Per Sossio Giametta[1] la moderna laicità è un processo multisecolare che inizia ben prima di Cartesio. Già Erasmo da Rotterdam, Moro, Cusano, seppur operando nel paradigma teistico iniziavano a scardinarlo dall’interno, processo in seguito sviluppato dai filosofi rinascimentali della natura Telesio, Campanella che ha pagato con quaranta anni di carcere, Pomponazzi, Cardano, Vanini finito al rogo, e soprattutto Giordano Bruno anch’egli bruciato. Così da approdare a Spinoza che ha rovesciato l’ordine teocratico, poi Feuerbach che fa di Dio l’immagine dell’uomo, fino a Nietzsche e la sua potenza poetica che incenerisce, forse più del necessario, il teismo istituzionalizzato.
Se, dunque, partiamo da Erasmo, Moro, Cusano, considerandoli precursori del percorso che ha sostituito la teologia con la filosofia e Dio con la natura, vediamo che è un drammatico e valoroso processo che dura da più di cinque secoli. Non meraviglia che vi siano residui di istituzione ecclesiastica che tirano dritto come se niente fosse accaduto, fa invece strano che nel contestare il paradigma teistico ci glissino sopra gli attuali post-teismi, percependosi avanguardie tutte convinte di compiere, per proprio conto, rivoluzioni inedite.
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1 Vedi “Controstoria della filosofia” di Arthur Schopenhauer, curato da Sossio Giametta; La nave di Teseo, 2023. Si tratta di una riproposizione dei due saggi iniziali dei Parerga e paralipomena: “Schizzo di una storia della teoria dell’ideale e del reale” e “Frammenti di storia della filosofia”, davvero ben commentati da Giametta.