; invalicabile linea di confine introiettata. Normalmente assistiamo a questa conformazione abitudinaria e va bene così, i pesci fuori dall’acquario morirebbero in pochi minuti se non c’è un lago vicino, e un po’ allo stesso modo anche la società non starebbe insieme né continuerebbe se sprovvista di stagni traboccanti di arbitrarie fedeltà ripetitive.

Ma talvolta qualcuno, con un colpo di genio, supera quel codificato funzionamento incistato in profondità. Morso alla mela proibita che lo porta non solo all'emanciparsi da un’anima di gruppo, ma a un coraggioso trascendere il suo mondo, dunque sé stesso. Una sorta di allenamento, di prova sul campo, al trascendimento ultimo e definitivo del mondo -questa volta oggettivo e reale- che tutti noi proveremo morendo.

Pubblicato in Pensieri Improvvisi
Domenica, 31 Maggio 2020 10:48

Cristiani

Guarda come si detestano, si azzuffano al punto che bisogna dividerli ! Ma allora sono normali… Chi l’avrebbe mai detto ?

Pubblicato in Attualità
Sabato, 30 Maggio 2020 11:10

Il posto in cui si muove

Può sapere tutto lo scibile oppure quattro cose in croce, morire sazio di giorni o prematuramente, girare tutto il mondo o intorno al tavolo del soggiorno, ma è un altro il posto in cui davvero si muove, tutt’altra la sua regione. 

Pubblicato in Pensieri Improvvisi

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