In ballo da qualche giorno con la lettura di Jung, sui due archetipi del maschile Animus e femminile Anima che ci costituiscono - e maschi e femmine - fatico a districarmi nella complessità della sua teoria. Quando affermo: «Ah è così che intende» un paio di pagine dopo vedo che, invece, intende cosà; anzi un tutt’uno di così e cosà contrapposti ma polarmente simultaneamente unificati e unificanti.
In tanta mia confusione nel dormiveglia del mattino irrompe preciso un remoto ricordo: avevo più o meno cinque anni e mia cugina, poco più che adolescente, mi truccava da donna. Ricordo le mie unghie laccate e nello specchio le labbra col rossetto, le ciglia col mascara e i capelli fatti a ricciolo, mentre l’artefice dell’opera mi osservava soddisfatta.
Il ricordo mi procura una sensazione di piacevole appagamento. Non escludo che sia stato tra gli atti più sani che qualcuno mi abbia elargito.