BLOG DI BRUNO VERGANI

Radiografie appese a un filo, condivisione di un percorso artistico

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Domenica, 03 Luglio 2016 21:19

Violazione del copyright

Ho saputo di un filosofo contemporaneo che nel solco della “filosofia della prassi” (Gramsci), si opponeva al planetario capitalismo onnipervadente dei nostri giorni, sostenendo - da indipendente - la tesi marxiana per cui “i filosofi avevano fino ad oggi solo diversamente interpretato il mondo, ma si tratta di trasformarlo”, ma quando si presentava la necessità di dialogare con amici filosofi di masse e superpotenze imperialistiche non poteva farlo in casa sua perché alla moglie dava fastidio, così incontrava i colleghi nel bar sotto casa. Dopotutto una soluzione dignitosa al  pari di Voltaire, Rousseau e Diderot che si davano appuntamento al Café Procope.

Tutti quanti al bar per sovvertire il mondo intero ma impotenti di fronte alle direttive di mogli borbottanti? Non so, ma so che per qualche filosofo la costruzione teoretica sta in piedi di per sé assolutamente svincolata dalla biografia; dimensione sacra, sublime, immacolata.

Attento a scivolate moralistiche e grazie alle mie tante incoerenze per le quali non rimango indifferente rispetto tale posizione a condizione che nell’enunciarla citino perlomeno la fonte: «copyright dottrina della Chiesa cattolica»: a parte alcuni filoni gnostici e i sofisti caratterizzati da relativismo morale e da ultimo il diritto che contempla l'incapacità di intendere e volere, non mi risulta che fuori dalla dottrina cattolica si si raggiunga tale precisione nel separare in compartimenti stagni pensiero e vita; “ex opere operato” (per il fatto stesso di aver fatto  la cosa") dice la dottrina cattolica, per alcuni filosofi pensandola teoreticamente e per il prete amministrandola sacramentalmente, dove il peccato del ministro non può inficiare il risultato dell'azione sacramentale e la biografia del filosofo minarne l'impianto teoretico.

Pubblicato in Filosofia di strada
Domenica, 03 Luglio 2016 15:57

Giorno della memoria, oggi

Ezio, mio padre, era uomo mite, a sedici anni prigioniero in Germania, tre anni di campo di concentramento come lavoratore coatto, immatricolato come un autoveicolo con targa 462/6, poi sei anni di sanatorio per tubercolosi polmonare contratta nel lager.

 

 

I suoi racconti della guerra avevano accompagnato la mia infanzia come quello della Bibbia venuta giù dal cielo: pagine del Libro che volavano dopo che una bomba aveva centrato in pieno una baracca del campo dove un qualche ebreo aveva nascosto una bibbia andata in pezzi. Aveva preso al volo una pagina che oggi ho appesa in stanza piuttosto annerita - nella foto sotto un particolare - il minimo sindacale per l’esplosione e il tempo trascorso, dovrebbe appartenere al Libro dei Re.

 

 

Ieri dietro casa ho trovato un suo bassorilievo su pietra, Menorah che aveva scolpito qualche anno prima di morire. Siccome ogni giorno è quello della Memoria oggi l’ho ripulito e ben fissato alla parete esterna della casa, cosicché, di corpo in corpo, quel pensiero continui. Pesava ma a differenza di Sisifo ho raggiunto la meta, non sono ebreo e manco mio padre lo era, un motivo in più per averlo fatto.

 

 

Pubblicato in Frammenti Autobiografici
Sabato, 02 Luglio 2016 09:28

L’ostentata penuria

Tranne le attenuanti dell’ammontare dell’elemosina e condizione di necessità  mendicante e corrotto equivalgono.

Per quest’ultimo con le tutte aggravanti in primis psichiche, oltre che sociali e giuridiche del caso.

Pubblicato in Pensieri Improvvisi
Venerdì, 01 Luglio 2016 08:12

Il cazzuto

Mai leggere Nietzsche prima di addormentarsi è peggio di una sbornia di Campari, ci si potrebbe svegliare storti. Ieri avevo chiuso la giornata con una pagina del «Così parlò Zarathustra» che con stile biblico sputa sul rassegnato che si adegua agli eventi invece di ergersi gagliardo, bello cazzuto, per dominarli.
Cantava il Nietzsche-Zarathustra che lui evita di schiacciare sotto la suola quelli che si conformano agli eventi per lo schifo che gli procurerebbe la poltiglia prodotta.

Ma non è che il debole sia proprio lui e il forte chi misurato è capace di serena rassegnazione?

Pubblicato in Pensieri Improvvisi
Giovedì, 30 Giugno 2016 21:19

à la carte

Per ottenere la pensione avevo chiesto che i remoti contributi pensionistici versati in Brianza, quando ero dipendente dell'amministrazione pubblica, fossero ricongiunti con quelli da attuale lavoratore autonomo, presso l’INPS di Brindisi. Per arrivare da Monza a Brindisi sono occorsi quattro anni e otto mesi. Passa un anno dalla ricongiunzione ma la pensione non arriva, dopo oltre quarantaquattro anni di versamenti non arriva. All’ INPS di Brindisi dicono che da Monza manca una carta. Che carta sarà mai? Nessuno lo sa, ma manca una carta e senza la carta niente pensione, così raggiungo il patronato della CGIL di Brindisi per farmi assistere, il responsabile fa un paio di solleciti alla locale INPS per definire la pratica, che a sua volta sollecita la sede di Monza perché inviino la carta ma la carta non arriva, la pensione manco. Che carta sarà mai? Nessuno lo sa, ma manca la carta e senza la carta niente pensione.

