Se sussistesse La Verità assoluta, universale, integrale, immodificabile e unica; s’esistesse un’immacolata, perfetta, infallibile e compiuta attività teoretica, prima o poi nella colossale storia del pensiero tale verità definitiva saremmo giunti ad esplicarla con-fermandola univocamente in massa.
Invece la storia della filosofia, dell’arte, della religione - pur con filoni di percorso non di rado operanti nel medesimo solco, oltre agli antichi classici evergreen - esprimono differenti, complesse e innumerevoli “verità” in costante moto, correlate alle storie dei popoli, ai tempi, alle causalità e casualità (circostanze), alle specifiche personali capacità, sensibilità e biografie. Neppure la scienza è immune da tale sana parzialità: dalla fisica teorica al medico specialista dal quale sovente il paziente si congeda per ascoltare un’altra campana. Il termine squisitamente scientifico "ricerca" palesa saggiamente al mondo uno stato di provvisorietà, stimolante inedite scoperte, nuove interpretazioni, radicali revisioni. Anche la natura muta, si adatta, si muove ordinata e talvolta apparentemente disordinata si diverte nel produrre metastasi.
Forse la verità è ‘sto bailamme o quanto meno gli assomiglia. Se caotica oppure cosmica non lo so, di sicuro non sta ferma.