“… E il vino che allieta il cuore dell'uomo” (Salmo 104, 15)
Il teologo basco José Arregi affrontando la problematica del libero arbitrio annota, non senza ragione, un aspetto tanto semplice quanto spiazzante:
“Basta - come di fatto basta - toccare dei neuroni o alterare dei geni o iniettare degli ormoni perché cambino le nostre gioie e le nostre angosce, i nostri gusti e le nostre opzioni, la fedeltà di coppia o la stessa fede religiosa”[1].
In effetti abbiamo sostanze che somministrate esplicano un’azione sull’organismo umano, principi attivi dotati, dunque, di forza fisiologica, ogni cibo permettendoci di vivere la esplica. Potenze efficienti che da uno spermatozoo e un ovulo, essenza di una bistecca mangiata da nostro padre e di una mela mangiata da nostra madre, ci hanno fatto feti e poi, nutrendoci, persone. Ma in questo migrare di elementi da dove proviene l’umano pensiero? Se sprovvisti di un Creatore pensante, che ci ha fatto a sua immagine, il pensiero albergherà, necessariamente e in potenza, all'interno degli elementi stessi, manifestandosi in particolari condizioni e concatenazioni.
Gli sciamani che tracannano sostanze psicoattive lo avevano capito da tempo: superflui gli sforzi ascetici e ogni impegno per diventare persone migliori. Tutte beffate le ortoprassi volontaristiche presenti da millenni pressoché in ogni cultura, visto che si possono raggiungere gli stessi risultati, all’istante e senza sforzo, grazie a sostanze che modificano la biochimica del cervello. Un po’ di Psilocybe il lunedì e siamo san Francesco, Salvo D'Acquisto martedì con la Ketamina e Rambo mercoledì grazie a un pizzico di Efedrina? E che diavolo avrà mai mangiato Hitler? Un po’ riduzionistica la faccenda se la poniamo in questi termini, per quello che vediamo in giro le cose stanno in modo diverso perché col mutare della biochimica cerebrale permane, comunque, un nucleo di personalità irriducibile seppure biochimicamente plasmabile, e di solito va a finire che un pirla sarà un pirla visionario col Psilocybe, un pirla scavezzacollo con la Ketamina e un pirla temerario con l’Efedrina, niente di più, niente di meno. Dentro quel nucleo c'è qualcosa che ancora ci sfugge.
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1 “Il cosmo come rivelazione; una nuova storia sacra per l’umanità”, Gabrielli editori.