Ho riletto d’un fiato il Vangelo secondo Matteo e non mi è piaciuto. Sono rimasto perplesso in quanto da anni rumino alcuni passaggi che mi fanno vivere meglio. Questa volta invece di sceglierli, secondo il mio arbitrio, ho riletto tutto il testo come se fosse la prima volta, evitando - nel limite del possibile - pregiudizi positivi e negativi. L’ho letto a Ferragosto in presa diretta come si fa coi libri normali.
E’ così apparsa la biografia di un personaggio strano. Il racconto inizia con una forzata genealogia del protagonista «figlio di Davide, figlio di Abramo», ma sua madre esce d’improvviso dalla genealogia e lo concepisce per opera di un sommo Spirito. Il padre del protagonista è celeste. La biografia a tratti invita alla responsabilità personale: «A chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha» e le numerosissime guarigioni che Gesù Cristo elargisce non avvengono per magia, ma in misura della fede che il malato ripone in Lui. Talvolta lo scritto è rassicurante: «Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso»; a tratti repellente quando invita il lettore a cavarsi un occhio e magari una mano per evitare l’inferno. Il Padre celeste del protagonista Gesù è il sommo regista, quando la storia si mette storta manda degli angeli che appaiono agli uomini in sogno così da raddrizzarne il corso.
Gesù è interessante anche se un bel po’ dissociato: invita alla ricchezza ma punisce i ricchi, condanna la legge ma è precettistico, perdona magnanimo ma condanna di brutto, invita alla personale iniziativa e insieme al quietismo. Gli piace essere uomo ma il suo regno è celeste, rispetta la Natura ma la strapazza. A tratti assomiglia a Dio, quasi sempre è uomo, talvolta un confuso mix dei due. Muore ammazzato e risorge.
Anche se nel Vangelo secondo Matteo, Gesù invita a parlare con chiarezza, precisione e semplicità: «“Sì, sì”, “No, no” il di più viene dal Maligno», il testo stesso tradisce l’indicazione, esprimendo nell’insieme un ambiguo paciugo.
Il problema è che il Vangelo mica si può leggere a Ferragosto in presa diretta come si fa coi libri normali che, belli o brutti, stanno comunque in piedi da soli poggiando su ciò che c’è scritto, come sto facendo in questo post. Mica si può leggere come i Testimoni di Geova e qualche setta Pentecostale che lo prendono alla lettera noncuranti di allegorie e metafore, simboli e segni. Per apprezzare il testo sembra sia innanzitutto necessario viverlo in un contesto di Chiesa cristiana viva invece che leggerlo da soli a Ferragosto. Occorre anche, al posto della lettura in diretta, un approfondito studio propedeutico: analisi esegetica ed ermeneutica atte a differenziare l'interpretazione divina da quella puramente verbale del testo. Utile anche un superamento delle contraddizioni testuali in quanto evidenti espressioni e dimostrazioni della trascendenza di Dio, tenendo nel contempo presente la costante sinergia, senza alcuna antinomia, tra la Parola di Dio e la parola degli umani autori. Il tutto accompagnato da una approfondita analisi storica e filologica con accurata differenziazione e interpretazione dei generi letterari, oltre ad analisi linguistica del testo (aramaico, greco, latino, italiano).
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli». Viste tutte le suesposte complicazioni necessarie per comprendere la Sua parola forse merita un appena sufficiente invece delle lodi, in quanto non è riuscito ad onorare le sue intenzioni. Tutto sommato ci riescono, insieme a qualche studioso, la maggioranza degli uomini che del Vangelo trattengono quello che gli piace e serve per davvero, glissando disinvolti su tutto il resto. In questo loro inconsapevole accorrere in soccorso a Dio, estrapolando stralci di testo proficui, probabilmente diagnosticano lo scostamento tra quanto storicamente accaduto al protagonista Gesù di Nazareth e la narrazione, successiva ai fatti, del Cristo costruita e redatta dall’Evangelista all’interno e in favore della istituzionale Chiesa nascente, opera fantasy universalmente nota.
Letto 2097 volte
Pubblicato in
Filosofia di strada