«Ho 12 anni. Vado alla sinagoga. Chiedo al rabbino qual è il significato della vita. Lui mi dice qual è il significato della vita, ma me lo dice in ebraico. Io non lo capisco, l'ebraico. Lui chiede 600 dollari per darmi lezioni di ebraico.» (Leonard Zelig/Woody Allen)
Roba per specialisti l’esegesi della bibbia o di un testo giuridico, ma l’esegesi del libro del mondo è compito che ci riguarda tutti. Impresa complessa perché il mondo è volume pieno zeppo di significati riposti da portare alla luce. Per svelare quei significati nascosti, per risalire da un segno al suo significato, per interpretare apparenze e simboli per nulla univoci, disponiamo di numerose griglie interpretative[1]; grazie a millenni di civiltà ci siamo attrezzati:
“Deus sive Natura” è una di queste; “Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, Creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili" è un’altra; “Sapere aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza!”, oppure "I filosofi hanno finora soltanto interpretato il mondo in diversi modi; ora si tratta di trasformarlo" o "Amerai il prossimo tuo come te stesso", sono altre ancora.
Anche se numerose griglie interpretative si assomigliano, è plausibile ce ne siano più di sette miliardi ad articolare la nostra comprensione della realtà, perché ogni abitante del pianeta ha, in fondo, la sua, magari non lo sa ma ce l’ha. Ce ne sono di logiche, emotive, artistiche, religiose, edonistiche, matematiche, politiche, estetiche e poi c’è anche Freud che interpreta i sogni[2].
Se la grigia interpretativa che utilizzeremo è errata, più saremo esatti e ordinati nell’utilizzarla meno ci si svelerà il mondo. Per non rischiare cantonate forse utile non fissarci su poche griglie interpretative, ma istituire un collegamento con i contributi delle altre griglie, in un permanente rapporto dialettico. Senza però esagerare: conformazioni a priori delle proprie griglie che si dissolvono in tutte le altre condurrebbe ad un appiattimento della nostra “ontologia ermeneutica” (Gadamer), azzeramento -alla Leonard Zelig/Woody Allen- che può prendere ma non com-prendere. Per comprendere bisognerà pur interpretare grazie a una qualche Stele di Rosetta, va bene, anzi meglio, se provvisoria, ma ci deve pur essere.
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1 Il cifrario a griglia era un metodo utilizzato nel passato per cifrare i messaggi. Si perforava un foglio di carta e lo si sovrapponeva a un foglio integro, scrivendo nei buchi il messaggio segreto. Tolta la griglia si completava il messaggio con un testo di fantasia, raccordando le lettere o le parole precedentemente scritte attraverso la maschera. Il destinatario che disponeva della maschera poteva decrittare il messaggio.
2 Per griglia interpretativa intendo “ontologia ermeneutica” (Gadamer), atto che precede e determina la Weltanschauung, giusto per spiegarmi. Anche se in queste cose non è mai chiaro se sia nato prima l'uovo o la gallina dato che visione e interpretazione sono di fatto un tutt'uno.