Stoici, epicurei, scettici e asceti d’Oriente rimangono giù dal podio al traguardo della pace perfetta battuti da manzi terzi classificati, da batteri al secondo posto e surclassati dai sassi di fiume vincitori indiscussi di tutte le edizioni.
Forse meglio quanto suggeriva l’Ecclesiaste che senza sforzo e noncurante di traguardi prendeva atto che «per ogni cosa c'è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo […] un tempo per piangere e un tempo per ridere, un tempo per gemere e un tempo per ballare».
Aggiungerei: sì una cosa per volta ma senza esagerarla perché tali momenti se visti universalmente non sussistono allo stato puro bensì in emulsione, dove ogni ingrediente è un po’ disperso nell’altro e viceversa.