Ritorno al patronato una, due, tre, quattro, numerose, volte, ma nonostante tutti i loro solleciti all'INPS locale per definire la pratica, che a sua volta sollecita la sede di Monza, la carta non arriva. Ritorno ancora al patronato come si fa un esercizio zen e il responsabile dalla sua scrivania m’informa che la carta non è ancora arrivata. Che carta sarà mai? Nessuno lo sa, ma manca una carta e senza la carta niente pensione. Sto per andarmene ma lui zitto alza il braccio sinistro e apre verso di me la mano attaccata sopra al braccio teso; gesto che vuol dire: alt aspetta! Si erge ritto con dietro la foto di Berlinguer, chiude gli occhi, stende anche il braccio destro ma invece di aprire la mano che c’è attaccata sopra tira fuori l’indice e me lo punta addosso, inizia muovere su e giù il braccio con l’indice tesissimo, che vuol dire: adesso ti dico io la soluzione! Continua, continua, continua silente quel rito voodoo ondeggiando sempre più rapido il braccio con l’indice ritto in punta.

Ma cosa avrà mai da dirmi di tanto potente e risolutivo? Finalmente abbassa le braccia e parla: « Sai che facciamo? All’ufficio INPS di Monza sta un compareddu brindisino che si è trasferito là, se la carta non arriva chiamo allui. »
Forza Italia!

Pubblicato in Frammenti Autobiografici
Lunedì, 27 Giugno 2016 20:05

Sogno VS soddisfazione

Tino Soriano, fotografo spagnolo[1], nel suo percorso in Europa, Africa, Americhe, Oriente, per documentare le terapie tradizionali e la dinamica Sofferenza/Cura è passato per scattare qualche istantanea alla mia postazione di lavoro, come meritano le bestie in via d’estinzione [click sulla foto per ingrandirla].

L’incontro mi ha portato a considerare la vocazione personale, più precisamente ad indagare quella serpeggiante insoddisfazione, oggi tanto diffusa, che anela all’oltre e ad altro da ciò che c'è e si è: “realizzare il proprio sogno chiuso nel cassetto” e stupidaggini simili che rodono dentro, ma che sarebbe meglio prendere dal cassetto per buttarle nel cesso. Sano il moto del pensare e fare che imprende, invece malate quelle dinamiche immaginative-narrative che si scostano dal principio di realtà sognando di giorno invece che di notte.
Primo comandamento: misura, la miglior alleata per la sovrana soddisfazione personale.

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1 http://www.tinosoriano.com/es/portada

 

 

Pubblicato in Frammenti Autobiografici
Domenica, 26 Giugno 2016 09:42

Numero di Graham

Le forze fisiche si possono misurare con precisione compreso il dolore di quando picchi il gomito, invece la sofferenza non è numerabile così per misurarla si va a spanne arrancando con scale di aggettivi, da “lieve” fino a “indicibile” interpretabile come numero di grandezza inconcepibile maggiore dell'intero universo.

Nella realtà non c’è solo sofferenza, però considerando l'indeterminatezza e insieme l’enorme potente fattualità di tale accadimento ogni indagine dovrebbe, nell'alleanza di scienziati e poeti, iniziare da lì.

Pubblicato in Filosofia di strada
Sabato, 25 Giugno 2016 21:01

Pubblica amministrazione

Evito la geremiade del passare in rassegna il sempre più complicato rapporto con la pubblica amministrazione, signora isterica che scappa e sviene se deve dare, ma poi viene petulante, orba e prepotente, tanto intrusiva da denunciarla per stalking, per prendere e complicare ogni imprendere.


Pubblicato in Frammenti Autobiografici
Domenica, 19 Giugno 2016 09:46

Il telefonino

Ieri sera nel leggere al fresco del giardino m’imbatto col termine "chénosi", nell’ignorarne il significato lo chiedo a quello seduto dall’altra parte del tavolo, parente assolutamente indifferente e estraneo ai libri e tematiche che a me interessano.

Quello prende il telefonino e mi corregge: «Si scrive con la "k" non col "ch"; ma vuoi sapere il significato filosofico o cristologico?». Non ci credevo sembrava trasfigurato mentre gli dicevo cristologico e mi rispondeva puntualissimo. Così ho concluso che oggi più che mai ognuno è, perlomeno per parte dello scibile, quello che vuole e si merita senza attenuanti.

Pubblicato in Frammenti Autobiografici
Domenica, 19 Giugno 2016 08:59

Amorevoli antropocentrizzazioni

Ieri dopo il tramonto Profuletta, gatta nanerottola, sembrava realizzasse la promessa d‘Isaia 11 (un click sulla foto per ingrandirla):  

«Il lupo abiterà con l'agnello, e il leopardo si sdraierà accanto al capretto; 
il vitello, il leoncello e il bestiame ingrassato staranno assieme, e un bambino li condurrà. 
La vacca pascolerà con l'orsa, i loro piccoli si sdraieranno assieme, e il leone mangerà il foraggio come il bue. Il lattante giocherà sul nido della vipera, e il bambino divezzato stenderà la mano nella buca del serpente. Non si farà né male né danno…»

Invece era semplicemente soddisfatta d’aver appena reciso la carotide alla vittima,

così ho considerato che, dopotutto, l’umano affetto per gli animali se sopra le righe è una versione di antropocentrizzazione, opposta eppure specularmente correlata al dominarli. Antropologia cosmocentrica ed ecoappartenenza implicano l’accettazione e il rispetto di dinamiche altre cruenti incluse, con centri differenti d'umane proiezioni.

Pubblicato in Frammenti Autobiografici

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